Al Mamiani una brillante operazione da cani (man)



02 Dicembre 1997 

Al Mamiani una brillante operazione da cani 

Polizia e cani antidroga entrano, perquisiscono il liceo Mamiani occupato e
lo sgomberano. Fermati cento giovani 

A. P. - 

C' E' MODO E MODO per dimostrare di non essere d'accordo sull'occupazione
di un liceo. Il trattamento riservato ieri agli studenti che da dieci
giorni occupano il liceo Mamiani in viale Giulio Cesare č in assoluto il
peggiore e rinvia a
oscuri tempi del passato. Alle cinque del pomeriggio, infatti, un nutrito
schieramento di polizia munito perfino di cani antidroga č entrato nel
liceo del quartiere Prati per un perquisizione alla ricerca di ipotetiche
"droghe" che sarebbero circolate nell'istituto. Il bilancio č stato tra i
peggiori che si possano immaginare: fermati un centinaio di ragazzi, una
trentina i maggiorenni che sono stati portati alla questura di via Genova e
interrogati in modo a dir poco brusco. Quanto ai circa settanta minorenni,
sono stati condotti in via Ruffini, dove sono stati costretti a spogliarsi,
subire una perquisizione corporale, trattenuti per alcune ore e infine
"riconsegnati" ai genitori. Quanto agli esiti della perquisizione, sono
stati trovati
i bastoni in legno e i tubi innocenti tagliati (quelli che di solito
vengono usati per sostenere gli striscioni nelle manifestazioni),
manganelli giapponesi, birilli da bowling, e attrezzi del genere (usati di
solito nella pelestra). E, infine, il "corpo" del reato: una trentina di
grammi di marijuana. Inoltre, la polizia ha constatato che i muri interni
della scuola erano stati sporcati con scritte, che nelle aule banchi e
sedie erano stati danneggiati e che, motivo di scandalo ancora maggiore,
all'asta fissata fuori da una finestra del liceo č stata trovata appesa una
bandiera rossa.

La giornata, del resto, non si era aperta sotto i migliori auspici: circa
due, trecento tra studenti, insegnanti e genitori di quattro licei romani,
lo stesso Mamiani, il Righi, l'artistico Ripetta avevano sfilato per le vie
della cittā per manifestare la loro contrarietā alle occupazioni.
Contemporaneamente, il preside dello stesso Mamiani si era dimesso per
protestare contro quella che definiva "un'occupazione irregolare",
sostenendo che nella scuola erano presenti anche elementi estranei alla
scuola stessa. Un clima che, evidentemente, ha creato un pessimo corto
circuito, facendo individuare probabilmente al provveditore di Roma che ha
sollecitato il provvedimento di perquisizione del magistrato, nel liceo
Mamiani il luogo da
"colpire".