Streghe ieri e streghe oggi
Molti filosofi della scienza tra cui Max Weber e più
di recente K. R. Popper hanno studiato con attenzione la differenza
tra i giudizi di fatto e i giudizi di valore.
I primi sono scientifici, i secondi no.
Ad esempio: se un neurologo con apposite indagini e strumenti ed esami
stabilisce le diagnosi di tumore cerebrale questo è un giudizio
di fatto, dunque è una constatazione scientifica.
Invece se uno psichiatra afferma che una donna che ha molti rapporti sessuali
è una ninfomane questo è un giudizio di valore, dunque non
ha nulla di scientifico.
Comunque anche al di fuori del campo ristretto della psichiatria tutta
la psicologia contemporanea che può soltanto tentare interpretazioni
ipotetiche sul comportamento dell'uomo è viziata dal pregiudizio
sociale della distinzione tra normale e anormale.
Si può dire pertanto parafrasando un titolo famoso del filosofo
tedesco Emanuele Kant che i prolegomeni ad ogni psicologia del futuro
che voglia sia pure in modo problematico presentarsi come conoscenza devono
ancora essere scritti.
Fiodor Dostoevskij, che non a caso annota nei suoi Diari
"Vasto è l'uomo, troppo vasto, io lo farei più ristretto",
è il maggior conoscitore della psicologia umana tra tutti i moderni,
proprio perché non fa distinzione tra normale ed anormale. Così
Nikolàj Stavrògin si può dire, usando il linguaggio
degli scultori, che è un personaggio a tutto tondo, cioè
un individuo che porta dentro di sé senza limiti tutte le contraddizioni
della nostra civiltà.
Mi riferisco ora per fare un esempio attuale alla famosa vicenda, probabilmente
ancora non conclusa e certamente in sospeso, del così detto Mostro
di Firenze.
I vari interpreti dell'avvenimento, siano essi giornalisti scrittori
e registi oppure psicologi psichiatri o antropologi, rinunciano a raggiungere
ipotesi attendibili sull'autore o sugli autori di questi omicidi nel momento
in cui, invece di approfondire tutte le possibili motivazioni, e tutti
i possibili conflitti tra individuo e società nella nostra cultura,
si rifugiano nel pregiudizio della follia.
D'altra parte sono molti in ogni epoca i modi di fabbricare il letto
di Procuste per nascondersi la larghezza e la profondità dei
problemi.
"Il martello delle streghe" potrebbe sembrare ormai soltanto
una curiosità storica, però nelle metropoli moderne, in periodo
post-industriale, come ad esempio ora a Torino, ritorna la negromanzia,
e tornano attuali gli esorcismi. Tra l'altro, di recente, la stampa ha
portato notizia che una donna, che aveva la giovane figlia in condizioni
di disagio psicologico, per paura degli psichiatri, ha preferito chiedere
aiuto a un esorcista.
Si sa che nei conventi, nel passato ma a volte anche ora, entravano ed
entrano persone non per loro scelta, ma costrette da vari interessi.
Anche Manzoni, come è noto, fu attratto dallo studio psicologico
della storia di una donna costretta alla rinuncia e alla castità
contro le proprie inclinazioni.
Nel libro "Magistrati e streghe", di Robert Mandrou
si può leggere come ancora nel Seicento la maggioranza degli uomini
di cultura affrontava il problema a livello teorico, e come i sacerdoti
intervenivano.
Allora il disagio di essere oppressi e di non potersi esprimere secondo
le proprie necessità e le proprie passioni era interpretato prevalentemente
in modo mistico: la vittima era una strega.
Dopo, pian piano finirà per prevalere l'interpretazione clinica:
la vittima diventerà una malata. Insomma, in un modo o nell'altro,
non si vogliono vedere le cose come sono. Thomas S. Szasz ironizza
intelligentemente sul fatto che quasi tutti gli psichiatri hanno considerato
le streghe come malate di mente, senza dir nulla sugli inquisitori.