PRESENTAZIONE

La commissione di studio sul documento di riforma dell'Università italiana "Autonomia didattica e innovazione dei corsi di studio a livello universitario e post-universitario" ha svolto i suoi lavori nell'ambito dell'occupazione della Facoltà di Scienze Politiche dell'Ateneo fiorentino. Per circa due settimane 44 studenti di diverso orientamento politico e culturale si sono adoperati nell'analisi accurata del testo della "Martinotti", utilizzando a questo scopo una notevole quantità di documenti e organizzando incontri con i docenti e con studenti di altri paesi.
L'attività, intensa e impegnativa, si è sviluppata attraverso una piattaforma comune di critiche e di proposte.

Il punto di partenza che abbiamo approfondito per elaborare ogni altra riflessione è l'idea di un'Università come comunità di persone che abbiano la stessa dignità; una comunità di docenti e studenti aperta alla società che viva in un clima di collaborazione, dove i secondi non siano merce di scambio di un mercato accademico in mano ai primi. La cultura deve recuperare il suo carattere nobile e non adattarsi alle momentanee esigenze del mondo del lavoro. Ci opponiamo all'Università come mero punto d'incontro tra domanda e offerta economiche.
Il principio del rispetto e del rafforzamento del Diritto allo Studio è una delle argomentazioni da cui parte la nostra critica alla "bozza Martinotti".
A nostro avviso il documento viola oltre che i principi espressi dalla legge Bassanini (l. 59/97) e il programma del governo in tema di pari opportunità anche, e soprattutto, la stessa Costituzione negli articoli 3 e 34.
La "Martinotti" prospetta un sistema di istruzione universitaria costituito da più livelli formativi. In questo modello viene ridotto il peso della laurea per dare spazio a dei corsi superiori di specializzazione costosissimi oggi già esistenti, i Masters. Così, chi non avrà i mezzi economici per accedervi non soltanto avrà una preparazione più sommaria rispetto a quella attuale ma si troverà anche ad essere ingiustamente discriminato in base al reddito.
La bozza affronta inoltre il tema della autonomia e della differenziazione competitiva tra gli atenei. A tal proposito noi crediamo che l'attuale discrepanza qualitativa tra le Università centrali e quelle periferiche (in particolare tra nord e sud) diventerà così ancora più drammatica e siamo convinti che gli scarsi fondi destinati al MURST (alla formazione è destinato l'1,8% del PIL) andrebbero indirizzati al recupero delle realtà più arretrate, piuttosto che ad incentivare le più evolute. Ci opponiamo con fermezza al proposito di abolire il valore legale del titolo di studio, per salvaguardare le opportunità di lavoro di chi esce da Atenei ritenuti poco prestigiosi per non concedere all'arbitrio di enti e imprese una valutazione discriminante dei curricula dello studente. Intendiamo poi sottolineare che la mobilità degli studenti, assunta come principio, si rivelerebbe perversa in un sistema che inevitabilmente, per il numero troppo esiguo di alloggi universitari, finirebbe per colpire i meno abbienti e instaurare di fatto il numero chiuso. Dunque rifiutiamo questo concetto di mobilità se prima non vengono adeguati ad esso i mezzi finanziari e le strutture edilizie in mano al Ministero.
Il testo della "Martinotti" propugna l'introduzione dei cosiddetti crediti formativi, un sistema che intenderebbe quantificare numericamente la "qualità formativa" delle materie. Questi, che vorrebbero presentarsi come "spendibili", senza spiegare in che modo, nel mondo del lavoro, peserebbero in modo differente i vari corsi. A noi non sembra così immediato, anzi ci pare impossibile, comprendere quali sarebbero i criteri oggettivi da utilizzare, se non parametri quantitativi che non considerano la qualità effettiva del corso, ovvero parametri arbitrari che vanno a dare sempre più potere a taluni docenti, annullando la possibile innovazione del superamento della titolarità delle cattedre. A questo siamo contrari, pur ribadendo la necessità di un sistema che renda compatibili le valutazioni nazionali con quelle europee (evitando gli attuali inconvenienti che gravano, ad esempio, sui beneficiari dei programmi Erasmus).
La bozza introduce il tema della contrattualità tra Ateneo e studenti: sottolineando la nostra avversione a questa idea, rileviamo che il documento non chiarisce in cosa esattamente consiste questo principio e non fissa nessuno strumento attraverso il quale lo studente possa far valere i propri diritti. E' necessario che gli studenti abbiano più spazio nei consigli di facoltà e negli altri organi accademici. Lanciare questa proposta ci sembra ancora più importante dal momento che lo stesso testo della riforma afferma chiaramente che "Nelle condizioni caratteristiche del sistema accademico italiano...non si può proporre un ridisegno complessivo o riforma del sistema in senso tradizionale...perché...gli interessi costituiti del presente sono in grado di opporre efficaci resistenze a qualsiasi modello imposto o proposto dal centro".
Ma non sono soltanto i privilegi baronali ad averci stancato; siamo convinti che sia ingiusta la continua imposizione di riforme (in nome di un modello europeo molto vago) senza il dovuto riconoscimento del potere di emendamento agli studenti e senza che il Parlamento abbia la possibilità di correggere eventuali errori (Ricordiamo infatti che il Governo con la 127/97 ha in mano una delega dalle Camere assai vaga e ottenuta con la forzatura del voto di fiducia).
Negli ultimi anni la scelta degli studenti di opporsi ai vari progetti di riforma della scuola superiore e dell'università è stata spesso tacciata di conservatorismo. Respingiamo quest'accusa perché crediamo fermamente nella necessità di un cambiamento radicale dell'attuale sistema accademico. Per le ragioni già illustrate, non possiamo che condannare la strada intrapresa dalla bozza Martinotti, per la quale non vediamo che l'immediato ritiro. Ne chiediamo la sostituzione con un nuovo progetto e per questo ci impegniamo ad analizzare e a proporre spunti di riflessione per una filosofia di intervento alternativa.