Kurdistan Kurdistan: la lotta di un popolo per la libertà

Il Kurdistan è una regione compresa tra 4 stati (Turchia, Iraq, Siria, Iran),abitata da un'etnia che si differenzia dalle altre per lingua, cultura e tradizioni. Il ceppo da cui proviene questo popolo è quello indoeuropeo e non come potrebbe sembrare da quello semita. I Kurdi sono diretti discendenti dei Medi che furono assoggettati dai Persiani, da Alessandro Magno, dagli Arabi e dall'impero ottomano. Dal 1920, con il trattato di Sèvres, le potenze occidentali vincitrici della prima guerra mondiale si spartirono i resti dell'impero ottomano: il Kurdistan venne diviso in 4 parti tra Iran, Iraq, Turchia e Siria. Ancora oggi al popolo kurdo viene negato ogni diritto di unità e indipendenza a causa dell'enorme importanza strategica del suo territorio, dovuta sia alla particolare posizione geografica di ponte tra l'Europa e Medio Oriente sia alla straordinaria ricchezza del suolo e del sottosuolo(soprattutto di acqua, petrolio, minerali).E' soprattutto in Turchia dove risiede circa la metà della popolazione kurda, che la repressione di qualsiasi forma di dissenso e di rivendicazione della propria identità è più dura: migliaia di villaggi distrutti, deportazioni, processi di massa, sparizioni, negazione della libertà di stampa e di associazione e uso indiscriminato della tortura sono all'ordine del giorno. In particolare nelle carceri turche la situazione è esplosiva: i prigionieri politici, sottoposti a trattamenti disumani e privati persino del diritto di vedere i propri avvocati, hanno intrapreso lunghi scioperi della fame che hanno portato , dallo scorso anno a più di 20 morti. Tutto ciò avviene in un paese membro della NATO, associato alla Comunità Europea e firmatario delle principali convenzioni internazionali in tema di rispetto dei diritti umani con la complicità di tutti quei governi occidentali che continuano a vendere armi alla Turchia per milioni di dollari. Negli ultimi mesi sono sbarcati sulle coste italiane oltre a molti cingalesi, pakistani, egiziani un numero crescente di Kurdi. Secondo i dati forniti dall'Ics, sono state respinte nel primo semestre del novantasette 1171 persone provenienti dall' Iraq, 769 dalla Turchia, 674 dall'Algeria e 1631 dall' Albania( fonte:Manifesto 5/11/97). Il prefetto di Lecce nel frattempo continua a firmare provvedimenti di espulsione. Numerose associazioni hanno già preso posizione soprattutto contro l'espulsione di massa dei kurdi. Riteniamo che le espulsioni non fermeranno il flusso di uomini, donne e bambini che fuggono dai militari turchi(veri padroni della Turchia) e dal dittatore Saddam Hussein. Le pressioni politiche esercitate dall'UE e dall'Italia sono assolutamente insufficienti a fermare i bombardamenti dei villaggi Kurdi, legate come sono a forti interessi economici(l'Italia è il secondo partner commerciale della Turchia, dopo la Germania, inclusa la fornitura di armi). Esprimiamo la nostra solidarietà ai KURDI e a tutte le associazioni nazionali e internazionali che lottano per l'autodeterminazione di questo popolo.