VENEZIA: Per gli oltre duecento operai morti a Porto Marghera

Laguna inquinata, processate Cefis e Necci

LUCA MOLLI

Lui non è sopravissuto, ma finalmente si vedono i primi risultati dell'inchiesta aperta dopo la denuncia di Gabriele Bortolozzo, l'ex dipendente della Montedison che per primo aveva parlato della responsabilità del colosso chimico sulle morti per inquinamento a Porto Marghera.

Al termine dell'udienza preliminare dell'inchiesta relativa alle morti di operai adetti al cloruro di vinile nelle stabilimento Petrolchimico, il gip di Venezia Gioacchino Termini ha disposto il rinvio a giudizio per 31 dirigenti presenti e passati di Montedison ed Enichem. Davanti al tribunale si presenteranno, fra gli altri, gli ex presidenti di Montedison Eugenio Cefis, Giuseppe Medici e Mario Schimberni, l'ex presidente di Enichem Lorenzo Necci e l'amministratore delegato Giorgio Porta, oltre a componenti dei consigli di amministrazione delle società succedutisi negli ultimi vent'anni e a responsabili dello stabilimento veneziano.

L'indagine, avviata tre anni fa in seguito ad un esposto diBortolozzo, poi deceduto, aveva portato all'accertamento di oltre 200 casi di malattie riconducibili all'utilizzo senza protezioni del cloruro di vinile monomero, e a una serie di perizie sulle acque della laguna prospicenti il Petrolchimico. Il processo si aprirà il 13 marzo prossimo davanti alla prima sezione penale del tribunale veneziano.

«Un primo successo». Questo il commento di Legambiente al rinvio a giudizio per 26 dirigenti di Montedison ed Enichem disposto dal gip di Venezia Gioacchino Termini nell'ambito dell'inchiesta su Porto Marghera. «Bisognava arrivare al processo - spiega l'associazione - ora si farà e prestò. Per Legambiente il disastro sanitario ed ambientale è «aggravato dal fatto che le persone che si sono succedute ai vertici del petrolchimico sapevano, ma non hanno fatto nulla per eliminare od interrompere l'avvelenamento degli operai, della laguna e dell'aria».

I reati di cui dovranno rispondere i dirigenti sono, a vario titolo, strage e disastro colposi, avvelenamento di acque colposo, omissione di cautele sui luoghi di lavoro, e altri reati minori di carattere ambientale. In un primo tempo, il pm Felice Casson aveva chiesto il giudizio davanti alla Corte d'Assise, considerando come reato più grave l'inquinamento doloso. Nel corso dell'udienza preliminare aveva poi chiesto la derubricazione a colposo di tale reato, in quanto non sarebbero emersi elementi certi della volontà, da parte delle aziende, di inquinare le acque della laguna.


da l'Unione Sarda del 15.11.97