CHI NE PARLA E COSA NE DICE



Produzione spartana e perfettibile per un gruppo potenzialmente grande. Li attendiamo fiduciosi alla seconda prova. Per ora un 7 (destinato a crescere).
Luca Frazzi

Solo quattro pezzi, in questo fulminante 10" d'esordio dei Debord, ma quattro pezzi perfettamente in grado di dimostrare come il quintetto milanese meriti molto di più di un'attenzione superficiale... a metà strada tra la Seattle dei Mudhoney e la New York psicotica dei Sonic Youth più aggressivi, i Debord urlano il loro pieno diritto ad essere ascoltati. Non deludeteli.
Gianluca Picardi

I Debord, dopo avere fatto da supporto a gente del calibro di Girls Vs Boys, Meathead, Truly e Wool, ci sbattono in faccia un noise di derivazione Unsane davvero devastante; più "melodici" e psichedelici dei loro maestri si avvalgono delle urla distorte di Gigi, delle chitarre ultrasature di Govinda e Matteo, dei colpi martellanti di Giulio e del basso pulsante di Flo. Da segnalare la copertina, opera del grande Roi (Dylan Dog vi dice niente?).
Barnaba Ponchielli

LINUS
Quattro pezzi do noise core molto tirato e ottimamente suonato... il background culturale dei Debord affonda nell'indie americano. Influenze come Big Black, Tad prima maniera e Melvins fanno da sfondo ad una musica cupa e catastrofica.
Franco Santoro