Blitz della polizia nel liceo occupato (sta)
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- Subject: Blitz della polizia nel liceo occupato (sta)
- Date: Tue, 2 Dec 1997 09:52:01 +0100
dalla Stampa
Martedi' 2 Dicembre 1997
Blitz della polizia nel liceo occupato
Aveva denunciato la presenza di "persone estranee alla scuola". Parte dei ragazzi
era contrario alla mobilitazione
Roma, sgomberato il Mamiani dopo la protesta del preside
ROMA. Blindati e pullman della polizia, agenti con i manganelli, gli scudi, gli
elmetti, traffico deviato e subito impazzito tra lampeggianti blu e suoni nervosi di
fischietto. Poi, dalla grande cancellata di ferro liberty del liceo, esce una fila di
studenti sotto scorta. Sono un centinaio che prendono la via di due commissariati
vicini e della questura centrale. Tra le urla e gli slogan di sostegno di un gruppo di
ragazzi tenuti a bada lungo il marciapiede e gli applausi di altri giovani che sono
dall'altra parte dello schieramento di polizia, anche loro guardati a vista.
L'occupazione dell'istituto superiore classico Mamiani, una delle grandi scuole
romane, è finita così. E, fino a sera, ieri, il borghese quartiere Prati è ripiombato
indietro di qualche decina d'anni: ai tempi delle occupazioni dure e degli sgomberi,
altrettanto duri, della polizia. "Hanno manganellato, spinto contro il muro,
inseguito per i corridoi", racconta Francesca, 15 anni, della V ginnasio.
Francesca, come tutti i minorenni, è stata riconsegnata ai genitori al commissariato
Prati, in via Ruffini, a poche centinaia di metri dall'ottocentesco complesso del
Mamiani che si affaccia sul grande viale delle Milizie.
Francesca è ancora spaventata. "Quando è arrivata la polizia eravamo quasi tutti
nell'aula magna a vedere un film: ''Indagine su un cittadino al di sopra di ogni
sospetto''. Sembra incredibile: anche nel film c'è una carica di polizia contro gli
studenti. I pochi ragazzi in servizio d'ordine hanno preso le manganellate. Poi ci
hanno divisi a spintoni: ragazzi da una parte, ragazze dall'altra e ci hanno
perquisiti". La perquisizione - alla ricerca di droga e di armi - era proprio la molla
ufficiale dell'intervento della polizia nel liceo. Con tanto di ordinanza emessa dalla
procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni che aveva ricevuto
sabato una denuncia del preside, il professor Giuliano Ligabue, preoccupato da
"strane presenze di personaggi esterni alla scuola".
In realtà, domenica scorsa, erano stati gli stessi studenti occupanti a cacciare dal
liceo alcuni giovani di una specie di banda conosciuta come la "Flaminio mafia" (il
Flaminio è un quartiere vicino) che hashish e marijuana li spaccia davvero. Una
banda di cui, secondo gli studenti del Mamiani, farebbero parte anche dei ragazzi
insospettabili, figli di diplomatici africani. Ma ieri della "Flaminio mafia" all'interno
del Mamiani non c'era traccia. Un comunicato della polizia fa il bilancio
dell'operazione: sequestrati bastoni, catene, tubi di ferro e 30 grammi di
marijuana. La perquisizione, di fatto, si è risolta con lo sgombero del liceo che era
stato occupato sabato 22 novembre.
Un'occupazione contrastata perché il "Cam", il Collettivo autonomo del Mamiani,
è un po' un cane sciolto di fronte alle varie organizzazioni di studenti che in queste
ultime due settimane sono arrivate a occupare 54 delle 242 scuole romane. Al
punto che contro l'occupazione del Mamiani non si era schierato soltanto il
preside, ma anche una consistente quota di studenti e gruppi come l'Uds (Unione
degli studenti) e Sinistra giovanile che sono collegate al pds.
Il fronte anti-occupazione non era rimasto con le mani in mano. Il preside aveva
esposto uno striscione fuori dalla finestra del suo ufficio. Un lenzuolo bianco con
una scritta in vernice spray blu: "La scuola sarà sempre meglio della merda". Il
professor Giuliano Ligabue aveva spiegato che la sua era una provocazione: "Una
frase tratta dal libro sull'esperienza della scuola di Barbiana per dire ai ragazzi che
li capiamo, ma che diciamo no alla prevaricazione di chi vuole impedire un
servizio pubblico". Sulla stessa linea era arrivata, una settimana fa, la lettera
aperta "per tornare a studiare" scritta da due studentesse, Claudia e Serena,
firmata poi da altri 160 ragazzi.
E, via via, un crescendo di manifestazioni fuori dal liceo contro l'occupazione (una
era in corso anche quando è intervenuta la polizia), fino alla spedizione, ieri
mattina, di una delegazione di studenti e professori al ministero della Pubblica
istruzione. Al termine dell'incontro con un collaboratore del ministro Luigi
Berlinguer, era stato emesso un comunicato in cui si notava che "per la prima
volta gli studenti si sono organizzati per dire no alle occupazioni in quanto lesive
del loro diritto a studiare e a criticare il ministro senza che le loro ragioni vengano
stravolte e screditate". In pratica, un anatema contro il collettivo del Mamiani. A
drammatizzare la situazione, erano arrivate anche le dimissioni del preside.
Ieri sera, dopo lo sgombero, il fronte anti-occupazione ha preso le distanze
dall'intervento della polizia. Antonio Ragonesi, responsabile scuola della Sinistra
giovanile del pds si è detto d'accordo sulla ripresa delle lezioni al Mamiani, ma
non su come la scuola è stata "liberata". I ragazzi cacciati dal liceo hanno
manifestato fino a tardi per il rilascio della trentina di studenti maggiorenni che
erano ancora in stato di fermo. Contro la polizia sono stati lanciati slogan come
"Conoscete solo la violenza", "Risponderemo con le barricate". Poi la tensione si
è allentata, ma la riapertura del Mamiani, oggi, non sarà forse l'ultima pagina di
questa vicenda.
Enrico Singer