Il Manifesto - 30.10.97

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Centosessantamila da Scalfaro

ANNA PIZZO - ROMA

O GGI POMERIGGIO alle cinque una delegazione dei 160 mila che hanno firmato la lettera per la concessione della grazia a Sofri, Bompressi e Pietrostefani, andranno a consegnarla direttamente nelle mani del presidente Scalfaro. Con il quale avranno un colloquio al quale parteciperà, tra gli altri, il presidente della regione toscana Vanino Chiti, Lisa Foa, Carlo Ginzburg, il vice presidente del parlamento europeo Renzo Imbeni, Mimmo Pinto, il sindaco di Massa Roberto Pucci, Jacqueline Risset, Elvira Sellerio e Antonio Tabucci. Ieri Marco Boato è intervenuto a commento della lettera di Scalfaro affermando che "non sta giuridicamente in piedi la valutazione della grazia come quarto grado di giustizia; qualunque grazia viene dopo una sentenza definitiva". Ha aggiunto che il presidente l'ha motivata "giuridicamente in un modo molto fragile" Boato, inoltre, ha criticato il momento scelto da Scalfaro. E ha aggiunto che "se è sbarrata la strada della grazia, è aperta una unica strada, quella della revisione del processo. Se venisse negata anche questa, vorrebbe dire che è "già stato deciso che questo dramma si tramuti in tragedia".

Abbiamo chiesto al presidente di Antigone, Mauro Palma, un chiarimento sulla revisione del processo, che dovrebbe essere presentata dai legali dei tre detenuti di Pisa entro novembre. "La revisione spetta alla Corte d'appello di Milano, che ha giudicato Sofri, Bompressi e Pietrostefani, ma sarebbe un fatto etico che quei giudici si astenessero e passassero la palla ad altri". Quanto alle 160 mila firme che oggi verranno presentate a Scalfaro, per Palma "il presidente non può non tener conto di un così forte movimento di opinione pubblica che ha la sensazione che non sia stata fatta giustizia. La revisione del processo è ora il diritto che deve essere concesso ai tre per dimostrare la loro innocenza e un'opportunità per la magistratura di riconquistarsi la stima". Interpellati dopo il primo incontro con sofri, dopo la lettera di Scalfaro, il figlio Luca ha detto: "Abbiamo parlato pochissimo della lettera di Scalfaro e ci siamo soffermati soprattutto su quella parte in cui viene sottolineato il carattere 'afflittivo' della pena: è una cosa che ha colpito molto entrambi", ha raccontato Luca Sofri. Che ha aggiunto di aver trovato il padre "molto su di morale, anche se fisicamente provato dal decimo giorno di sciopero della fame".

Gianni Mattioli deputato verde chiede "un atto di coraggio della magistratura milanese" che porti alla revisione del processo: "Bisogna anche avere il coraggio di dire che la fase istruttoria fu assolutamente carente. Chiunque abbia partecipato alla vicenda di quegli anni - aggiunge - sa che il modo di funzionare, di assumere decisioni, non era quello indicato da Marino e assunto dal magistrato. Perché non sono state interrogate le decine e decine di persone che possono testimoniare tutto questo e, in particolare, raccontare i giorni cruciali della vicenda Calabresi?". Il parlamentare Paolo Cento chiede che il parlamento abbia il coraggio "di superare con un provvedimento generale le conseguenze giuridiche di quegli anni" e giudica il diniego alla grazia "conseguenza di un clima politico che ancora non fa i conti con l'eccezionale movimento di trasformazione sociale e politica degli anni '70".

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