La polizia sgombera il «Mamiani» occupato (cor)



La polizia sgombera il «Mamiani» occupato

 Interrogazione  della Sinistra  giovanile  sull'operazione  
Controllati  tutti i giovani 
 Dopo le dimissioni-denuncia del preside le forze dell'ordine 
intervengono nel liceo romano 

 Giulio Benedetti 

 ROMA - Il liceo classico «Mamiani», scuola simbolo della 
contestazione romana, occupato da dieci giorni, è stato 
sgomberato ieri pomeriggio. Gli studenti sono stati accompagnati 
nei commissariati di Prati, Porta del Popolo e in Questura dove 
sono stati identificati, perquisiti e riconsegnati ai genitori, 
indignati per il trattamento riservato ai loro figli, ragazzi poco 
più che quindicenni. «È stato un
 intervento esagerato - ha detto Maurizio Mannoni del Tg3, 
padre di una delle studentesse -, c'era uno schieramento 
antisommossa quando bastavano dieci agenti». 

 La polizia si è mossa per ordine del Tribunale dei minori dopo 
una dettagliata e drammatica denuncia del preside Giuliano 
Ligabue:  «Non è un'occupazione normale, la scuola è in mano a 
una banda di giovani, nota come "Flaminio mafia", dedita allo 
spaccio e alla  violenza. La contestazione politica questa volta 
non c'entra. È in gioco l'incolumità degli occupanti». Il preside, 
dopo averle tentate
 tutte, ha dato le dimissioni e ha consegnato le chiavi della scuola 
al ministro Berlinguer, che gli ha chiesto di restare. Lo sgombero 
ha  provocato una pioggia di reazioni. La Sinistra giovanile 
(Pds), pur contraria all'occupazione, ha chiesto ai parlamentari 
del Pds di  presentare un'interrogazione al governo «per sapere 
tutti i fatti di questo pomeriggio, come si sono svolti, cosa ha 
portato all'intervento
 della polizia». Un'interrogazione è stata presentata anche dal 
verde Paolo Cento. 

 Alle sedici l'edificio ottocentesco è stato circondato da auto e 
blindati di polizia e carabinieri. Gli agenti sono entrati ed è 
iniziata la perquisizione. Dall'atrio sono saltati fuori quaranta 
bastoni di legno, dieci tubi "Innocenti", un coltello di genere 
proibito, spranghe di ferro di varie dimensioni, catene, caschi di 
motociclista e un manganello per arti marziali. In un'aula c'erano 
un narghilé e venti grammi
 di droghe leggere. In un'altra due crocifissi appesi al contrario 
(fra i seminari durante l'occupazione anche uno sulla 
bestemmia). La polizia si è trovata di fronte a una scuola 
pesantemente danneggiata: wc divelti, scritte sui muri, armadi e 
vetrinette di gabinetti scientifici infranti, banchi accatastati. Nella 
sua denuncia il preside parla anche di una pistola, vista in mano 
ad un esterno, ma l'arma
 non è stata trovata. 

 Nel liceo occupato c'erano novanta persone in tutto. 
Trentacinque del «Mamiani», gli altri erano studenti provenienti 
da scuole vicine ed «esterni». Tra questi due universitari e un 
adulto. Sono stati fatti uscire tra due file di agenti e carabinieri. 
Nella piccola folla radunatasi davanti al liceo genitori indignati, 
ragazzi che lanciavano slogan contro gli agenti: «compagni in 
libertà o bruciamo la città»,
 ma anche applausi. Un ragazzo, contrario a questa occupazione, 
è stato preso a schiaffi e sommerso di sputi. Anche il preside è 
stato accolto da insulti e sputi. Un'insegnante di Storia dell'arte, 
Maria Rosaria D'Angelo, che era con lui, commenta: «In 24 anni 
non ho mai visto nulla di simile». Gli studenti sgomberati hanno 
accusato la polizia di averli intimiditi e si sono trasferiti in corteo 
nel vicino
 liceo scientifico «Talete». 

 A Roma le occupazioni e le autogestioni quest'anno si sono 
diffuse con particolare velocità. L'ultimo bollettino del 
Provveditorato parla di 21 istituti occupati e 40 autogestiti. Il 
«Mamiani» è stato uno dei primi. L'occupazione è avvenuta il 22 
novembre, contro la volontà della maggioranza degli studenti, ad 
opera del collettivo autonomo, che si è fatto scudo di parecchi 
Leoncavallini e autonomi
 del Veneto calati a Roma per una manifestazione. 
L'occupazione ha assunto subito connotati preoccupanti. Il 
secondo giorno uno spacciatore, che cercava di entrare, ha ferito 
uno studente colpendolo alla testa con una catena. Poi sono 
apparsi quelli del «Flaminio mafia». 
 L'occupazione del «Mamiani», imposta da una minoranza, ha 
provocato l'unione di tutti gli studenti contrari al blocco 
dell'attività didattica. I ragazzi del liceo e quelli di altri istituti 
ieri mattina hanno dato vita ad una manifestazione contro le 
occupazioni. La prima nel suo genere. Poi c'è stato l'intervento 
della polizia.