14 febbraio: per effetto di un nuovo accordo tra governo italiano e governo svizzero, il soggiorno degli italiani nella Confederazione e' sottoposto alla concessione di un permesso.
2.000 lavoratori italiani sono respinti alla frontiera perche' non in regola con le nuove norme.
Gli emigranti italiani in Europa furono quelli che soffrirono di piu', sia per le condizioni di vita che per le discriminazioni. Essi per 11 mesi l'anno non facevano che lavorare lontani dalla famiglia. Per loro vi erano baracche in cui vivevano collettivamente (si veda il film Pane e cioccolata) e consumavano l'esistenza. Uscire dalle aree loro consentite costituiva un rischio, o comunque si andava incontro alle piu' volgari umiliazioni. In un parco pubblico di una citta' svizzera, un parroco, andato in visita ai suoi concittadini emigrati, riferi' di aver letto: "VIETATO L'INGRESSO AI CANI E AGLI ITALIANI".
Negli anni Settanta a Rosenheim in Baviera un giovane tedesco di 21 anni, un certo Bergauer, assale a pugni e calci il lavoratore siciliano Nunzio Licari lasciandolo moribondo sulla strada. L'assassino dichiara alla polizia che non ha alcun motivo di contrasto con la vittima: "Io non posso soffrire gli stranieri".
La Germania, benche' dopo la seconda guerra mondiale sia stata il paese meta dei flussi migratori piu' consistenti dai paesi dell'Europa meridionale e mediterranea, ha sempre rifiutato di elaborare progetti di integrazione, preferendo considerare gli immigrati gastarbeiter (lavoratori ospiti). "Questa impostazione ... affonda le sue radici in una precisa cultura politica ... la nazione ... e' sempre stata concepita in termini oggettivi ed etnico-culturali: un fatto di sangue e di terra (Blut und Boden), in cui nativamente si esprime l'irriducibile specificita' del popolo tedesco ...
L'influenza di questa concezione sulla politica immigratoria non potrebbe essere piu' chiara. La prima preoccupazione di questa politica ... consiste infatti nel 'delineare la distinzione tra gli autoctoni e gli stranieri' ...
Il modello dell'estraneazione degli immigrati ... pare del resto fatto apposta per coltivare pregiudizi, divisioni, odi e rancori." (U. Melotti, Migrazioni ... Gli spazi dell'identit…, F. Angeli)
Il poeta siciliano Ignazio Butitta a Nunzio Licari, padre di 5 figli, fa dire:
"Si manciu o bivu agghiutto vilenu
Se mangio o bevo inghiotto veleno,
semu spartuti ma u me cori Š ddocu
Cca sugnu un straniu, carni senza prezzu
sucanu sangue e dunano disprezzu
siamo divisi ma il mio cuore e' li'.
Qua sono un estraneo, carne senza prezzo
succhiano sangue e restituiscono disprezzo.