La Jornada 14 de septiembre de 1997

Nasce il FZLN al margine dello zapatismo armato come "nuova sfida"

[versione spagnola]

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, EZLN, ha precisato ieri che non farà parte del Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale, FZLN, convocato dagli zapatisti stessi il primo gennaio 1996, e che non abbandonerà le armi né si trasfomerà in una forza politica civile e pacifica.
"Ci sbagliammo", ha detto la dirigenza ribelle in un comunicato dove spiega che al momento di proporre alla società civile l'idea di fomare questo fronte, credeva che la pace fosse vicina e "che la nostra ribellione dovesse cercare nuovi percorsi e forme di lotta per continuare nel suo ostinato cammino".
Da parte sua Javier Elorriaga, membro del coordinamento del congresso costitutivo del FZLN, ha detto che la proposta di integrare una forza politica di tipo nuovo - che non cerca il potere - è parte degli attuali cambiamenti che comunque la società messicana manifesta dal 1968 attraverso l'autorganizzazione.
Si tratta, ha spiegato, di una nuova sfida all'attuale sistema politico "che sopravvive tra le ultime forme di autoritarismo dispotico; un sistema ripudiato da più di 17 milioni di messicani che hanno dato il loro voto all'opposizione, e dai più di 20 milioni che hanno deciso di non votare".
Durante l'inaugurazione del congresso di fondazione del FZLN, celebrato ieri nella sala Los Angeles della capitale, ci sono stati ancora ritardi di molte ore a causa della disorganizzazione e delle gomitate alla stampa, la quale ha presentato una lettera di protesta alla dirigenza zapatista, completa delle firme di circa cento fotografi, cameramen e reporter che hanno subito aggressioni fisiche e verbali negli ultimi giorni da parte dei componenti della sicurezza.
E' stato Javier Elorriaga a ricevere, alla fine dell'appuntamento, il testo steso dalla Fraternita dei Reporter e sottoscritto da molti conduttori radiofonici, giornalisti della stampa e della TV che ieri sono stati nuovamente minacciati di espulsione se non avessero accettato gli ordini dei componenti della sicurezza.

 

Comunicato dell'EZLN

Lì, tra eccessive misure di sicurezza, un comunicato dell'EZLN ha chiarito i dubbi relativi a cosa succederà della parte armata dello zapatismo nell'integrarsi al Fronte Zapatista, come era stato spiegato nella quarta Dichiarazione della Selva Lacandona 20 mesi fa'.
E, in riferimento alle ultime dichiarazioni del governo, sul fatto che l'EZLN si starebbe trasformando in forza politica con l'annuncio della formazione del FZLN, il subcomandante Marcos ha precisato che le armi non saranno abbandonate perchè "la pace è ancora lontana", a causa del governo.
Letto nel silenzio e davanti ai 1111 rappresentanti delle comunità zapatiste disposti disciplinatamente in fila nella sala da ballo, a nome del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno, CCRI, del comando generale dell'EZLN, il subcomandante Marcos ha affermato che il governo si rifiuta di dare soluzione alle domande degli zapatisti, obbligandoli a rimanere "con il volto coperto e la mano armata".
In diversi paragrafi del comunicato con data di ieri, la dirigenza zapatista ha reiterato la responsabilità del governo federale nel negare una possibilità di soluzione politica pacifica, giusta e dignitosa al conflitto armato, impedendo così l'abbandono delle armi, e quindi l'ingresso nel FZLN.
Attraverso il messaggio letto da Obet, membro della Commissione Politica che guida la marcia zapatista, l'EZLN precisa che assiste alla fondazione del FZLN solo come "osservatore".
Nel silenzio delle centinia di esponenti dei comitati civili di dialogo di tutto il paese - le basi del FZLN - la dirigencia del gruppo ribelle ha affermato: "Non ci trasformeremo in forza politica civile e pacifica; la guerra continua del sud-est messicano e noi zapatisti continuiamo ad essere armati e pronti a combattere. L'EZLN continua a sfidare il governo supremo con le armi e con la ragione".
Gli zapatisti hanno segnalato la strategia di menzogne elaborata dal governo, per vincerli. E' con ciò "che esso vuole combatterci attraverso divhiarazioni di funzionari, dicendo che ci trasformeremo in forza politica, che non c'é guerra nel sud-est messicano, che la sfida armata degli zapatisti non esiste. E' il governo che mente quando dice che gli zapatisti abbandonavano le armi senza aver ottenuto nulla e enntravano nella vita istituzionale politica", ha accusato l'EZLN.
E ha ribadito: " non è così (...) l'EZLN continua ad essere armato, clandestino, ribelle e vivo".
Dopo essere stati ricevuti al grido di E-Z-L-N e VIVA IL MESSICO, il silenzio é aumentato quando gli zapatisti hanno detto ai loro compagni civili: "non possiamo stare con voi e insieme a voi come eguali". Ma neanche, hanno chiarito, "possiamo continuare atrattenervi chiedendovi di aspettarci, non permettendovi di avanzare".
Nel mesaggio diretto anche ai circoli governativi, l'EZLN ha chiarito che non sarà una forza militare a diriger il percorso civile del FZLN e metterlo in pericolo.
" Non deve e non può essere così " , hanno detto dopo aver segnalato che il FZLN deve continuare a crescere. " deve avere un proprio volto" e fare della ragione e della tolleranza le proprie armi.

