dal Corriere della Sera del 2 febbraio 1997

Claudio Cerica bloccato a Roma

Un ex terrorista trova e restituisce portafogli: viene subito arrestato

Piero Bongini

  ROMA - Ricercato per terrorismo, arrestato per un portafogli ritrovato. Quando è andato a restituirlo alla legittima proprietaria, ad aspettarlo c'era anche un poliziotto che si è ricordato di lui. Claudio Cerica, 43 anni, romano con residenza a Padova e cittadinanza francese, ex militante nel Fronte comunista combattente, era inseguito da un mandato di cattura internazionale emesso nel dicembre dell'anno scorso perché deve scontare un residuo di pena di quattro anni, nove mesi e 10 giorni di carcere per banda armata, associazione sovversiva e detenzione di armi.

Personaggio minore degli Anni di piombo, dopo essere stato più volte inquisito nell'ambito delle indagini sulle colonne venete delle Br, nell'83 era stato coinvolto nell'inchiesta sul sequestro e l'omicidio dell'ex presidente del Petrolchimico di Porto Marghera, Giuseppe Taliercio.

Arrestato, in carcere ci restò poco. Dopo uno sciopero della fame durato ottanta giorni, ottenne gli arresti domiciliari per «gravi motivi di salute» e fuggì in Francia, da dove non venne mai estradato.

Sposato con una donna francese e quindi ottenuta la cittadinanza, Claudio Cerica non si sarebbe mosso da Oltralpe in tutti questi anni. Ma negli ultimi tempi sarebbe venuto frequentemente a Roma per incontrare una donna.

Pare che l'altra mattina la stesse aspettando davanti a un circolo sportivo su un barcone ancorato sul Tevere all'altezza dell'Ara Pacis, quando ha intravisto un portafogli gettato in un cespuglio. Quasi certamente da un borseggiatore che se ne era liberato dopo averlo svuotato del denaro. Cerica lo ha raccolto, ha visto che dentro c'erano i documenti di una ragazza e ha deciso di restituirli direttamente alla proprietaria.

L'ha quindi cercata a casa, telefonando, ma si è sentito rispondere dalla madre: «Mia figlia è al commissariato, proprio per denunciare il furto che ha subìto». Cerica ha allora lasciato il suo recapito telefonico, raccomandandosi: «Quando torna, mi faccia chiamare». La donna non ha aspettato il ritorno della figlia e l'ha chiamata subito, al commissariato. A sua volta, la ragazza non ha perso tempo e ha subito telefonato al cortese sconosciuto per concordare ora e luogo dell'incontro.

L'appuntamento tra la ragazza e il ricercato è avvenuto dopo qualche ora, presente anche un ispettore di polizia, al Circolo del nuoto di Lungotevere Augusta. Cerica ha consegnato il portafogli alla ragazza, il poliziotto ha messo tutto a verbale dopo essersi fatto dare le generalità dell'uomo. Qualche convenevole, una calorosa stretta di mano, poi ognuno per la sua strada, tutti convinti di avere assolto al loro dovere.

Ma mentre rientrava al commissariato Borgo, l'ispettore ha rimuginato a lungo sul nome di Claudio Cerica. Un nome che non gli sembrava del tutto nuovo. Così, quando è arrivato in ufficio, il poliziotto ha deciso di fare un supplemento di indagine interpellando il «cervellone» del Viminale. Ha quindi scoperto in questo modo che era il caso di rintracciare subito quell'onest'uomo che aveva consegnato il portafoglio ritrovato per arrestarlo. E così è stato.


INDEXINDEXBACK