Jude Woodward, CAIAB (Campagna Contro la Legge sull'Immigrazione e l'Asilo)
La sezione 8 dell'Atto sull'Immigrazione e l'Asilo entra in vigore il 27/1/97. Rende il datore di lavoro penalmente responsabile per la legalità dei dipendenti immigrati.
La legge dice "chiunque assuma un immigrato di più di 16 anni che non appartiene alle categorie della sottosezione (2), ossia coloro con il permesso di lavoro, sarà colpevole di reato".
Il regolamento di accompagnamento afferma che se il datore di lavoro ha visto un regolare numero di tessera sanitaria, e non ha altri motivi per ritenere l'individuo irregolare, non sarà perseguibile.
Nonostante ciò, molti datori di lavoro stanno chiedendo passaporti e altri documenti. Ciò non solo va al di là degli obblighi prescritti al datore di lavoro dalla legge, ma è in violazione dell'Atto sulle Relazioni tra Razze se l'individuo è di colore o appartiena a una minoranza etnica.
Gli immigrati regolari, che hanno il permesso di lavoro, non ottengono una tessera sanitaria finchè non ottengono un lavoro. Si troveranno perciò nel paradosso di non poter ottenere lavoro senza tessera sanitaria che non possono ottenere senza un lavoro. In assenza della tessera sanitaria c'è una vasta gamma di documenti che possono supplire, ma sono difficili da riconoscere e verificare dai datori di lavoro senza aiuto di uno specialista. Per un datore di lavoro rifiutare l'assunzione di chi non presenta una tessera sanitaria ma ha un documento valido sostitutivo significa violare le leggi sulla discriminazione razziale.
Tutto ciò porterà a un aumento delle discriminazioni e a un incremento della disoccupazione delle persone di colore. Molti datori di lavoro non considereranno nemmeno l'assunzione di qualcuno che potrebbe richiedere accertamenti, ovvero persone di colore, con nomi stranieri o non di madrelingua inglese.
Con la disoccupazione al 60% tra i neri di alcune zone, l'impatto sarà tragico per il benessere e i diritti della popolazione nera.
Le imprese di appartenenti a minoranze saranno oggetto di controllo da parte degli uffici di immigrazione per perseguire i datori di lavoro.
L'intero pacchetto sull'Immigrazione e l'Asilo è stato approvato in luglio nonostante l'intensa campagna attraverso il paese per fermarlo, e ora tutte le sue clausole sono entrate in vigore. Il governo era fermamente intenzionato a far passare per intero questa legge, e ha ignorato tutti gli accordi sugli emendamenti e le preoccupazioni di giudici dell'Alta Corte e molti altri. Tra la presentazione della legge nel luglio 95 e la sua approvazione nel luglio 96 sono state presentate in tutto il paese le ragioni per opporsi ad essa, tramite incontri e dibattiti pubblici, petizioni, cortei e picchetti. Se i nostri sforzi collettivi non sono riusciti a fermare la legge, almeno la campagna ha sconfitto i miti sui "falsi" rifugiati politici e il razzismo che la legge si trascinava dietro.
Anche dopo l'approvazione di questa legge, il CAIAB continuerà la sua campagna contro gli effetti di una tale legislazione e il suo ritiro, e contro il razzismo in generale.
Chiediamo al prossimo governo di rifiutare questa legge e di rivedere tutta la legislazione in materia di immigrazione per eliminare il razzismo e promuovere l'unità familiare. Contiamo su ognuno per far pressione sui propri candidati locali perchè inseriscano questi punti nei loro programmi elettorali.
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