DISEGNO DI LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE

RAZZISMO STOP

DIBATTITO E COMMENTI
SUL NUOVO DISEGNO DI LEGGE

incontro tenuto in occasione dell'inaugurazione della sede di RAZZISMO STOP Padova, 1 Marzo 1997

Introduzione di Gianni Boetto:

Questa sede delle associazioni "Razzismo Stop" e "Oltre il muro", non è stata ottenuta in maniera semplice, abbiamo dovuto lottare per oltre un anno, ponendo il comune di fronte a dei dati concreti molto precisi, in una città come Padova dove le uniche due associazioni che in realtà sono quotidianamente all'interno del mondo degli immigrati.
Quello che facciamo è semplicemente perché crediamo che è possibile evidentemente vivere anche in una società migliore soprattutto dopo il fatto che una presenza consistente di immigrati sta cambiando la faccia della nostra società.
È quindi fondamentale un azione antirazzista in primo luogo e poi improntare un terreno di solidarietà che non vuole essere uno sterile solidarismo ma vuole essere lotta per i diritti uguali per tutti.
Questo è quello che ci ha contraddistinto in questi anni di lavoro e di iniziative politiche con gli immigrati , ricordiamo solo tutte le vicende: da quando abbiamo iniziato, con le occupazioni delle case negli anni novanta, poi via via le lotte per quanto riguarda i campi profughi, la vicenda dell'assassinio di Tarzan Sulic, l'ultima vicenda sul decreto Dini sull'immigrazione che ci ha visto assieme alla Rete Antirazzista ed altre associazioni a livello nazionale, portare avanti le giuste rivendicazioni da parte del mondo degli immigrati e degli antirazzisti.
Noi oggi apriamo questa sede con l'intento di continuare questa battaglia perché crediamo che una società multietnica non è priva di contraddizioni anzi, vediamo quotidianamente quali sono i problemi, gli ostacoli, gli atti di razzismo che costantemente gli immigrati si ritrovano a vivere.
Crediamo che questa sede possa divenire molto importante per la vita di questa città.
Abbiamo già abbozzato delle linee generali in cui intendiamo muoverci, riprenderemo i corsi di italiano, partiremo immediatamente con la consulenza legale con l'ausilio di un avvocato, vorremmo formare un osservatorio sugli atti di razzismo e di discriminazione che avvengono costantemente nei posti di lavoro, negli uffici pubblici, nelle questure, un po' ovunque, perché riteniamo indispensabile denunciare questi atti.
Queste sono solo alcune cose che vorremmo attuare, la sede verrà attrezzata ulteriormente (dopo tutti i lavori che abbiamo dovuto fare senza aver avuto nessun aiuto dal Comune) e dovrà essere vissuta in primo luogo dagli immigrati, necessariamente protagonisti da qui in divenire perché sia possibile costruire una società multietnica non razzista.
Presento il nostro ospite Dino Frisullo della Rete Antirazzista e di Senza Confine di Roma; impegnato contro le leggi che in questi anni volevano costruire muri e fili spinati alle frontiere e creare dei percorsi discriminatori rispetto agli immigrati.
Parleremo del nuovo disegno di legge, dove riteniamo che ci siano degli aspetti che allargano i diritti fondamentali come il diritto di voto pero' ci sono degli aspetti negativi che riguardano le procedure d'espulsione, riguardano le modalità dei flussi migratori in Italia dai paesi stranieri, che riguardano ancora i diritti dell'immigrato di fronte alla legge.
Avevamo evidenziato con il decreto Dini delle differenze tra il cittadino italiano e quello straniero, in questa legge viene riconfermato in maniera molto netta.
Riteniamo che si apra una battaglia molto forte, molto dura, anche su gli aspetti negativi di questa legge, perché fascisti , le destre sono già mobilitati ritenendola troppo permissiva, contro il diritto di voto ecc..

Intervento di Dino Frisullo:

Noi, voi, siamo tutti in lavoro in corso, come per tutta la Rete Antirazzista, sul nuovo disegno di legge ma anche su tutta la nuova legislazione, perché una cosa da ribadire per tutti e anche per i compagni immigrati che questo disegno di legge diventerà legge, forse, non si sa come, se trasformato cambiato e soprattutto non si sa quando.
