Il 26 febbraio 1952 sul Popolo, organo della Democrazia cristiana, l'allora giovane Andreotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, scrive un articolo contro il film di Vittorio De Sica, Umberto D.
Il film, che racconta la squallida esistenza di un insegnante, e' condannato come una prova di anti-italianita', capace di suscitare spirito di disgregazione, "scetticismo" e "disperazione". Andreotti esprime cosi' le direttrici di una politica culturale tendente a condannare le opere in cui si cerca di raccontare la vita quotidiana e la realta' nazionale. La censura e la limitazione della liberta' artistica negli anni seguenti saranno sempre attive.
L'anno successivo viene arrestato Guido Aristarco, direttore della rivista Cinema nuovo per aver pubblicato la sceneggiatura del film L'armata s'agapo' che trattava dei comportamenti dell'esercito italiano durante la guerra fascista contro la Grecia. Aristarco e lo sceneggiatore Renzi sono condannati per vilipendio delle forze armate.
Di pubblicazione oscena e' invece accusato, nel 1957, Danilo Dolci per avere scritto Inchiesta a Palermo.
Nel 1960 il presidente democristiano della Provincia di Milano nega a Luchino Visconti il permesso di realizzare all'Idroscalo le riprese di alcune scene di Rocco e i suoi fratelli, ritenendo "l'opera non molto morale e denigratoria".
Nel 1961 il film Non uccidere di Claude Autant Lara, favorevole all'obiezione di coscienza, non ottiene il visto di censura e il questore di Roma ne vieta la proiezione in una manifestazione organizzata dalla Comunita' europea degli scrittori.
La censura si abbatte, per citare i casi piu' noti, anche su Senilita' di M. Bolognini, Viridiana di Bunuel perche' offensivo della morale cattolica, L'ape regina di Ferreri per oscenita' nel 1963; nel 1967 si sequestra per oscenita' Blow Up di Antonioni, insignito della Palma d'oro a Cannes e nel 1968 Teorema di Pasolini, per di piu' premiato dall'Ocic, ufficio cattolico di cinematografia.
Nel 1976 la Corte di Cassazione dispone che le copie di Ultimo tango a Parigi di Bertolucci siano bruciate.