Conferenza stampa di venerdì 9 maggio 1997


Ci sembra doveroso, in questa particolare situazione, fermarci un momento e riflettere sugli sviluppi dell'ultimo incontro, avvenuto il 6 di questo mese con la delegazione dei comuni della cintura di Lugano, unitamente al Cantone, e i rappresentanti del centro sociale il Molino, addentrandoci in seguito in alcune considerazioni a nostro parere molto importanti.

Dalle riunioni a cui abbiamo accennato è scaturita la manifesta necessità della presenza di un centro sociale autogestito : manifesta sia da un punto di vista di presenza effettiva di numerose persone alle attività svolte, sia dal riconoscimento ufficiale da parte delle autorità coinvolte, della mancanza in Ticino di una simile struttura che risponde ad una esigenza sociale. L'interesse destato in un pubblico sempre più eterogeneo verso i servizi e le attività offerti all'interno di questo spazio - pasti a prezzi popolari, possibilità di alloggio, presenza di una libreria, unitamente ad una sala computer, esistenza di una biblioteca, possibilità di partecipare a numerosi ateliers (giardinaggio, teatro, danza,…), spettacoli di danza, proiezione di films, attività teatrali, organizzazione di mercatini e fiere, concerti di vari generi musicali, proposte letterarie, mostre, conferenze seguite da dibattiti, attività con bambini…- sta a dimostrare che "il Molino" ha colmato un vuoto esistente in questa società sempre più orientata al profitto ed al successo individuale, a scapito dei valori comunitari.

Nei primi due incontri, svoltisi nel " lontano " mese di marzo, si era giunti ad un accordo per cui l'attuale sede del centro sociale sarebbe stata evacuata in data 30 giugno, con l'impegno, purtroppo solo verbale, da parte delle autorità di trovare un'altra struttura adeguata ; da parte nostra si sarebbe provveduto a regolarizzare la situazione d'illegalità tramite la creazione di un'associazione con relativo statuto, un accordo con il Cantone sulla mescita di bevande e la distribuzione di pasti, nonché le migliorie, sempre in collaborazione con le autorità, al sistema di sicurezza dello stabile.

Da parte nostra abbiamo risposto a questo impegno migliorando le isolazioni per il rumore, accordandoci per le bevande e i pasti, cercando, trovandoli, eventuali aiuti per migliorare il sistema di sicurezza redigendo varie bozze di contratto per l'affitto dello stabile e preparando lo statuto della nascente associazione.

Tutto ciò che ci è stato richiesto, é stato fatto.

Le autorità, invece, si sono presentate all'incontro con un nulla di fatto.

Ciò che chiedevamo era un'alternativa valida entro il 30 giugno, giorno del minacciato sgombero.

Il centro sociale il Molino si chiede : perché ?

Le autorità hanno, di fatto, rotto il dialogo imponendoci uno sgombero senza alternativa : Perché ?

Come ammesso dalle stesse autorità in questi due mesi non è stata effettuata alcuna ricerca di uno stabile da adibire a centro sociale, nonostante gli impegni presi. : Perché ?

Addirittura in occasione dell'ultimo incontro alla Muggina, ci hanno riproposto la creazione di una commissione che " dovrebbe " trovare un'alternativa entro il 30 ottobre ; la stessa commissione che doveva essere creata nel mese di marzo per trovare una soluzione per il 30 giugno.

I rappresentanti del centro sociale hanno presentato alle autorità un documento ufficiale, da sottoscrivere, in cui si leggeva il loro impegno a trovare una soluzione entro il 30 giugno. Non hanno voluto firmarla. Perché ?

Come mai tutti i comuni sono concordi nel ribadire la necessità di un centro sociale, ma nessuno è intenzionato a vederlo sorgere sul proprio territorio ?

Ora ci chiedono di abbandonare gli stabili del centro sociale entro il 30 giugno.

