In questo spazio pubblichiamo una selezione della posta che riceviamo.
Date: Thu, 13 Mar 1997 21:45:19 +0100
From: "corrado" <fog0831@iperbole.bologna.it>
To: "stefania biondi" <sbiondi@alma.unibo.it>, "Loris
D'Emilio" <ldemilio@freenet.hut.fi>, "Marco Trotta"
<matro@z.atlink.it>, "giovanni vassallo" <vanniv@mbox.lol.it>,
"Viola Telefono" <telviola@ecn.org>, "Simone Ginzburg"
<ginzburg@area.bo.cnr.it>, "ezio margelli" <e.margelli@iol-mail.iol.it>,
"Max e Patty" <maxpatty@mbox.vol.it>
Subject: Chiude il Laboratorio Analisi di Via Tiarini
Date: Mon, 07 Apr 1997 11:22:51 -0100
To: telviola@ecn.org
From: "Mov. Int. Dir. Cittadini" <movint@mbox.vol.it>
Subject: Movimento Internazionale per i diritti dei
cittadini
Date: Mon, 16 Jun 1997 21:24:51 +0200
From: lospettro@imc.it
To: telviola@ecn.org
Subject: da Raffaele Sardo "lo Spettro
magazine".
Date: Fri, 20 Jun 97 11:05:49 GMT
From: a.marzi@area.it (Alessandro Marzi)
To: lettere@lastampa.it, radiosherwood@iol.it, ultimenotizie@citinv.it,
avvenimenti@citinv.it, matrix@inroma.roma.it, ansa@ansa.it, repubblicawww@repubblica.it,
redazione@ilmani.mir.it, cargiaco@mbox.vol.it, info@agenziaitalia.it, boll001@pn.itnet.it,
la.strada@ecn.org, ondarossa@corelli.nexus.it, diversa@ecn.org, ondadurto@ecn.org,
zonarischio@corelli.nexus.it, telviola@ecn.org, lettere@lastampa.it, inr@ecn.org,
vglobale@rdn.it,leoncavallo@ecn.org, auroemar@ats.it, i.g.c@agora.stm.it
Subject: Comunicato FENASCOP
Date: Tue, 24 Jun 1997 16:55:28 +0200
From: Possibili Utopie - Manifestazione Nazionale delle Associazioni
e del Volontariato <md0898@mclink.it>
To: corrado <fog0831@iperbole.bologna.it>, stefania biondi
<sbiondi@alma.unibo.it>, "Loris D'Emilio" <ldemilio@freenet.hut.fi>,
Viola Telefono <telviola@ecn.org>, Simone Ginzburg <ginzburg@area.bo.cnr.it>,
ezio margelli <e.margelli@iol-mail.iol.it>, Max e Patty <maxpatty@mbox.vol.it>
Subject: Nuove Legge Obiettori e soldati
in Somalia
Chiude il Laboratorio Analisi di Via Tiarini
Continua la folle politica dei tagli dei Manager sanitari. Dopo aver chiuso il laboratorio analisi del Poliambulatorio di Via Mengoli, poi quello di via Montebello, quest'anno tocca al laboratorio analisi del Poliambulatorio analisi di Via Tiarini. Si tratta dell'ultimo laboratorio analisi pubblico presente sul territorio. Dopo questa chiusura resteranno solo quelli ospedalieri (S.Orsola e Maggiore) e quelli .... privati. Si arriva a tutto cio' dopo un accordo sindacale che tra le altre cose denuncia una grave carenza di sicurezza al laboratorio del Maggiore, ma programma una verifica solo dopo alcuni mesi, cioe' quando non sara' piu' possibile alcun ripensamento. Con queste scelte e, dopo aver dato corso alla delibera della giunta di Bologna, di scorporare il Bellaria ed il Maggiore dall'Azienda USL citta' di Bologna, il territorio restera' completamente privo di un laboratorio analisi. Contro queste scelte scellerate il Circolo Che Guevara di Rifondazione Comunista - Quartiere Navile, ha lanciato una raccolta di firme per raggiungere il numero di 300 e costringere ad una presa di posizione il Sindaco d il Consiglio Comunale. Dopo due giorni di presidio la risposta della gente e' stata emozionante e sono state raccolte oltre 150 firme. Tra l'altro abbiamo avuto il sostegno dei lavoratori del Poliambulatorio, completamente abbandonati da un sindacato oramai appiattito su queste scelte smantellatrici. Sabato, 15-marzo-1997 Presidio con Conferenza Stampa davanti al Poliambulatorio in Via Tiarini, 14. Chiunque voglia appoggiare questa campagna puo' inviare una e-mail a noi, e per CC al Sindaco di Bologna, scrivendo semplicemente: SONO CONTRARIO AI TAGLI ALLA SANITA' E VOGLIO PROTESTARE TUTTA LA MIA INCAZZATURA.
