Il razzismo attuale che più volte abbiamo definito come razzismo post-fordista è sostanzialmente una forma di discriminazione di tipo nuovo. Affonda le sue radici nelle modificazioni dell' organizzazione sociale e in particolare delle nuove forme di produzione e di lavoro degli ultimi 15-20 anni.
Gli anni '70 segnano il declino della forma lavoro definita dal conflitto grande industria da una parte e movimento dei lavoratori dall'altra; ad un livello più complessivo dalle forme del potere in senso assoluto e le grandi aggregazioni "massa" dall'altra (sindacati, partiti, studenti e così via). Non è il caso di affrontare qui una analisi sul fordismo e comunque potete trovare il nostro punto di vista in proposito all' http://www.geocities.com/CapitolHill/5577/flesha.htm sul caso del terminal Snam progettato per Monfalcone e respinto dal basso; vogliamo solo sottolineare che quel tipo do organizzazione sociale permetteva di definire la soggettività in rapporto al tipo di impiego produttivo, con la conseguente possibilità di miglioramento delle condizioni di vita ed una certa sicurezza per il futuro. E questo è fondamentale.
La situazione attuale è sotto gli occhi di tutti. Il "futuro zero" è la condizione normale per quasi tutti i giovani (e non solo quelli) specialmente nel momento di passaggio dalla fase degli studi a quella dei primi impieghi lavorativi. Si crea una contrapposizione netta tra le ultime generazioni e quelle precedenti che è innanzittutto esistenziale. Si viene a creare cioè un conflitto tra chi ha una soggettività fondata globalmente secondo un'impostazione tipicamente fordista basata sul concetto di vita-lavoro, magari sull'impiego fisso che dovrebbe creare un'identità sociale su di esso basata, e chi come i più giovani sono cresciuti e si sono formati nell'assoluta consapevolezza che l'impiego produttivo non è più la base della propria soggettività perchè saranno costretti a saltare da lavoro a lavoro nelle più assurde ed instabili condizioni, spostando il concetto di lavoro come secondario della propria identità costitutiva. Fermo restando che le modificazioni produttive attuali sono costutizione reale per tutti, la contraddizione risiede nel fatto che gran parte della gente resta ancorata al modello fordista precedente il che crea innanzitutto spaesamento e paura normalmente rivolta contro chi in una maniera o nell'altra potrebbe "rubare" l'unica, se pur miserevole, fonte di reddito oggi esistente.
Ed è su queste paure inconscie e latenti che per esempio la Lega, ma anche tutti i sostenitori del neoliberismo più selvaggio, giocano in maniera populista per dividere e sfruttare ancor di più la gente; non da ultimi dagli stessi immigrati che già risiedono in Italia e che magari lavorano nelle piccole imprese del nord-est gestite guarda caso da imprenditori legati alla Lega e alla Life. Marocchini, albanesi, africani, gente dell'est europeo, tutti devono essere calati loro malgrado nel ruolo di criminali, spacciatori, stupratori e così via per condurre meglio il gioco.
Nel così detto nordest, punta di diamante dell'economia nazionale italiana, questo è palese sotto tutti i punti di vista. Modello tipico dell'accumulazione flessibile in grande espansione verso l'economia ed il mercato globale che si riflette innanzi tutto sulle condizioni di vita e di lavoro: sfruttamento, precariato, inesistenza di misure di sicurezza, salari da miseria, orario di lavoro estenuante. Logiche supportate da una inesorabile erosione culturale; il modello impresa diviene imperante esaltando l'accumulazione di capitale ad ogni costo minando ogni concetto di solidarietà di base; tutti contro tutti, facendo crescere l'idea di una "nazione veneta o padana" inserita nell'economia mondo, quella che conta, quella di Maastricht, dei G10, e staccata dall'idea del welfare vista a ragione o a torto come caratteristica del governo di Roma.
La visione dello straniero diventa un mito oscillante tra i due poli opposti ma complementari che definiscono colui che sottrae ricchezza alla popolazione indigena e/o colui che deve essere sfruttato come esercito di riserva postfordista. L' esplosiva fusione dell'elemento storico-mitico-simbolico della Serenissima con l'aspetto economico ultraliberista della Life ha ormai cittadinanza politica.
In queste condizioni dobbiamo ripensare in maniera completamente nuova, diversa, sperimentale, le nostre forme dell'agire politico e comunicativo.
Nel nostro piccolo abbiamo verificato che la contraddizione sottolineata prima è una delle prime cose da tener conto. Il giovane che è impiegato nella piccola e media impresa postfordista avverte sulla sua pelle l'assoluta mancanza di un qualsiasi scopo esistenziale, lavora dieci e anche più ore al giorno per ricavare una miseria e non gli resta più il tempo materiale per i suoi interessi reali dato che, come detto prima, il lavoro non è più al centro della sua identità oggettiva. Questa è la situazione di gran parte dei fratelli che come noi si impegnano nei gruppi di base di questa zona; questa è esattamente la composizione sociale con cui in una maniera o nell'altra ci ritroviamo a fare riferimento.
Non abbiamo nessuna ideologia da seguire, niente più comunismo, lotta, collettivi, se questi concetti non riflettono le reali contraddizioni che avvertiamo sulla nostra pelle nei nostri territori; niente federalismo, municipalismo, cooperativismo, se questi non sono la risposta a dinamiche reali che partendo dal basso si alzano per ottenere conflittualmente pieno diritto di cittadinanza politica e sociale, con ogni mezzo e su ogni livello.
E cominciamo a farlo distruggendo ogni ipotesi di soggettività legate al passato fordista ed esaltando una mentalità nomadica che sappia interpretare i nostri interessi come sganciati dalla sfera produttiva in sé, per comunicare che esistiamo, desideriamo; siamo NOMADICI nel nostro modo di essere e di agire, nel nostro modo di scegliere come muoverci e con chi allearci su basi di affinità, per cambiare realmente e nel MOMENTO PRESENTE questo stato di cose che non ci va bene per niente, senza per questo risentire il condizionamento di una identità basata sul lavoro, legata alla recente ma trapassata costituzione fordista; per fare nostra tutta la ricchezza che i fratelli immigrati ci portano qui, e viceversa, in un continuo rimescolarsi di tutte le diversità che ci coinvolgono fisicamente, emozionalmente ed energeticamente.
COSI' COME I FRATELLI DELL' EZLN PRENDONO IN MANO LE ARMI AFFINCHE' QUESTE NON TUONINO IL LORO ROMBO DI MORTE, SENZA LA PRETESA DI ROVESCIARE UN GOVERNO PER SOSTITUIRNE UN ALTRO; SEMPLICEMENTE PER DIRE ESISTIAMO E ADESSO DOVETE PARLARE CON NOI!
Per questo aderiamo al Meeting Internazionale UN MONDO.... MOLTI MONDI, contro ogni forma di razzismo, leghismo, neoliberismo. secessione, omologazione.
InterzoNEtworK Agenzia per l'Agire Comunicativo (intzonet@hotmail.com)
INTERZONA HANDALA
COMITATO MARCOS anti S.MARCO
REALTA' AUTORGANIZZATE DEL MONFALCONESE, GORIZIA E BASSA FRIULANA