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Anche l'usignolo nella tua bocca recavi. Un usignolo macchiato d'arance, un filo di incorruttibile
acanto, di forza svogliata. Tu sai, figlio mio, quanto non potei fare, sai che per me, di tutta la
poesia, tu eri il fuoco azzurro. Oggi sopra la terra poso il viso e ti ascolto, t'ascolto, sangue,
musica, arnia agonizzante. Non ho mai visto razza più abbagliante della tua, né radici cosi tenaci,
né ho visto mai nulla di più vivo del tuo cuore bruciarsi nella porpora della mia stessa bandiera.
Giovane eterno, tu vivi, compagnero di un tempo, inondato da germogli di grano e primavera,
oscuro e rugoso come il metallo innato, aspettando il minuto che innalzi la tua armatura. Non
sono solo da quando sei morto, sono con quelli che ti cercano.
Parole di Pablo Neruda dedicate a Miguel Hernandez, assassinato nelle carceri dl Spagna |