L'anno si apre con l'uccisione di 6 operai nel corso di una manifestazione sindacale a Modena. Gli imprenditori muovono all'attacco del potere sindacale, costituitosi durante gli anni della Liberazione, con ondate di licenziamenti che colpiscono preferibilmente gli attivisti piu' combattivi. Nelle piccole fabbriche l'assenza del sindacato e' generalizzata, a detrimento dei livelli salariali e della sicurezza del lavoro: orari giornalieri di 12-15 ore, l'impiego di ragazzi sotto i 14 anni e il lavoro domestico a cottimo affidato alle donne sono grandemente diffusi. L'attacco degli imprenditori e' assecondato dalla repressione politica che esplicitamente tende a limitare la liberta' di organizzazione e di riunione.
Contro lo sciopero generale, proclamato a San Severo il 23 marzo, interviene la forza pubblica. Il Corriere della Sera titola: "Insurrezione armata ... repressa con spargimento di sangue". Durante i tafferugli un agente di polizia, disarmato dai dimostranti si precipita in una macelleria e, impadronitosi di un coltellaccio, si fa largo tra la folla ferendo tre 'degli aggressori' (due dei quali in modo grave). E' il segnale della rivolta: migliaia e migliaia di manifestanti ingaggiano con la polizia una vera e propria battaglia, erigendo alte e solide barricate tra lanci di bombe a mano, raffiche di fucileria e sassi. Il conflitto a fuoco si protrae per circa 5 ore, durante le quali viene assaltata dai dimostranti la locale sede dell'Msi, saccheggiati un'armeria e numerosi negozi di generi alimentari; sopraggiungono nel frattempo consistenti rinforzi di autocarri, carabinieri e artiglieri del 14_ reggimento, che alla fine riprendono il controllo della situazione. Il bilancio provvisorio e' di 28 feriti e 70 arrestati (tutti comunisti). Blocchi stradali, cortei di protesta e comizi non autorizzati vengono segnalati da altri comuni della provincia di Foggia.
A Castelfiorentino gli scioperanti pongono i bambini sui binari della ferrovia allo scopo di fermare i treni. Durante i disordini un altro operaio viene ucciso a Parma, mentre a Gussola una giovane donna resta gravemente ferita da un proiettile di rimbalzo sparato in aria da un milite. L'elenco potrebbe continuare. Ai morti e ai feriti negli scontri si devono aggiungere le condanne per resistenza alla forza pubblica, per occupazione delle fabbriche, per la partecipazione a riunioni e assemblee politiche, per la diffusione dell'Unita'.
Disoccupazione e condizioni generalizzate di deprivazione costituiscono la condizione delle classi subalterne.
La Cgil lancia il Piano del lavoro, un progetto di costruzione di bacini idroelettrici e di bonifiche che prevede la creazione di 600-700 mila posti di lavoro. Ne' governo, ne' classe imprenditoriale dimostrano apprezzamento per il carattere costruttivo della proposta e, anzi, nel settore dell'industria pesante gli imprenditori annunciano migliaia di licenziamenti a cui seguono occupazioni di fabbriche che durano mesi.