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Laboratorio di formazione e di sensibilizzazione per favorire una cultura della deistituzionalizzazione
Milano, |
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L'elemento fondante dello sguardo sulle reclusioni è solitamente un'epistemologia spersonalizzante che cancella la persona appiattendola a un reato, a una categoria psichiatrica o a uno stigma ghettizzante e che, di conseguenza, imposta ogni intervento sull'azione correzionale. Il mutamento di sguardo che questo laboratorio propone sollecita a riconsiderare le persone in qualsiasi forma recluse nella prospettiva aperta di potenziali de-istituzionalizzati e presuppone un'idea di pena non reclusiva oltre che una percezione dei dispositivi delle istituzioni totali come arcaici, deumanizzanti e inadeguati. A partire dall'esperienza diretta e dal nostro lavoro di ricerca l'ottica in cui ci muoviamo focalizza l'attenzione sulla persona, illuminando una zona solitamente oscura che è quella delle risorse vitali attraverso dissociazioni dello stato di coscienza cui le persone attingono per non morire. | ||
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Il laboratorio, rivolto ad operatori/operatrici del carcere, delle strutture psichiatriche, delle comunità terapeutiche, etc., rivolto a chi fa volontariato e a chi è sensibile a queste tematiche, si terrà nei giorni 7 e 8 marzo 1998 ed è così impostato:
PRIMA GIORNATA
SECONDA GIORNATA |
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La cooperativa Sensibili alle foglie è orientata a non chiedere retribuzioni per i formatori. Si richiede però un contributo di £ 100.000, comprensivo dell'acquisto di tre testi (Nel bosco di Bistorco, Reclusione volontaria, D'ogni dove chiusi si sta male), da leggere entro l'inizio del laboratorio, che verranno forniti all'atto dell'iscrizione.
L'ISCRIZIONE AL LABORATORIO | ||