Insieme alle firme le presenteremo al Sindaco.
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Per Rifondazione Comunista Quartiere Navile
Corrado fog0831@iperbole.bologna.it
Movimento Internazionale per i diritti dei cittadini
come fondatore e presidente del Movimento Internazionale per i diritti dei cittadini vorrei darti qualche informazione sulla nostra associazione. Noi siamo un gruppo di cittadini provenienti da tutto il mondo uniti dal comune intento di provare ad aiutare tutte quelle persone che hanno problemi con lo stato e la burocrazia, in modo di permettere loro di ottenere giustizia nelle appropriate sedi. Attraverso la nostra pagina Web vogliamo offrire uno strumento con il quale trovare facilmente nel "mare aperto" di Internet quelle informazioni necessarie a fare tutto cio': questo perche' noi crediamo che esista sempre qualche procedura o legge che permetta di avere giustizia, il problema sta nel poterla trovare ed ottenere quindi l'informazione adeguata. Vi chiediamo dunque di visitare la nostra pagina al seguente indirizzo: - http://www.webspace.it/movint Eventuali commenti e considerazioni sono sempre molto gradite, potete scrivere al nostro indirizzo E-mail: - movint@mbox.vol.it Cerchiamo di essere il piu' visibili possibile, per questo gradiremmo di essere presenti nella Vostra raccolta di collegamenti ad altre assaciazioni: crediamo che il nostro servizio sia utile e che possa aiutare molte persone, per fare tutto cio' abbiamo pero' bisogno di raggiungere il maggior numero di persone.
Cordialmente, Paolo Da Fano Presidente del Mov. Inter. dei Diritti dei Cittadini
FENASCOP Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicosocioterapeutiche
Chi scrive e' la FENASCOP (Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicosocioterapeutiche) e rappresenta le strutture c.d. "intermedie" del privato sociale nate in seguito alla legge 180 di riforma psichiatrica e operanti in nuove forme di organizzazione del lavoro in psichiatria. Dopo lunghi anni di attivita' nei quali le strutture comunitarie hanno operato in mezzo a mille difficolta' di ogni genere nello spirito di dare gambe alla riforma psichiatrica, a Roma e nel Lazio (se le cose continueranno cosi') le Comunita' saranno costrette a chiudere nel giro di un mese.
Da due mesi la Regione Lazio non effettua le rimesse finanziarie alle Aziende Sanitarie Locali. Sembra che, a causa delle dimissioni dell'Assessore alla Tutela della Salute nessuno firmi le richieste al Ministero del Tesoro perche' provveda ad erogare i finanziamenti.
Tale situazione ha comportato che dal 1/1/1997 (escluse alcune minime eccezioni, ad esempio ASL Roma/A), le ASL di Roma e del Lazio non hanno piu' effettuato alcun pagamento di rette fruite dalle persone con disagio psichico inserite nelle Comunita', che sono state costrette ad attingere al credito bancario con i conseguenti e ormai insostenibili costi (si tenga conto che in molti casi devono ancora essere pagate le diarie del 1996).
