Negli anni 1958-1963 il tasso di crescita medio del prodotto interno lordo raggiunse il 6,3%, gli investimenti industriali aumentarono del 14% l'anno, la produzione industriale raddoppio', con particolare incremento nei settori metalmeccanico e petrolchimico.
L'espansione, in ogni caso concentrata nel Nord-Ovest, che negli anni precedenti aveva avuto come traino il mercato interno, ora si avvale di un'espansione formidabile delle esportazioni facilitate dal Mercato comune europeo. L'Italia offriva al resto d'Europa, capace di consumi propri a un reddito piu' elevato, prodotti industriali di buona qualita' a basso prezzo, in ragione del basso costo del lavoro dovuto alla esistenza di un abbondante esercito di riserva e alla conseguente diminuzione del potere di contrattazione sindacale.
Mentre la produzione era aumentata, nel periodo 1953-1960, da 100 a 189, i salari reali erano scesi da 100 a 99,4 a fronte di un aumento della produttivita' operaia da 100 a 162.
Al boom della produzione si accompagno' il boom dei consumi di beni durevoli di massa: televisori, lavatrici e, soprattutto, automobili, che nel periodo 1954-1964 passarono da poco piu' di 300.000 a quasi 5 milioni. All'esplosione dei consumi privati non si accompagno', invece, un corrispettivo sviluppo dei consumi pubblici di prima necessita': scuole, ospedali, edilizia popolare, trasporti pubblici.
Il boom inoltre aggravo', anziche' risolvere, gli squilibri esistenti tra Nord e Sud, settori produttivi forti e deboli, citta' e campagna, connotandosi come uno sviluppo selvaggio (in cui varie forme di speculazione - espressione d'interessi corporativi - trovavano spazio grazie a compiacenze amministrative) che non di rado produsse uno spaventoso degrado e la distruzione dell'ambiente naturale e storico.
Lo Stato intervenne nell'economia come elemento d'aggregazione d'interessi particolari, piuttosto che nazionali: ad un'industria gia' inceppata da criteri di gestione burocratici e parassitari, giunsero finanziamenti pubblici sempre piu' legati a manovre politiche di tipo clientelare.
Pur tuttavia, nonostante questi limiti che diverranno sempre piu' evidenti nel periodo successivo, il volto dell'Italia cambio' rapidamente, mentalita' e costumi tradizionali furono sconvolti, il paese si trasformo' in una delle realta' piu' progredite e moderne dell'Europa occidentale.