Le previsioni più ottimistiche parlano di luglio, quelle più pessimistiche parlano di dicembre o mai.
Se dovesse essere questa o peggiore non penso sia un segno di ottimismo augurarsi la sua approvazione.
Quindi per un periodo di quattro mesi a un anno noi continueremo a non avere una legislazione sull'immigrazione, che non sarebbe un male se le legge che abbiamo ora fossero buone .
La situazione che abbiamo oggi sono frontiere totalmente sbarrati agli ingressi per lavoro.
Il Decreto sui flussi è stato fatto in gennaio, quello previsto per la legge Martelli per il '96, cosa ridicola, perché dovrebbe essere programmazione.
Circolari del Ministero del lavoro, impediscono di entrare, impongono la verifica preventiva anche per le colf, che finora era concessa. Era una delle possibilità nella strada tortuosa per cui si accedeva in Italia per altri lavori, ora è sbarrata, a parte le soglie di reddito.
Napolitano è andato in Albania, Serri in Tunisia per firmare accordi sulla vigilanza delle frontiere e per la riammissione degli espulsi ma non per i flussi di ingresso per lavoro.
Si avvicina l'estate che sarà ancora di caporalato e di lavoro nero stagionale per decine di migliaia di immigrati e nessuno parla nel Governo di spiragli per gli ingressi per lavoro.
Questo significa fare un favore ai mercanti di clandestini e significa preparare nuovi naufragi.
Con l'assenza della nuova legge e anche se quella che sarà approvata sarà migliore, non è tollerabile tenere le frontiere sbarrate agli ingressi per lavoro, ne che si continui a respingere i profughi, non solo della ex Iugoslavia ma anche dall'Algeria, pensiamo a situazioni come il Burundi, Ruanda, Kurdistan, respingendoli senza nessuna carta scritta, che nel nuovo disegno di legge diventa ufficiale, non è tollerabile che per la sanità chi si ritrova senza lavoro non rinnova l'iscrizione all'ufficio di collocamento, per cui cancellazione dalle liste delle USL (a Trieste già mille casi), nella nuova legge verrà garantita.
Ma anche nell'attesa della nuova legge occorre imporre alcune cose subito, se no le persone muoiono per mancata assistenza, per ingresso clandestino, di sfruttamento.
Il dibattito sulla nuova legge non esaurisce i nostri compiti.
Ci sono ancora le code per il Decreto, a Napoli sono già mille i decreti di espulsione o i rigetti eseguibili da espulsione delle domande di soggiorno presentate dagli immigrati. A Palermo ancora un quarto sono ancora inevase, sono quindicimila a livello nazionale. E ancora molti che avevano presentato domande in base a decreti che sono stati ritoccati, reiterati, e hanno subito più di qualche rigetto in base ai decreti, ma quei rigetti ed espulsioni rimangono.
Dovremmo chiedere per cui una moratoria delle espulsioni, con la legge Martelli ci fu, per una ragione di buon senso quando cambi le carte in tavola .
Chiederemmo l'esito positivo, il riesame quando necessario, di tutte le domande di soggiorno, oltre alla questione della sanatoria.
L'aspetto dei profughi è un capitolo dolente, non è ancora stata fatta una direttiva e nuova applicativa della 390 (della ex Iugoslavia), per cui le questure non stanno emettendo ne nuovi ne rinnovi dei permessi di soggiorno per motivi umanitari.
Ormai è una prassi diffusa in tutta Italia, pian piano con strumenti amministrativi si impone il rimpatrio.
Per questo ritengo che far pressione sull'oggi e pressione sulla nuova legislazione hanno pari dignità.
La nuova legge è come un mosaico, pezze belle e pezze brutte, senza un filo di coerenza logica. Impresentabile per gli aspetti più importanti, lo status degli immigrati, il rapporto quotidiano del cittadino extracomunitario con la pubblica amministrazione, con lo Stato, con la società (ingresso, soggiorno, carta di soggiorno, ecc..).
C'è una contrattazione preventiva con la destra, c'è il rispetto di alcuni diritti ma nel contempo ci sono le espulsioni, c'è il controllo, c'è la vigilanza speciale dell'immigrato in genere.
È un operazione pericolosa, partendo da una base già arretrata e di compromesso, perché la destra è già partita all'attacco dentro il Parlamento e fuori.