All'indomani della decisione del Governo con l'ultima finanziaria per la chiusura definitiva dei manicomi e del Decreto del Ministro della Sanita' di approvazione del progetto-obiettivo per la tutela della salute mentale, la Regione Lazio si permette il lusso di affossare le strutture esistenti (quelle realmente innovative e alternative) che hanno dato finora apprezzabili risultati sia dal punto di vista terapeutico-riabilitativo sia dal punto di vista della bonta' dei modelli terapeutici e organizzativi adottati.
Il comporatamento omissivo della Regione Lazio se dovesse continuare, determinera':
1- la chiusura di molte delle strutture comunitarie della regione;
2- il danno gravissimo per i molti ospiti (oltre 150) delle Comunita' costretti, nella migliore delle ipotesi, a vagare fra i vari servizi psichiatrici pubblici che certamente non sono in grado di assorbire la loro domanda di assistenza (e, poi, con quale progetto per il futuro!);
3- l'insostenibile e drammatico carico alle famiglie alle quali ogni paziente sara' costretto a tornare;
4- il duro colpo all'occupazione nel territorio regionale: le strutture comunitarie private occupano attualmente personale altamente qualificato come medici, psicologi, educatori di comunita', maestri d'arte, operatori musicali e di danza-terapia, assistenti sociali, infermieri, tecnici della riabilitazione, nonche' personale amministrativo e ausiliario, per un numero di oltre 200 persone.
Un'ultima considerazione di ordine economico. Le strutture comunitarie private operano su rette minime tra le 150 e le 200.000 lire al giorno per ospite e ad elevati standard qualitativi facilmente riscontrabili. Le consimili strutture pubbliche (molto poche) hanno costi di impianto che variano da 1 a 2 miliardi e costi di gestione corrente giornalieri pro capite tra le 300 e le 600.000 lire.
E' possibile che ancora oggi miopi calcoli ideologici tendano ad affossare esperienze positive consolidate e di grande qualita'? Nonostante tutto crediamo ancora di no, ma se da subito la Regione Lazio e le ASL non procederanno al pagamento di quanto dovuto, il collasso sara' inevitabile con gravissime conseguenze per tutti. Al Prefetto di Roma si sottolineano le conseguenze per l'ordine pubblico che ne potrebbero derivare e al Comune di Roma (Assessorato ai Servizi Sociali) gli inevitabili risvolti di ordine sociale. Per il futuro, se le Comunita' private riusciranno a sopravvivere, dichiariamo la nostra disponibilita' a contribuire a creare una rete per la tutela della salute mentale, mediante il varo di una apposita normativa regionale che regoli l'integrazione dei servizi pubblici con quelli privati
COMMISSARIO FENASCOP REGIONALE (Dott. Giampiero Di Leo)
Sede Legale: via Moncenisio n. 20 - Roma - tel. 06 8177417 Presidenza e Segreteria: tel/fax: 019 930651
Contatti: Maria Ciambella Comunita' Reverie tel/fax: 9073628 - 0761-508001 email: a.marzi@area.it
Mi chiamo Raffaele Sardo e sono il direttore di un quinicinale della provincia di Caserta, con sede in Aversa alla via Filippo Saporito, 42 b(teol. 081/5039825- fax 081/8904584) che si chiama "lo Spettro magazine". Un giornale che tratta spesso le vidende e le storie dall'interno dei manicomi. D'altrone Aversa é sede di un ospedale psichiatrico e di un Ospedale psichiatrico Giudiziario, il "Filippo Saporito". Se sei interessato ad avere ulteriori notizie. Puoi lasciarmi un messaggio a "lospettro@imc.it" Saluti Raffaele Sardo
Invio di seguito gli ultimi articoli usciti sulla rivista riguardanti la questione dei manicomi:
| Le storie della follia. "Mammina", al secolo Maddalena,
ex ballerina di locali notturni di Milano. Abbandonata dal marito, titolare
di una grande ditta di Automobili di Milano e dai due figli che non ha
mai visto, é stata per 30 chiusa in manicomio ad Aversa, per uscirne
solo il 26 giugno scorso.
