Capanna - Giuseppe Ferrara su Mamiani (cor)




IL LEADER STORICO DEL «MOVIMENTO»

Capanna: eppure adesso al Viminale c'è un pidiessino, non un 
democristiano 

 Antonio Troiano, 

 MILANO - Non nasconde l'amarezza Mario Capanna, leader 
storico del Movimento studentesco, nel commentare la nervosa 
giornata dei ragazzi del liceo ginnasio «Mamiani» di Roma. «Sì, 
è vero, c'è amarezza, una amara apprensione, che non posso 
nascondere perché non riesco a ignorare che tutto questo avviene 
mentre al ministero degli Interni non c'è un vecchio 
democristiano, ma Giorgio Napolitano, un ministro del Pds, 
ex Pci, nel primo governo di sinistra». 

 Eppure ieri la polizia ha fatto irruzione al liceo Mamiani. Un 
blitz in piena regola. Con auto e blindati. Ha fatto sgomberare 
l'edificio - occupato da dieci giorni - e poi ha condotto nel 
commissariato di zona per l'identificazione decine e decine di 
giovani. «Strano - dice Mario Capanna - anche perché una 
identificazione si può fare in qualsiasi luogo, senza portare gli 
studenti in questura. 

 «Speriamo, allora, che si abbia l'intelligenza di imparare dal 
passato. C'è sempre stato un gruppetto di qualunquisti o di 
persone più realiste del re che si opponeva alle occupazioni e alle 
autogestioni. Erano sempre delle minoranze, poche persone, e 
quando non c'erano si inventavano, ma bastava per legittimare 
irruzioni e sgomberi della polizia con il conseguente 
"stagionamento" di alcuni di noi
 nelle questure per alcune ore». 

 Purtroppo, aggiunge Mario Capanna, si continua a non capire 
che questo è «un modo miope di rispondere alle esigenze degli 
studenti.  Giovani che autogestiscono le scuole perché vogliono 
sperimentare una conoscenza critica che la scuola non dà». Ieri i 
liceali del
 Mamiani avevano invitato il regista Giuseppe Ferrara per la 
proiezione di un filmato sul popolo basco. E per partecipare poi 
a una discussione. «Una iniziativa che spiega la loro voglia di 
ricercare e capire». 

 Dalla protesta degli allevatori alla protesta degli studenti, il 
governo è stato criticato da più parti per le sue «risposte»: 
intervento massiccio della polizia, uso dei manganelli. 

 «Vero - dice Mario Capanna -. È un interventismo eccessivo, a 
maggior ragione stonato dato che al ministero degli Interni, 
ripeto, non c'è un democristiano ma un uomo di sinistra. Quella 
sinistra che ha inventato la cultura dell'occupazione, della lotta e 
della protesta studentesca. E proprio questo preoccupa e crea una 
amara apprensione. 

 «Bisogna adoperarsi - aggiunge l'ex leader del Movimento 
studentesco - per risolvere i problemi da un punto di vista 
politico, concreto, non come si sta facendo oggi. La storia ci ha 
dimostrato che l'intervento della polizia non è mai servito a 
risolvere i problemi. Anzi, semmai, li ha esasperati e aggravati». 

 Mario Capanna non si dice sorpreso dal comportamento del 
preside del Mamiani, Giuliano Ligabue, e dall'annuncio delle sue 
dimissioni poi ritirate e fatte seguire da soddisfatte dichiarazioni 
per l'intervento della polizia. «Vorrei ricordare al preside del 
Mamiani un suo collega: Daniele Mattalia, preside del liceo 
milanese Parini negli anni della contestazione studentesca. 

 «A un certo punto, con l'istituto occupato, si dimise perché 
attaccato da diverse forze politiche. Lo accusavano di non volere 
chiamare la polizia e ottenere lo sgombero. Sgombero che 
avvenne puntualmente dopo le sue dimissioni. Mi sembra che il 
preside del liceo Mamiani abbia adottato, trent'anni dopo, la 
stessa "coraggiosa" strategia». 



 
E il regista del «Caso Moro» 
fa «lezione» nelle classi ribelli

 ROMA - Anche un regista nel liceo occupato. «Ho diretto tanti 
film sulle battaglie per la libertà, mi sono sempre schierato là 
dove c'è qualcuno che ricerca la libertà. Al problema basco mi 
sono accostato nel '71, nel filmato Teatro di strada». Con queste 
parole Giuseppe Ferrara, il regista del Caso Moro, ha presentato 
ieri al liceo classico Mamiani, poche ore prima dell'irruzione 
della polizia, la proiezione di «Video Corsaro», trasmesso il 9 
novembre sulla Rai in «Tv 7». Subito dopo è stato proiettato 
anche il documentario «Euskadi, la guerra infinita...», versione 
dello stesso documentario in forma più ampia e inedita. I due 
filmati affrontano la questione basca.