Si arriverà ad ulteriori compromessi, ci sono già proposte di introduzione del reato di clandestinità, ecc.. Per cui una maggioranza fragile che va allo scontro con una destra forte e determinata su una base di partenza di compromesso, cosa ne uscirà?
Dipende anche da noi, dalla pressione degli immigrati, dal movimento antirazzista sulla sinistra, sul Governo, sulle destre. Non bisogna aspettare la mossa del Governo, bisogna essere contro la concezione che tutto sommato rispetto alle legislazioni europee è anche positiva, la meno peggio.
Se passa questo senso comune, non solo passa questa legge ma avremo qualcosa di molto peggio.
Questo giudizio divide anche l'associazionismo. Il governo si è intascato anche questo risultato, dopo che solo cinque anni fa, le associazioni, i sindacati, il volontariato, chiese, centri sociali, avevano creato un fronte vastissimo per la sanatoria, cosa mai successa a livello europeo. Oggi con un governo di centrosinistra l'associazionismo è diviso. I sindacati o tacciono o votano apprezzamenti sulla legge (contro gli immigrati che ne fanno parte).
Gran parte delle associazioni pensa che l'impianto è buono. Noi possiamo dire che l'impianto è cattivo ma ci sono delle cose buone dentro. Per cui bisogna far emergere i contenuti.
Nell'art.14 si dice che anche per reati lievissimi, per guida senza patente, reati dolosi non colposi, possono dare quindici giorni di carcere o commutarmelo con l'espulsione su decisione unilaterale del Giudice, su questo articolo i giuristi italiani tacciono. È la risoluzione finale contro l'affollamento del carcere. È impensabile che non ci sia una rivolta morale e civile qui in Italia.
Lavoriamo su questo, denunciando punto per punto, con estrema lucidità le incongruenze rispetto alle finalità annunciate di questa legge.
Dobbiamo fare una operazione di verità: questo governo dice che questa legge apre ad ingressi legali per lavoro e quindi previene la clandestinità, ma non è vero purtroppo perché questa legge ancora istituisce le liste (già nella legge 89), presso i consolati, ma solo i consolati di quei paesi che istituiranno degli accordi bilaterali, basati a delle concessioni sulle riammissioni degli espulsi e sulla vigilanza delle frontiere.
In Italia gli immigrati vengono da 170 paesi (in Francia 15), stabilire un meccanismo di accordi bilaterali significa che quegli immigrati provenienti da quei paesi dove non ci sono accordi, non hanno nessuna possibilità se non quella di ricorrere ai mercanti di carne umana.
Inoltre da queste liste si potrà entrare o per chiamata nominativa o per garanzia nominativa tramite i sponsor. Queste sponsorizzazioni paternalistiche, sono più un meccanismo di assunto razzista basato sul concetto che un immigrato dal primo giorno che entra in Italia è un peso per la collettività, per cui qualcuno deve farsi carico anche economicamente ed è un meccanismo pericoloso per i rischi di speculazione, è in pratica il caporalato a livello internazionale legalizzato. Questo è uno dei punti di divisione dell'associazionismo.
Culturalmente noi siamo per le aperture delle frontiere, poi le culture devono fare i conti con la realtà concreta, allora il minimo che si deve chiedere al governo è che si apra per gli ingressi per ricerca di lavoro, perché tra l'altro l'incontro fra l'offerta e la domanda non si fa a monte, solo per le agenzie cattoliche che reclutano le colf nelle filippine.
Ingressi per ricerca di lavoro su una stima di massima, dove l'immigrato possa entrare in maniera paritaria da qualsiasi paese. E quando ci sarà questo sistema la nigeriana, l'albanese avrà un'altra possibilità rispetto al mercante turco o albanese o italiano che gli propone di pagare cinque milioni e non altrimenti.
Questa legge configura un percorso di cittadinanza, come dice la Turco, dovrebbe avere per cui come termine la cittadinanza formale, ma questa legge non cambia nulla dal '92 quando si introdusse il diritto di sangue, evitando la naturalizzazione dei nati in Italia, allungando a dieci anni l'accesso alla cittadinanza, rendendolo discrezionale (ci sono centinaia di casi che si vedono rifiutare la cittadinanza perché non hanno reddito sufficiente oppure perché non corrisponde ad interesse pubblico) e impedendo la doppia cittadinanza, per cui impedendo ai pochi, di rinunciare alla cittadinanza d'origine, di rinunciare alle proprie radici.