Quando è arrivata, "Il fardello del folle" era costituito da: "Gonna, bluse, sottanino, mutandine, reggiseno, borsa, calze, fermacapelli, £ 11.000, una collezione di monetine varie di n° 50, due anelli di metallo giallo". Questo é scritto nella sua cartella clinica al manicomio di Aversa. L'incredibile storia di Maddalena, una donna dolcissima che tutti conoscono come "Mammina" perché chiama così tutti quelli che incontra. E' bastato il certificato di un medico generico che la definiva pericolosa per sé e per gli altri e un'ordinanza del commissariato di polizia di Santa Maria C.V. che ne disponeva il ricovero perché "scizofrenica", da come si evince dal documento originale. Mammina entrò al Santa Maria Maddalena il 18 giugno 1968, a 44 anni e ne è uscita solo il 26 giugno scorso. "Ero bellissima da giovane - racconta Mammina - Prima della seconda guerra mondiale lavoravo come sarta nei più eleganti atelier di Milano, dove venivano persone ricchissime e nobili. Con la guerra tutto finì e smisi di lavorare come sarta. Per non andare via da Milano dormivo sugli stracci nei rifugi. Tutti mi dicevano che ero bella, bellissima, e che avrei dovuto fare la soubrette. Un gran signore mi fece conoscere una ballerina francese e così imparai a ballare e cantare. Mi esibivo nei locali più lussuosi di Milano. Gli uomini mi riempivano il camerino di fiori e dicevano tutti di voler fare all'amore con me. Io, all'inizio, non ne volevo proprio sapere e li mandavo via. Ma loro insistevano, mi regalavano pellicce, anelli di brillanti e tanti, tanti soldi. Quando mi spogliavo impazzivano tutti. Io rimanevo coperta solo da tre rose nei punti "strategici". Avevo delle gambe lunghissime". Mammina racconta queste cose ancora in maniera compiaciuta ed ingenua, senza un pizzico di malizia. Non ha perso la suia innocenza, quella che si porta dentro nonstante la malattia e il ricovero nel manicomio l'hanno segnata per sempre. "Con quelli che mi piacevano di più iniziai a farci all'amore. Ma tutto durava poco, pochissimo e io non sapevo spiegarmi perché quando andavano via trovavo la borsa piena di soldi o regali". Ma il suo grande amore l'ha conosciuto a Milano. Quello che poi é diventato anche suo marito e da dui ha avuto due figli. "Nello, il mio Nello - racconta mammina- l'ho conosciuto in un ristorante di Milano dove si mangiavano piatti prelibatissimi. Lui era una persona importante, nientemeno che il direttore dell'Isotta Fraschini. Mi ha fatto una corte spietata e alla fine anch'io mi innamorai di lui. E quando vuoi bene a qualcuno è tutto diverso, anche l'amore. Sì, perchè si fa piano piano". Un amore, quello di Nello e Maddalena che era osteggiato dalla famiglia di lui che non vedeva di buon occhio l'unione con una ballerina. Un amore tormentato che li vide insieme dal 45 al 49 periodo nel quale nacquero due figli, Dante e Massimo. Un amore che fu coronato dal matrimonio quando ormai si era già spento. Nello e Maddalena si sposarono nel 1954, nella sala matrimoni del Comune di Milano, al solo scopo di non "far sembrare troppo diversi dagli altri" i due bambini in età scolare. Quando Nello partì per l'India, Mammina fece ritorno dalla madre, a Santa Maria C.V. Nelle note relative alla sua ammissione al Santa Maria Maddalena si legge che rincasava a notte inoltrata. L'avvenimento forse più drammatico, però, riguarda la diagnosi di un tumore maligno alla mammella destra che richiese una mastectomia totale. Il suo corpo bellissimo fu deturpato, la sua femminilità mutilata e ora che sono passati tanti anni lei domanda ingenua: "Ma posso togliere anche l'altro seno? Quanti