SUL DIRITTO ALLO STUDIO

L'Università che negli anni 60-70 è stata aperta a tutti in seguito alle lotte degli studenti, arriva al collasso alla fine degli anni 80, visto che in questi ultimi venti anni non è stato fatto niente per migliorarne le strutture, la didattica ed il numero dei docenti.
Nel 1990 il Ministro Ruberti introduce l'autonomia degli atenei nella legislazione italiana con la legge 390. Questa legge delinea una situazione agghiacciante, che muta profondamente la struttura dell'Università:
-l'Università non fornisce più formazione, ma si mette al sevizio del mercato, di conseguenza l'Università crea solo il contingente di laureati necessario al mercato (il che spiega l'introduzione dei numeri chiusi);
- l'accesso all'Università è solo interesse ed investimento del singolo, che quindi deve pagarsi questo "servizio". L'Università pubblica non è quindi più patrimonio collettivo;
- l'Università non si pone il problema di rispondere alla crescente domanda formativa della popolazione, né tantomeno si occupa di incentivarla.

Nei fatti, dal 1992, è iniziata la politica dei numeri chiusi.
Contemporaneamente, gli studenti hanno subito un vertiginoso aumento delle tasse: dal 1992 ad oggi, a Firenze, le tasse universitarie sono passate da 300.000 lire ad 1.900.000 lire. Questo è avvenuto anche "grazie" al continuo disimpegno dello Stato nei confronti dell'Università; ricordiamo infatti che in Italia i finanziamenti statali alla scuola sono i più bassi in Europa, e che non sono mai aumentati in questi anni.
Dietro gli aumenti delle tasse non c'è solo il danno immediato subito dallo studente, ma si cela l'annullamento dell'idea di Università come risorsa collettiva di una nazione.
Questo significa che lo studente non deve più contribuire ad una struttura che vive di vita propria ed è finalizzata alla diffusione dell'istruzione superiore come bene collettivo: egli diviene "cliente" di un'azienda di formazione all'interno della quale fa un investimanto individuale non garantito da altri se non dalle proprie disponibilità economiche.

La bozza Martinotti non fa altro che proseguire questo cammino.

Il crescente disimpegno finanziario statale è ben evidente nei bandi di concorso per borse di studio ed assegnazione alloggi .

La situazione è aggravata dal fatto che la presentazione della domanda per la base di studio e posti alloggi con i vari dati patrimoniali è una autocertificazione quindi facilmente falsificabile. Le autorità di controllo che sono adibite alla verifica delle dichiarazioni effettuano i controlli soltanto sul 5% della popolazione studentesca che presentato domanda.
E' comunque facile che pur avendo i requisiti di reddito e di merito lo studente potrà risultare:IDONEO NON VINCITORE il che vuol dire che che per esaurimento delle borse di studio non ottenga nessun beneficio o sostegno e quindi gli viene negato il diritto COSTITUZIONALE ALLO STUDIO. A differenza degli idonei vincitori, lo studente idoneo non vincitore, si deve accollare la spesa delle tasse e del posto alloggio nella casa dello studente ammesso che sia così fortunato da trovarlo. La difficoltà ad usufruire delle case dello studente, deriva da una insufficienza numerica di posti letto. I posti letto di Firenze sono 800 su 6000 studenti aventi diritto e la probabilità di rientrare fra questi 800 è bassissima.
Una volta trovato il posto alloggio lo studente deve fare i conti con la realtà degradate nella quale vertono queste strutture. La casa dello studente di piazza Indipendenza mostra la sotanziale differenza fra l'apparenza e la sostanza. L'edificio dall'esterno sembra "modernoed efficiente tanto da dare l'idea che lo studente all'interno viva in ottime condizioni. Entrando nell'ingresso si ha la stessa impressione ma addentrandoci più all'interno si può notare già la differnza della colorazione delle pareti, che risulta molto vecchia, e dalla quale in certi punti cade l'intonaco. Ma andando più nella sostanza passiamo a problemi reali le strutture presenti nelle stanze come materassi ed armadi sono vecchissimi ed ormai logorati dal tempo. Per non parlare del problema dei bagni, che sono tutti comuni!, distribuiti uno su ogni piano con problemi notevoli. La sterilizzazione non avviene se non raramente ed in conseguenza di condizioni igieniche precarie. Ogni stanza è fornita di telefono che può solo ricevere chiamate. Le chiamate sono smistate dal centralino della Casa dello Studente del Viale Morgagni che ha solo 4 linee da distribuire fra la CDS diPiazza Indipendenza e Varlungo, il che comporta l'intasamento continuo delle linee e impossibilotà di ricevere telefonate. Nelle ultime settimane la situazione si è ulteriormente aggravata , infatti a causa del guasto della caldaia gli studenti sono stati sottoposti a fachiriche docce fredde!. I tempi per la riparazione del guasto si sono prolungati per TRE SETTIMANE!.
Analizzando la situazione dei posti alloggio si può vedere come pur pagando, nel caso di studenti vincitori e non, qualora lo studente stesso si assenti per un periodo di tempo più o meno prolungato, il posto letto può essere temporaneamente occupato da altri studenti dietro pagamento di lire 15000 al giorno, quindi la direzione incassa sia i soldi dello studente assente che quelli dello studente che occupa temporaneamente il posto letto. Una situazione alquanto incresciosa si verifica durante l'estate in cui lo studente deve liberare la camera entro il 31 di LUGLIO, per poter affittare il posto letto a persone anche non studenti a lire 30000. Quindi si verifica uno stressante trasloco dei suoi effetti personali nel magazzino comune, nel seminterrato.
Se lo studente fosse costretto a rimanere a Firenze per lavorare gli è consesso di rimanere nel suo alloggio pagando lire 30000 AL GIORNO!.
Da questo panorama si può scorgere la politica che vi è dietro la gestione delle case dello studente e la cosiderazione in cui lo studente viene tenuto: L'ARSU è propriamente una Spa quindi ha tutto l'interesse a trarre dalla gestione un profitto sempre più alto investendo poco e male e speculando sulla condizione dello studente, che a questo punto diventa la principale fonte di reddito tenuto conto del fatto che anche chi è alloggiato ed ha vinto la borsa di studio ha già pagato il suddetto alloggio, facendosi detrarre dall'importo della borsa il totale delle mensilità devolute per l'affitto. Per ciò che riguarda la mensa anche questa viene detratta dalla Borsa di studio, ma la cosa eclatante è che lo studente non può decidere di usufruirne o meno. Lo studente che non volesse mangiare alla mensa si vede addebitare il costo ugualmente.

SCIENZE POLITICHE OCCUPATE