Molto enfatizzata e seguita in Occidente - il maoismo occidentale esplose proprio sulla sua onda - la cosiddetta rivoluzione culturale, scatenata da Mao Tze-tung nell'estate del 1966, fu un evento assai peculiare, e per molti versi inedito, nella storia delle rivoluzioni. Fu una rivoluzione dall'alto, dal momento che Mao aveva un seguito e una popolarita' enormi nel paese; il culto della personalita', al quale egli stesso si opponeva, era tipico della storia millenaria delle societa' asiatiche e del relativo rapporto di assoluta subordinazione dei sudditi rispetto al despota.
Nei primi anni Sessanta il ruolo di Mao nel Partito Comunista non era corrispondente al suo carisma: Liu Shao-chi era Presidente e Deng Xiao-ping deteneva un ruolo di primo piano.
La Rivoluzione Culturale fu l'espressione di una tendenza profonda del modello cinese di costruzione del socialismo, tesa a sviluppare la lotta di classe nel periodo di transizione. Il basso grado di partecipazione politica, i fenomeni di burocratizzazione del Pcc, la separazione tra masse e potere, i privilegi di cui godevano i dirigenti, crearono una forte reazione in vari strati della societa' cinese, soprattutto tra gli studenti, che costituiranno il nucleo forte delle Guardie Rosse, protagoniste della Rivoluzione Culturale.
Tra il 1966 e il 1969 - anno in cui Mao, coadiuvato dall'Esercito Rosso e da Lin Piao, sciolse il movimento delle Guardie Rosse a causa della grave lacerazione nella societa' e dei gravi eccessi con moltissimi morti - la Cina fu agitata da un sommovimento che cerco' di ribaltare i ruoli, in un generoso ma cruento, e in alcuni casi forsennato, tentativo di eliminare la divaricazione tra dirigenti e masse, tra lavoro intellettuale e manuale, tra citta' e campagna, tra passato e presente. Furono addirittura distrutte millenarie opere d'arte, ritenute espressione simbolica della storia dell'oppressione di classe in Cina. Fu un sommovimento che cerco' di abbreviare drasticamente la storia dei processi rivoluzionari.
Dopo la morte di Mao, nel 1976, il contraccolpo della normalizzazione non solo riguardo' cio' che rimaneva della rivoluzione culturale ma accentuo' i mali che quella rivoluzione aveva tentato di sanare.