soldi servono per operarmi?" In una nota della cartella clinica del 5 settembre 1969 si legge: " Crede che la sua vita sia una missione: deve avere cura delle altre pazienti e deve vivere conversando con le infermiere, la suora, i medici. In ospedale si sente bene e si sente rifiorire, non vuole essere dimessa. Non le interessano né il marito né i figli". Per anni le varie assistenti sociali hanno scritto ai figli di Mammina che vivono tuttora a Milano, per convincerli ad incontrarsi con la madre. Solo nel 1994, Dante ha incontrato la madre, ma Massimo non ha mai voluto sapere niente di lei. Da allora Dante di tanto in tanto viene a trovarla. La passa a prendere e la porta a pranzo fuori. Mammina è felicissima di queste brevi visite anche se continua a chiedersi perché Massimo non viene mai. Dopo trent'anni trascorsi al Santa Maria Maddalena, Mammina è stata trasferita, lo scorso 26 giugno, alla casa famiglia di San Prisco. A chi l'ha accompagnata alla macchina con le lacrime agli occhi ha chiesto di non piangere e di andarla a trovare. L"ha fatto nel modo più dolce e a lei congeniale, con un bacino. Il primo ed unico evento teatrale del genere. Attori del manicomio criminale e del manicomio civile a rappresentare il mondo del carcere e della follia. Presente tra il folto pubblico anche il magistrato di sorveglianza che ha dato l¹autorizzazione ai detenuti dell'OPG. "Filippo Saporito". E ora lo spettacolo potrebbe debuttare anche a "Benevento Città Spettacolo". di Raffaele Sardo AVERSA - Pubblico d'eccezione per uno spettacolo con attori d¹eccezione. Un evento che farà scuola quello di venerdì sera organizzato nello splendido chiostro di San Bernardino, una struttura del XIV secolo nell'ex ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena. Ad esibirsi tre "pazzi criminali" e due "pazzi civili", insieme, a recitare in TOTALE, uno spettacolo interamente scritto e composto da loro stessi e dal gruppo "Insania Teatro". E'il primo e forse unico avvenimento del genere in Italia. A metterlo insieme, con una ostinazione senza precedenti, Annagioia Trasacco, e Angela Caputo, impegnate attivamente per la dismissione manicomiale e che circa un anno fa hanno dato vita al gruppo teatrale d¹avanguardia "INSANIA TEATRO". "E'la prima volta che detenuti del manicomio giudiziario - ci dice il Direttore dell¹Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, Adolfo Ferraro - escono fuori dalle mura del carcere. E'una responsabilità che ci siamo sentiti di assumere con il magistrato di sorveglianza, perché i nostri tre "attori" fanno oramai parte di un percorso di recupero della malattia mentale iniziato già da qualche anno. I nostri circa 120 pazienti sono divise in fasce di socializzazione. Quelli che sono impegnati nel lavoro teatrale, ovviamente, sono quelli che potrebbero benissimo stare fuori dal manicomio giudiziario perché riescono a socializzare più di tutti gli altri". Ad assistere allo spettacolo, confusa tra il pubblico, anche il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria Marino, che ha voluto vedere da questo esperimento. Aveva dato, però, un ordine tassativo: devono rientrare in carcere entro le 22.30. Uno spettacolo applauditissimo dal pubblico, tra cui c¹erano molti di quei giovani che vent¹anni fa manifestavano per le strade di Aversa contro il Manicomio criminale. Uno spettacolo che ha rappresentato il carcere e la follia, visto con gli occhi dei "criminali", attraverso i loro sogni, i loro desideri, le loro angosce. Sullo sfondo del chiostro, e che ha fatto anche da fondo scena, una mostra grafico pittorica di lavori