Queste norme noi vorremmo cambiarle e queste non vengono cambiate da questo disegno di legge.
È un percorso di cittadinanza zoppo perché, è vero che per la prima volta viene introdotta in Italia la carta di soggiorno, dopo sei anni di soggiorno regolare, è vero sia a tempo indeterminabile per cui non più soggetta a rinnovo, è vero anche che la carta di soggiorno è revocabile se sospetto di reato, di essere incline a reato. L'unica differenza dal permesso, per chi ha la carta dovrà avere un provvedimento cautelare preventivo ( confino , obbligo di firma) e dopo l'espulsione.
È revocabile la carta di soggiorno in caso di rinvio a giudizio o condanna in primo grado non per i reati gravi in cui si parla nella relazione introduttiva alla legge ma in tutti i casi in cui si applica l'arresto in fragranza anche facoltativa (tutti i reati da rissa aggravata in su) e per i rinviati a giudizio.
Il diritto di voto è legato al possesso della carta di soggiorno.
Non viene accolta poi la richiesta, l'istanza civile anche di molti consiglieri comunali, che il comune diventi titolare delle pratiche di soggiorno e di ricongiungimento familiare togliendolo finalmente dalle questure. Questo non c'è in questa legge, tutte le competenze rimangono alla questure, non solo ma diventano molto più invasive nella vita quotidiana degli immigrati. Questo vuol dire che ogni poliziotto può' richiedere la provenienza del mio reddito, i documenti ,e se non si ha un "giustificato motivo" (per cui solo la denuncia di smarrimento) c'è la condanna a sei mesi di carcere.
Il permesso di soggiorno è revocabile se non si hanno più i requisiti iniziali, la carta di soggiorno no. Reddito e lavoro, i requisiti iniziali, se si perde il lavoro non si può' perdere il permesso secondo la legislazione europea sul lavoro, ma se ho un reddito insufficiente posso perderlo.
È vietato per cui all'immigrato di essere povero, questa è una logica che ripercorre tutta la legge. l'immigrato è ben accetto se ha una buona condotta e se è ricco; se è povero e se prima o poi incorre nella legge è meglio che se ne vada.
C'è qualcosa di buono sui permessi di studio che possono essere trasformati in permessi di lavoro. Ma la polifunzionalità dei permessi, di lavoro in studio e viceversa o per famiglia ecc. è rinviato ai regolamenti applicativi che usciranno tra sei mesi.
Poi c'è la grossa questione degli accordi di reciprocità legata al lavoro autonomo.
Tutti gli immigrati che con grossi sforzi si sono costruiti delle cooperative o sono soci e se hanno il permesso di soggiorno per lavoro dipendente, non possono essere soci lavorativi e non possono rinnovare il permesso di soggiorno in assenza di questo vincolo di reciprocità. Per cui un immigrato da un dato paese non può' aprire un'impresa in Italia se non è possibile tramite accordo che un italiano possa aprire un impresa nel suo paese, con la differenza che l'Italiano lo fa tranquillamente e non chiede nemmeno conto alla legge, anzi.
La questione della reciprocità non è risolta, in futuro si entrerà per lavoro autonomo previa richiesta di una licenza preventiva, del Comune o della Camera di commercio, e un nulla osta preventivo del paese d'origine, e possesso di una congrua somma di denaro.
In sostanza solo il businessman e non certo il lavoratore autonomo normale (il venditore).
Salta il vincolo di reciprocità per quelli che sono già in Italia ma solo in maniera transitoria, per il primo anno di valenza della legge. È rinviato poi al regolamento applicativo quasi tuta la questione.
Sull'aspetto del diritto di voto è falso che corrisponda alla direttiva del '93 del Consiglio d'Europa, che non è stata rettificata dall'Italia, perché prevedeva che gli immigrati potessero votare in tutte le elezioni locali e non solo quelle comunali, dopo cinque anni e non come in questa legge sei anni, e soprattutto prevedeva che potessero votare alla stesse condizioni dei cittadini italiani (per gli italiani il diritto di voto si perde nei casi di sospensione dei diritti civili, per l'immigrato è condizionato alla perdita della carta di soggiorno), quindi il diritto di voto è un diritto condizionato che riguarderà una minoranza.