 

La Formazione del FZLN, doppio debito: Elorriaga

Javier Elorriaga ha spiegato che la formazione del FZLN ha un doppio debito. Primo come partre delle lotte storiche di resistenza popolare e di difesa della sovranità nazionale; e secondo come risposta all'iniziativa che l'EZLN lanciò il 1° gennaio 96 con la QUARTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA.
Una tappa, aha spiegto, che cerca di cojntinuare i passi iniziati dall'EZLNper risapetttare il mandato della Consulta Nazionale per la Pace, tenutasi 2 anni fa, e che ebbe tra i suoi risultati la richiesta di creare una forza politica di tipo nuovo. Secondo Elorriaga, la fondazione della Fronte si tiene ne mezzo di uno di quei cicli storici che, malgrado le nuvole minacciose, è caratterizzato dalla speranza. Per questo, ha precisato prima di concludere l'intervento e prima del ritiro degli zapatisti a El Molino, Iztapalapa e costruito dal Fronte Popolare Francisco Villa, "ci stiamo costituendo come FZLN per contiunare a lottare contro un sistema marcio, per continuare a lottare per l'impossibile senza alcuna timidezza perchè ci mettono al lato sinistra senza nessun tentennamento nell'esigere che tutto deve essere cambiato, senza il permesso di alcuno".

BLANCHE PETRICH
Un parto molto complicato quello di nascere cone FZLN, senza essere parte dell'EZLN, con mandato della Consulta dell'EZLN; con la vocazione e l'ordine di percorrere al via pacifica ma con il fior fiore dello zapatismo che, alzandosi ina rmi, ha letteralmente occupato il cuore fisico dello spazio eletto a luogo di nascita: la Sla Los Angeles, del distretto Guerrero.
E' molto difficoltoso .
per una organizzazione che si propone di essere "di nuovo tipo", con consegne quali "comandare, obbedendo" e "parlare ascoltando", e che lotta per distaccarsi chiaramente dal PRD, ma che ha tra gli invitati, non d'onore ma come uno dei tanti, il nuovo governatore del Distretto Federale, Cuauhtemoc Cardenas, al quale, afferma, che questo sforzo per costruire questa frontiera "che io non vedo"tra lo zapatismo cilvile e il perredismo (da PRD) è " qualcosa che non mi toglie il sonno".
Secondo le cifre approsssimative degli organizzatori del FZLN , sono "più di 5000" i comitati che hanno sollecitato il suo ingresso in 31 stati della Repubblica, senza contare il Chiapas. I comitati del Chiapas sono pari quasi altotale di tutti gli altri. Mom si offrono dati più precisi. Non c'è una dirigenza ma solo una faccia visibile, Javier Elorriaga, che è colui che parla a nome degli altri. Egli parla del "metodo zapatista" di fare le cose: un metodo che vuole sfuggire le forme tradizionali del fare politica, e che "ha mete ma non fini". Ieri hanno voluto fare un altro passo.
Nell'assemblea di fondazione sono giunti i 1111 con il volto coperto: il piatto forte, il momento migliore, l'orea dell'emozione e dell'affettto rivolto a questi uomini e donne - e alcuni bambini- indigeni che mostrano solo gli occhi adombrati e gli abiti poveri. Le file perfette e silenziose di ribelli hanno occupato ogni centrimetro della pista da ballo. Hanno volto - ha chiarito il compagno Carlos- il ruolo di osservatori.