prodotti dagli ospiti del "Filippo Saporito". "Sono lavori - dice sempre il direttore Adolfo Ferraro - che fanno parte di un percorso di socializzazione alternativo basato sull'espressività. Questa forma di comunicazione é chiamata bad-art, arte cattiva, che sfugge ai canoni culturali ufficiali. In questo modo, però, riescono ad esprimere quello che con la parola i comportamenti non riescono a dire. E'una forma di espressività come il teatro e dunque é anche una forma di terapia riabilitativa". Il gruppo Insania Teatro che ha promosso questa iniziativa, é nato nel novembre dello scorso anno proprio al Santa Maria Maddalena e riunisce un gruppo di artisti di cui fanno parte anche alcuni ricoverati nel Manicomio di Aversa. Uno di questi, Bobò, all¹anagrafe Vincenzo Cannavacciuolo, é un paziente di 60 anni, ricoverato da almeno 30 anni al Santa Maria Maddalena. Sordomuto e microcefalo con problemi di deambulazione, é diventato uno degli attori principali dello spettacolo "Barboni", messo su dal regista genovese Pippo Delbono che ha debuttato alcuni mesi fa al Teatro Nuovo di Napoli e ancora oggi é in tournée esibendosi nei teatri di tutta Italia. "Stamani - ci confessa Adolfo Ferraro - ho ricevuto una telefonata da Benevento. Era uno degli organizzatori di "Benevento Città spettacolo". Vogliono portare questo spettacolo alla manifestazione. Ma é presto per decidere. In ogni caso ci fa piacere avere questi consensi". |
Nuove Legge Obiettori e soldati in
Somalia
- Alle associazioni di volontariato e del Terzo Settore - Alle Istituzioni,
Sindacati, mondo politico e del lavoro - Ai mezzi d'informazione - Alla
societa' civile
Nuova Legge Obiettori La campagna per la rapida e definitiva approvazione della Nuova Legge Obiettori non si ferma, neanche dopo il fallimento dei referendum. Anzi, il suo risultato, ha reso ancora piu' evidente la necessita' che questa venga approvata. Al nuovo comunicato stampa segue un commento a quello che sta succedendo nel paese intono alla questione Somalia, una vergogna indipendentemente dall'esito delle azioni giudiziarie che si stanno aviando in questi giorni. Ma, soprattutto, un epilogo non scontato per le tante associazioni di cooperazione non governativa, laiche o cattoliche, che da sempre denunciano ingiustizie di questo genere nel corso delle loro azioni umanitarie. Solo adesso l'opinione pubblica italiana sembra accorgersi che esitono anche queste verita', che le "missioni di pace" organizzate dagli eserciti non sono cosi' limpide e pulite come appaiono spesso dalle cronache dei mass-media. In mezzo a tutto il "fuoco" di polemiche e calunnie vere o presunte tali, speriamo soltanto che i veri colpevoli vengano individuati e condannati, che tutto non venga messo a tacere per coprire responsabilita' che vengono dall'alto, e soprattutto speriamo che nel paese nasca una nuova coscienza pacifista, solidale, responsabile che non permetta piu' ingiustizie di questo genere. Per questo, ancora, una volta chiediamo alla societa' civile, alle associazioni del volontariato e del terzo settore di far sentire la propria voce, la voce di chi chiede una nuova legge sull'obiezione di coscienza, tagli alla spesa militare a favore di quella sociale e per la cooperazione, diritti umani, civili e di cittadinanza attiva e democratica. Ricordiamo che per aderire all'appello ,come singoli o associazione, basta mandare un email a noi o al GAVCI (gavci@iperbole.bologna.it o fax: 051/6344671) con i propri dati. Stiamo approntando una pagina aggiornata sul nostro sito con tutte le adesioni fin qui ricevute e prossimamente ve ne daremo notizia.
