Vorrei inviare attraverso questa lettera, un messaggio di solidarietà a Cinzia, quella donna che nei prossimi giorni rischia di tornare in carcere per scontare una pena che risale ad un periodo della sua vita fortunatamente superato.
Vorrei allo stesso tempo dire a tutti: non permettete che si chiudano dietro di lei le porte del carcere.
Perché qui dentro non entrano l'individuo, il suo percorso, i suoi affetti, non c'è posto per i progetti e i sogni, quelli che aiutano a vivere, qui dentro entra il Detenuto, un individuo privato di tutto, privato di voce, accompagnato solo dagli anni della sua condanna. La solidarietà, l'amore, quando non sono travolti dalla malinconia, durano il tempo di un colloquio, di una lettera, di un articolo di giornale e poi comunque si perdono nelle migliaia di ricordi, nelle centinaia di ore, di giorni, passati ad aspettare.
Non permettete che Cinzia entri qui dentro perché una persona che è diversa da quella che è stata condannata, una persona che ha lottato contro la disperazione e la solitudine dell'esperienza legata alla tossicodipendenza potrebbe ritrovarsi a domandarsi perchè deve passare il suo tempo a cercare una ragione a questa nuova sofferenza.
Non permettete che Cinzia sia messa in prigione, non cadete nell'errore di pensare, per un mese e tutto finirà, perchè non dovete credere che sia poi semplice abbattere le mura del carcere dove ci sono tempi eterni, mesi per ogni cosa, anche la più inutile, mesi buttati e rubati alla vita. Non permettete che la vista si abitui ad un orizzonte limitato e chiuso dalle sbarrre alle finestre e dalle mura di cinta; che l'udito sia costretto ad ascoltare il rumore delle chiavi che aprono e chiudono i blindati delle celle , il proprio nome storpiato nei corridoi dagli altoparlanti, non permettete che il corpo si rassegni alla mancanza di carezze e di dolcezze e alle umiliazioni.
Impedite che progetti di vita progetti di vita faticosamente raccolti attorno alle persone amate, al proprio lavoro si smarriscano e diventino illusioni, che la fiducia e la speranza lascino il posto giorno dopo giorno alla rassegnazione e alla disperazione.
La prigione per Cinzia significa solo mancanza di rapporti sociali ed umani, un ritorno indietro nel tempo e non solo per lei, ma anche per suo figlio e tutte le persone che le sono vicine.
Non permettete che venga fatta questa "giustizia" in nome del buon senso e della ragione.
Un abbraccio a Cinzia e un segno di riconoscenza per quanti si mobilitano e denunciano queste sitazioni.
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