 

CIO' CHE AVREBBE POTUTO ESSERE E NON E' STATO

Nel suo discorso Carlos, delegato dell'EZLN ha spiegato perchè lo zapatismo insorto in armi non può ancora camminare a fianco dello zapatismo civile: "Perchè il malgoverno ci obbliga a mantenere le armi". E' una risposta alle aspettative proposte solo Martedì 9 dal segretario di governo, Emilio Chuayfft, che di fronte all'assemblea plenaria alla camera dei deputati ripetè che la conversione dell'EZLN in forza politica "sarà salutare per il paese". Proprio quello che avrebbe potuto essere e non è stato.
E' questa la pura sostanza dell'argomento assolutamente non facile da capire, sul perchè l'EZLN e i suoi 1111 membri "nascosti" e festeggiati saranno "organizzazioni sorelle ma distinte" rispetto al Fronte appena nato; sul perchè cammineranno insieme ma distinti. Il discorso letto da Carlos, sottoscritto la subcomandante Mrcos, sottolinea: "E' una ferita che ci separa e ci fa piangere". Ma è così perchè, aggiunge, nel Sudest continua la guerra e perchè continua "l'inganno del malgoverno".
Così, con il mandato della Consulta dell'EZLN ma senza l'EZLN, "questa organizzazione (il Frente) deve piortare a compimento la sua nascita, ha raccomandato Carlos. E ha dato l'incitazione finale con: "il Messico ne ha bisogno". E' il quarto tentativo. Deve funzionare. Il Frente raccoglierà l'invito.
Una cosa però è fondare un organismo con un tale mandato e altra è lasciarlo andare. Perchè il nuovo fronte cammini e sia una realtà, deve ancora prendere decisioni vitali per stabilire le sue basi, i suoi obiettivi e la sua piattaforma. Aspetti che. tra altri che seguono, dovrà discutere nei prossimi giorni all'interno dei 14 tavoli di lavoro: essere o non essere corporativo. C'è il caso del Movimento Huasteco Democratico che assicura di avere 20.000 militanti e che sollecita la sua incorporazione al Fronte in blocco per i 20.000. Altro comitati, grandi e piccoli, sostengono che la partecipazione deve essere individuale. Questo è un dilemma da risolvere insieme alle forme di rappresentanza a livello municipale, statale, regionale e nazionale.
Quale direzione può avere un Fronte che mette in primo piano i principi di non lottare per il potere e di comandare obbedendo? Gli attuali organizzatori, che non si definiscoro dirigenti, affermano che si tratta di avere non una ma 5.000 teste e che la leadership deve sorgere come processo di definizione dalla base.
Quale forma di controllo rispetto alla base? Come articolare l' idea del referendum, del mandato alla base e della resa dei conti? Come si delega la responsabilità in corpo dirigente? Con voto diretto o per rappresentazione? Cme si assicura una direzione democratica?
Come si risolve il "comandare obbedendo", il "no alla doppia militanza" e il principio di non lottare per il potere con la realtà del centro cardenista messicano che ora confluisce chiaramente nello zapatismo civile? Gli organizzatori dicono che questa non è una questione di sostanza ma la base non parla di altro.

 

I 1111 SOTTO L'ACQUA

"Io sono incazzato" dice Octavio Capuzano, operaio e sindacalista del SME, che non è "cardenista nel cuore". Ma zapatisti e cardenisti, opina, non sono "cose escludenti" e, in alcuni momenrti, "bisogna appoggiare il PRD per ottenere i cambiamenti che tutti vogliamo".
"Ma no!", ribatte Fabiola Bolanos del Comitato Tlalpan per la Democrazia. "Se il PRD entra, dobbiamo cambiare il nostro principio di non aspirazione al potere. Non bisogna scordare che alcuni leader del PRD hanno fregato l'EZLN. Bisogna identificare ciò che si vuole: se stare qui o stare là".
Queste sono solo due posizioni di un dibattito che si darà nei prossimi giorni.

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Se non fosse il malessere dei giornalisti, tanto perseguitati, sarebbe tutta una festa. Tra la stampa circola una lettera di lamentele per laa ossessione del servizio d'ordine del gruppo organizzatore che ha fatto scaturire tra i responsabili il piccolo poliziotto che tutti portiamo dentro.

 

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