Saluti Solidali Consulta delle Associazioni del Molise
Possibili Utopie '97
III Manifestazione Nazionale delle Associazioni e del Volontariato
Via Federico II di Svevia, 43
89039 Termoli (CB)
Tel/Fax: (0875)702161 - (06)86213387
(051)244514
www.citinv.it/associazioni/LA_FARFALLA/
e-mail: md0898@mclink
Organizzazione:
Consulta delle Associazioni del Molise ;
"Avvenimenti" settimanale dell'AltrItalia
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NUOVA LEGGE-OBIETTORI E SOLDATI IN SOMALIA Comunicato stampa 20 giugno 1997
Peccato che il referendum sulla obiezione di coscienza (ODC) non abbia sortito la vittoria desiderata per insufficienza di elettori; comunque circa 8 milioni di italiani hanno votato "SI'", prevalendo nettissimamente sui "NO". Il quesito referendario, pur limitato, era importante, perche' affermava il diritto all'obiezione, senza farla dipendere da scadenze che, se vanno bene per l'amministrazione, non possono applicarsi alla coscienza. Ora e' necessario piu' che mai portare a casa la NUOVA LEGGE- OBIETTORI. E' iniziato il "nono" mese consecutivo di digiuni, manifestazioni e appelli ai parlamentari perche' l'approvino definitivamente. Prima del referendum, la CAMERA HA RESPINTO LA "PREGIUDIZIALE COSTITUZIONALE". Ora manca soltanto la discussione- votazione in aula alla CAMERA e la firma del presidente Scalfaro. Per questo continuano ad arrivare sottoscrizioni all'APPELLO AI PARLAMENTARI come: quella di mons. GIOVANNI NERVO, che firmo' vent'anni fa la convenzione della CARITAS con il LEVADIFE per l'impiego di obiettori di coscienza;quella della "RETE E ASSOCIAZIONE PEACELINK"; quella di SERGIO ANDREIS dell'ASSOCIAZIONE PER LA PACE; quella dell'EMI (EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA), espressione editoriale di 15 ISTITUTI MISSIONARI," la cui adesione nasce dalla coscienza dei diritti di ogni cittadino, dall'importanza della cultura della nonviolenza..." ecc. Per questo pure continuano il DIGIUNO A STAFFETTA ininterrotto il GAVCI di Bologna e l'associazione PAPA GIOVANNI XXIII -Toscana, fino a legge approvata e firmata. Invito tutti quelli che vogliono e che possono a fare altrettanto. Purtroppo, questa prima settimana dopo il referendum la legge di riforma sulla odc non e' stata messa all'ordine del giorno dei lavori della CAMERA; facciamo voti perche' venga ripresa AL PIU' PRESTO e DECISAMENTE Nel frattempo, e' scoppiato il caso SOMALIA. Lo seguo con interesse, come posso. La rivelazione di casi di tortura e di stupro, addirittura di gruppo, con tanto di documentazione fotografica, e' scioccante e tocca emotivamente ogni persona sensibile. Da qui a ritenere gia' certi i fatti denunciati e, soprattutto, a dare per sicura la responsabilita' diretta o indiretta dei comandanti della operazione IBIS, ce ne corre. Non conosco il generale FIORE. Conosco personalmente il generale LOI: lo ritenevo un militare duro, ma di una certa correttezza. Non mi sembra il caso di anticipare il verdetto della giustizia. Auspico, invece, che si faccia vera giustizia, "non deviando ne' a destra ne' a sinistra", come dice spesso la BIBBIA. Cio' che invece mi meraviglia e' che ci si meravigli di questi fatti. Dietro le parate militari, dalle file dritte impeccabili, la realta' e' sempre stata piuttosto squallida, a parte l'humus morale soggettivo del buon popolo italiano, che i nostri soldati si sono sempre portati dietro. In