È posticipato al '99, e il centrosinistra sta già facendo i suoi conti in prossimità delle amministrative.
Il punto più grave è il capitolo delle espulsioni e dei respingimenti.
Il respingimento rimane competenza della polizia di frontiera, mentre la Martelli prevedeva fosse formalizzato e ricorribile anche se non si faceva mai , in questa legge non c'è.
Nella relazione introduttiva si dice che varrà la ricorribilità di qualsiasi atto amministrativo, cioè si potrà fare appello come qualsiasi altro atto, ma è difficile che sia possibile perché in frontiera non verrà detto da nessuno all'immigrato.
Le espulsioni amministrative dal Tar passano ai pretori, entro cinque giorni; entro dieci giorni il pretore si deve esprimere. Nessuno ha detto cosa succede entro quindici giorni se il pretore non risponde, da esito positivo? gli da il permesso di soggiorno scavalcando la polizia? gli si da una proroga? La legge presume che i pretori rispettino i tempi, ma anche l'immigrato avrà difficoltà a rispettarli, presentare un ricorso entro cinque giorni al gratuito patrocinio, introdotto positivamente in questa legge, ma che richiede carte che si preparano in una settimana, il tutto magari dentro ad un centro di custodia dove non è previsto che entri l'avvocato, anche se è prevista la comunicazione telefonica con l'esterno.
Si lascia al prefetto, cosa ancora più grave di scavalcare anche questo tipo di ricorso nel caso in cui l'immigrato dia segnali concreti di sottrarsi al provvedimento. Quale immigrato sarà felice di avere un'espulsione? Quindi totale discrezionalità al prefetto, l'accompagnamento in frontiera vale anche in casi di sospetto e in questo caso avrà un mese di tempo per fare ricorso dal suo paese!
I centri di detenzione, chiamati centri di assistenza e permanenza, saranno vigilati all'interno e all'esterno. Gestiti dal ministero dell'Interno, saranno sette, ne è previsto uno nel nord-est. A regime ci saranno 1.200 immigrati imprigionati in questi centri, per un totale in previsione di 15.000 l'anno.
Tutti sanno cosa succede negli altri centri analoghi europei, sei cento internati in Francia, poche centinaia in Inghilterra, molte centinaia in Germania, sono lager quasi dappertutto, diventano bersaglio di azione xenofobe, focolai di tensione, e sono inefficaci.
Alle espulsioni amministrative si aggiungono quelle giudiziarie, decise dal giudice, nel caso di condanna di primo grado (la corte costituzionale ha già dichiarato che è anticostituzionale, a parte nel caso di pericolosità sociale decisa dal giudice), per espulsione sostitutiva della pena per qualsiasi tipo di reato, ledendo il diritto alla condizionale.
L'espulsione per sospetto viene affidata al prefetto, cioè l'autorità amministrativa di polizia. Poi atre cose, controlli sui vettori, possibilità di espulsioni collettive, in questo disegno di legge ci sono i charter, quando si parla di accompagnamento collettivo in frontiera con aerei, navi. Non l'hanno chiamato rimpatrio perché sarebbe scattato il divieto che è imposto da convenzioni internazionali.
Tutto questo configura vigilanza e inquisizione nella vita quotidiana degli immigrati.
Non è passato il divieto di espellere chi è nato in Italia, ne il divieto di espellere chi è presente anche illegalmente in Italia.
Questa legge poi , in maniera stridente, ha delle buone norme antidiscriminatorie. Sarà vietato ai datori di lavoro, affittuari ecc. fare discriminazioni su colore, razza, lingua rispetto all'accesso al lavoro, alla casa, ai servizi, alle utenze; con ricorso automatico al pretore e risarcimento dei danni.
C'è l'accesso alle case popolari, ai corsi di studio, all'educazione multiculturale, alla conservazione della propria lingua.
Tutte queste cose sono pero' demandate agli enti locali, il fatto che sia decentrato va bene pero' dovrebbe essere vincolata da una rete di norme proprio perché il comune, provincia, regione non faccia di testa propria ai danni dell'immigrato.