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"Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanita' nella facolta'
che piu' la caratterizza, cioe' l'uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta
come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza ... a diluire i significati, a smussare
le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole
con nuove circostanze ... Vorrei aggiungere che non e' soltanto il linguaggio che mi sembra colpito da questa peste. Anche le immagini, per esempio. Viviamo sotto una pioggia ininterrotta d'immagini; i piu' potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi: immagini che in gran parte sono prive della necessita' interna che dovrebbe caratterizzare ogni immagine, come forma e come significato, come forza d'imporsi all'attenzione, come ricchezza di significati possibili. Gran parte di questa nuvola d'immagini si dissolve immediatamente come i sogni che non lasciano traccia nella memoria; ma non si dissolve una sensazione d'estraneita' e di disagio ... Ma forse l'inconsistenza non e' nelle immagini o nel linguaggio soltanto: e' nel mondo. La peste colpisce anche la vita delle persone e la storia delle nazioni, rende tutte le storie informi, casuali, confuse, senza principio ne' fine. Il mio disagio e' per la perdita di forma che constato nella vita, e a cui cerco d'opporre l'unica difesa che riesco a concepire: un'idea della letteratura ..." Italo Calvino |