Mangia el carbon

7 giugno 1957, Bruxelles. Viene approvato, dopo un'agitata seduta notturna, il rapporto conclusivo della Commissione speciale d'inchiesta incaricata di stabilire le cause della catastrofe verificatasi nel distretto minerario di Charleroi (Belgio). L'8 agosto 1956 l'incendio della miniera di Marcinelle aveva provocato 262 vittime, di cui 136 erano emigrati italiani, in prevalenza meridionali. Impianti logori e antiquati, ritardi nelle operazioni di soccorso, scadente organizzazione del lavoro, mancanza di apparecchi di respirazione in profondit…, fumo tossico aspirato in tutti i cantieri sotterranei, tra le ragioni accertate del disastro.

Son in vial Monza, visin a l'ABC
gh'e' on cartelon della benzina Shell
distributor, garage e gente in tuta,
l'e' on gran vosa': sterza, inanz, indree.
Gh'e' vun che speta e intant legg el giornal:
"Dusent vint mort", gh'e' scritt, "a Marcinelle".

'Sti chi lauren, quij la' intant a moeuren;
sora dusent, cent trenta hinn italian,
gh'era el paes, el laura' e poeu la vita
la famm col pan bagna' matina e sera:
ciapa el bigliett teron, forsa, gh'e' 'l treno!
e va a crepa' ind el fumm de la minera ...

Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa
e sara i oeucc e slarga pian i man,
e spera semper: Nenni e Saragat
s'hinn incontraa, silensi a Pralognan ...
Gh'e' amo' speransa e fiada, fiada fort
e crepa svelt che ti te set gia' mort.

(Ivan Della Mea, Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa)

Quello di Marcinelle e' l'incidente piu' grave, ma purtroppo non l'unico. Dal dopoguerra in poi, frequenti sono state in Belgio le sciagure minerarie causate dall'inadeguatezza degli impianti che gli industriali del carbone non vollero ammodernare (per risparmiare sui costi), preferendo realizzare la ripresa dell'industria carbonifera mediante un'intensificazione senza limiti dello sfruttamento della forza lavoro impiegata. Ai livelli di qualificazione piu' bassi (minatore di fondo) essa fu tutta di provenienza italiana e subi' i peggiori danni e maltrattamenti: dagli incidenti di cui si e' detto, all'inguaribile silicosi, all'inferno delle sistemazioni collettive nelle baracche disseminate intorno a cumuli di detriti delle vecchie miniere, al regime di polizia e d'intimidazione che funzionava entro e fuori le miniere. Agenti senza scrupoli della Fedechar (federazione carbonifera belga) organizzavano reclutamento, trasporto, sistemazione, sfruttamento negriero e controllo dei minatori. Chi si lamentava veniva prelevato dai gendarmi e trasferito in un campo speciale a Bruxelles, da cui veniva poi rispedito in Italia, dopo essersi guadagnati i soldi del viaggio. Gravi furono le responsabilita' del governo italiano, che concordo' e ratifico' questa triste odissea dei nostri emigranti nel Primo Protocollo italo-belga del 20/6/46; altresi' gravi furono l'indifferenza e l'inerzia delle autorita' consolari italiane in Belgio e la connivenza dei nostri Uffici del lavoro di fronte a soprusi e illegalita' di ogni genere.

Nel 1957, l'entrata del Belgio nella CEE costringe l'industria mineraria a rinnovarsi e chiudere progressivamente gli impianti piu' obsoleti.