Questa era una data simbolica, la stima di un periodo ragionevole entro cui trovare una soluzione ; ora la soluzione non esiste ma nonostante ciò la si vuole mantenere : perché ?

Cosa ci vuole fare effettivamente l'Elektrowatt dello stabile dopo la data sopracitata ? La stessa Elektrowatt ha dichiarato di non avere progetti a breve scadenza da realizzare su questo sedime. L'esempio di casa Cinzia a Bellinzona è la prova lampante : meglio le macerie che un centro sociale !

Noi non usciremo dagli stabili perché l'ultimatum impostoci dalle autorità ci risulta incomprensibile, senza senso ; l'unica ragione, inaccettabile, è quella di eliminare la presenza scomoda di una realtà sociale esistente.

Noi proponiamo di rimanere fino al 30 ottobre negli stabili attuali, regolarizzando la situazione in virtù degli accordi presi precedentemente, per traslocare in seguito nella nuova sede, come abbiamo sempre detto.

Il centro sociale è cosciente che ci sono dei problemi, gli unici reali, con il vicinato, e per questo affermiamo il nostro impegno affinché vengano risolti il più presto possibile, ribadendo comunque il fatto che il problema venga posto nella sua giusta collocazione : prima di tutto il rumore non è un'esclusiva del centro sociale ma accompagna ogni ritrovo di grande affluenza, pubblico o privato che sia ; in secondo luogo, come già accennato da più parti, i cittadini che hanno sporto reclamo nei confronti del centro sociale, abitanti nel quartiere, sono un numero molto esiguo; la maggioranza dei componenti il comitato dei cittadini, di recente formazione, abita infatti lontano dallo stabile ex-mulini Bernasconi ; da questo si può capire che alcuni non siano toccati dal rumore ma dalla stessa presenza, scomoda, del centro sociale. Si tratta quindi di un'opposizione ideologica per cui il centro sociale non deve esistere, né qui né altrove !

Siamo comunque coscienti di provocare alcuni disagi al vicinato, quindi abbiamo deciso di attuare delle misure che vi pongano rimedio.

Da quattro settimane, non vengono più serviti alcolici dopo le 2.

Anche l'orario di chiusura dei concerti viene limitato alla 1. Negli ultimi week-end è stato fatto un grande sforzo di sensibilizzazione sul rispetto del vicinato da parte dei frequentatori del centro sociale, e in questo senso proseguiremo.

Inoltre siamo disposti a concordare direttamente con i vicini stessi ulteriori soluzioni, delle proposte, dei suggerimenti, affinché si arrivi a convivere nel migliore dei modi.

Appoggiamo l'ipotesi della zona pedonale avanzata dalla riunione degli abitanti del quartiere, anche se non siamo sicuri che l'effetto ottenuto da questa misura sia quello sperato.

Per finire, vorremmo sfatare una volta per tutte il luogo comune che il centro sia un ritrovo di tossicodipendenti e di microcriminali : sono entrambi problemi sociale, nati e progrediti nel tempo all'interno delle strutture della nostra società e per i quali le autorità si sono dimostrate incompetenti.

È irreale, oltreché ingiusto, affermare che dal centro sociale nascano le prerogative e gli ambienti affinché questi problemi crescano e progrediscano ; al contrario, al suo interno, si fa di tutto per sensibilizzare le persone verso queste problematiche.

Per affermare e ribadire la necessità di un centro sociale autogestito verrà indetta una manifestazione che avrà luogo il 29 maggio ed è stata organizzata una raccolta firme.

Un'ultima considerazione sull'incontro di martedì 6 maggio alla Muggina di Viganello : erano presenti i cittadini di Viganello, i rappresentanti del centro sociale e le autorità di Cantone e Comuni ; i cittadini avevano una gran voglia di dialogare, i rappresentanti del centro avevano una gran voglia di dialogare, le autorità volevano esclusivamente imporre e rompere il dialogo.

Centro Sociale il Molino