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Articolo pubblicato su il Manifesto
INTERNET Hobo Lo spettro della censura avanza strisciando lungo i cavi telefonici che collegano i milioni di utenti della rete Internet, mettendo a dura prova le speranze di chi vede nella rete delle reti una sorta di liberazione definitiva dalle imposizioni e restrizioni dei governi locali. Se nei paesi a regime autoritario la chiusura contro le possibili interferenze di culture estranee e' stata rigida ed esplicita fin dall'inizio, nei paesi del "democratico Occidente" l'operazione censoria procede piu' subdolamente, mascherata di volta in volta con diverse motivazioni di origine morale o legale. Gia' nel '95 era partita dagli USA in grande stile la campagna dell'amministrazione Clinton contro la diffusione via Internet di materiale "indecente", che lasciando nel vago la definizione giuridica del concetto di "oscenita'", di fatto bandiva una serie di comportamenti non omologati o scomodi, come ad esempio i gruppi di discussione sull'aborto o sull'omosessualita'. Su questa onda, il controllo dei contenuti di Internet, ultima frontiera del controllo sociale, e' progressivamente cresciuto e si e' diffuso, orientandosi sempre piu' sull'aspetto politico e assumendo una notevole importanza nella definizione delle nuove strategie di comando. Tant'e' che durante il vertice dei paesi del G7 tenuto a Parigi il 30 luglio scorso, sono state proposte una serie di restrizioni che vanno dal divieto alla censura di fonti ritenute "pericolose" o di organizzazioni politiche considerate "non gradite", all'imposizione del cosiddetto "key escrow" che permetterebbe ai governi di violare la corrispondenza privata anche quando essa sia stata crittografata. In questo scenario si inquadrano episodi sempre piu' frequenti, come quello dell'oscuramento di alcuni newsgroup ad argomento sessuale da parte del governo tedesco, della chiusura forzata del remailer finlandese anon.penet che garantiva a chiunque la possibilita' di comunicare anonimamente, e la recentissima decisione, sempre opera del governo tedesco, di oscurare tutte le comunicazioni da e verso il server olandese XS4ALL (si pronuncia come Access For All, accesso per tutti), che con i suoi 13.000 abbonati, frutto della scelta politica di garantire a tutti l'accesso alla rete mantenendo bassi i costi, costituisce uno dei piu' popolari fornitori Internet europei. La colpa di XS4ALL e' quella di aver ospitato nel suo server, in nome della liberta' di stampa e coerentemente con le proprie politiche libertarie, le pagine della rivista tedesca Radikal, da tempo bandita in Germania per l'espressione di un pensiero politico non compatibile. Pur essendo accusati di soli reati di opinione, numerosi redattori di Radikal sono stati arrestati in base alle leggi antiterrorismo e uno di essi e' tuttora in carcere. Felipe Rodriquez, presidente di XS4ALL, appellandosi all'art. 10 della Convenzione Europea per i Diritti Umani, che garantisce la liberta' di opinione e di informazione senza interferenze da parte delle autorita' e indipendentemente dalle frontiere, ha proposto alla comunita' Internet una forma di resistenza a questa imposizione repressiva: il mirroring, cioe' la copia delle pagine di Radikal su altri server, il maggior numero possibile, in modo da costringere la Germania a dover scegliere fra lasciar cadere la censura o condannarsi all'autoisolamento. E la proposta e' stata raccolta da un buon numero di amministratori di siti Internet (finora oltre 35) sparsi in tutto il mondo che, indipendentemente dalla condivisione o meno delle idee propugnate da Radikal, si sono schierati in difesa del diritto alla comunicazione, rischiando peraltro serie implicazioni giuridiche se, stando a quanto dichiarato da Felipe Rodriquez, fosse confermato che le autorita' tedesche stiano preparando le "procedure preliminari" per la prosecuzione dei responsabili della diffusione di Radikal attraverso Internet "anche se residenti all'estero". In Italia la rivista e' stata ospitata nel server di "Isole nella Rete" (http://www.ecn.org), nato da qualche mese come naturale estensione dell'esperienza accumulata ben prima che gli accessi ad Internet diventassero possibili in Italia dall'European Counter Network (E.C.N.), la rete telematica sorta all'interno di quelle realta', piu' o meno limitrofe ai centri sociali autogestiti, che in questi ultimi anni hanno lavorato sugli strumenti di comunicazione "alternativi", si trattasse di BBS, di radio libere o riviste di movimento. "Siamo infatti convinti - dice il collettivo E.C.N. presentando il proprio progetto - che le trasformazioni produttive e sociali avvenute in questi anni (effetto di quella che e' stata chiamata la Terza Rivoluzione Industriale) abbiano posto al centro dei giochi la comunicazione e reso di strategica importanza l'accesso, libero e indipendente, ai mezzi di comunicazione che innervano il globo".
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