Nel dopoguerra l'Europa viene congelata per quaranta anni in rigide sfere d'influenza. Il simbolo della divisione del continente diventa Berlino: una citta' divisa - la parte est controllata dai sovietici, quella ovest dagli alleati - in un paese diviso; la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca erano state proclamate nel '49.
Nel '61, Berlino sara' addirittura divisa da un muro, eretto in tutta fretta dalla Rdt per impedire l'esodo continuo della sua popolazione verso ovest.
In tutti i Paesi dell'Est dalla fine della guerra vi era stato un susseguirsi di epurazioni e di processi. Ma il primo grande scossone, che elimina ogni residua speranza nella capacita' di autoriforma dei paesi a socialismo reale, viene nel 1953 da Berlino Est; a giugno gruppi di operai protestano contro il basso tenore di vita, gli intensi ritmi di lavoro e la mancanza di liberta' politiche; gli scioperi e le dimostrazioni assumono ritmo insurrezionale. Il governo della Rdt e il Partito socialista unificato (Sed) non sono in grado di controllare la situazione; tocca alle truppe sovietiche sedare la sommossa. Una durissima repressione, con alcune migliaia di arresti e decine di condanne a morte, si abbatte sugli operai berlinesi. Il governo deve tuttavia concedere miglioramenti salariali e una maggiore disponibilita' di beni di consumo.
Fino al 1989, anno della distruzione del muro di Berlino, i paesi a socialismo reale saranno periodicamente percorsi da rivolte metodicamente schiacciate.
L'assoluta mancanza di liberta' politiche e sindacali, l'onnipresenza delle polizie segrete, il dilagare della delazione, della corruzione e delle clientele, il regime di scarsi consumi imposto alla popolazione per fronteggiare un'assurda quanto inutile corsa al riarmo, corrodera' pian piano i sistemi dell'Est che crolleranno di botto ai primi segni di apertura fatti da Gorbaciov.