Abissinia, l'esercito italiano, che vi era andato a"portare la civilta'", ne ha fatto di tutti i colori: bombe chimiche, donne sventrate, tiro a segno con i feti lanciati in aria ecc. Il papa' di mia cognata, che aveva partecipato all'impresa coloniale, diceva: "Erano gli africani che insegnavano a noi la civilta'". Dal Mozambico, i nostri bravi soldati che, alle dipendenze dell'ONU, avevano contribuito allo svolgimento di elezioni democratiche, se ne sono tornati con discreta infamia. Anzi, hanno lasciato fama di stupratori e depravati, facendo figli e abbandonandoli. Ma e' prassi generale. Mi diceva, con sguardo fisso, un ex colonnello: "Si ricordi che il soldato in guerra e' stupratore". A Sarajevo, i capi religiosi musulmani rifiutavano l'idea di altri caschi blu dell'ONU: "Stuprano le nostre donne". In piu', i soldati ONU rubavano e vendevano viveri, e trafficavano in droga, prostituzione e armi. Ma questo e' nulla. NON SI SALVA NEMMENO LA MORALE DELLA "GUERRA GIUSTA"! In base a quella morale, abbiamo fatto quasi soltanto "guerre criminali": I GUERRA MONDIALE ("Inutile strage", ha detto Papa BENEDETTO XV; "Il mio Trentino poteva essere italiano senza colpo ferire", ha detto FLAMINIO PICCOLI); GUERRE "COLONIALI"; II GUERRA MONDIALE (a fianco di Hitler). Se guardiamo gli altri paesi occidentali, c'e' da vergognarsi: la Francia ha sostenuto MOBUTU e altri capi corrotti con cinismo inaudito; la "guerra dei laghi" e' piu' faccenda di Stati Uniti e Francia-Belgio per il predominio politico-economico sul centro dell'Africa, vinta dagli USA; la TURCHIA tortura e fa strage di KURDI, bombardandone addirittura i campi nel NORD-IRAQ, nel silenzio compiacente e complice degli occidentali; il NUOVO MODELLO DI DIFESA (esercito professionale, anticamera di quello mercenario), deciso a Londra nel 1990 dai paesi NATO, e' un "PATTO SCELLERATO", che mira a mantenere e rafforzare il potere economico dei paesi ricchi sui paesi poveri (un "peccato strutturale"!); il commercio internazionale di armi, intrecciato con quello della droga e delle donne adescate o costrette alla prostituzione, avvolge il mondo alimentando guerre a ripetizione, magari coperte dalla etichetta di "missioni di pace", per le quali si manda la "FOLGORE" e non "CORPI CIVILI DI PACE", anzi si bloccano gli obiettori disposti ad andare; il caso "USTICA"; le spese militari...MI MERAVIGLIO CHE QUESTA IMMORALITA' STRUTTURALE- DIUTURNA NON MERAVIGLI NESSUNO! C'e' qualche voce che incomincia ad alzarsi (v. PAX CHRISTI, SETTIMANA n. 4/97 p. 7) e la COMMISSIONE DEHONIANA di GIUSTIZIA E PACE nella due-giorni di PRATO sulla "Cultura della pace" (v. fascicolo degli "atti"), ma la maggioranza dei partiti e delle chiese sono ancora terribilmente creduloni e indulgenti verso il <sistema militare>-<sistema di guerra>. Occorre un generale sussulto di coscienza, culturale-religioso- politico, nel senso indicato dal nuovo CATECHISMO DEGLI ADULTI dei vescovi italiani "La verita' vi fara' liberi" (cap. 26), sintesi equilibrata delle "tante vie alla pace": religiosa, culturale, costruttiva, antimilitarista, nonviolenta, armata (non bellica), giuridica, politica, diplomatica, pedagogica... Occorre coscienza e coraggio!
p. Angelo Cavagna presidente del GAVCI
GAVCI - Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia Via della Selva Pescarola, 26 40131 Bologna Tel/Fax: (051)6344671 e-mail: gavci@iperbole.bologna.it