Si assiste quotidianamente ad una commercializzazione della fantasia.
Il desiderio di "altro", viene riassunto dai media, dalla pubblicità, dalla moda e dalla letteratura "best seller" in categorie facili ed immediatamente consumabili.
In questo fast-food di immagini che è la società post-moderna, veicolato dalle sue estensioni tecniche, il bisogno di ricerca di percorsi soggettivi da opporre alle costrizioni del quotidianoviene sapientemente incanalato dal potere in direzini docili, inoffensive, vacue e svuotate di senso.
Proliferano quindi le varie sette religiose con il profeta di turno, i libri ed i cd della new-age, miriadi di corsi su iscipline orientaleggianti private della loro base culturale.
La ricerca di sè viene fatta identificare con stages lunghi un week-end su fantomatici ampliamenti della percezione ed estensioni della coscienza, che servono a pseudo-psicoanalisti per vendere i loro miracolosi libri.
La cultura viene sempre più occupata dai mercanti della fantasia e della ricerca, che ne limitano gli orizzonti ad una ricerca egoistica del massimo godimento individuale, raggiungibile attraverso il consumo di immagini, libri, dischi, dispense, manuali, film, caratterizzati dal semplicismo e dalla fruibilità come pozioni magiche.
È evidente a tutti il modo in cui la televisione sappia astrarre sofferenze, ingiustizie, guerre e nuove povertà dalle loro cause materiali, impedendo così agli spettatori di ragionare sulle cause economiche e sociali di questi fenomeni, e di prendere di conseguenza una posizione di antagonismo nei confronti di una struttura sociale produttrice di disuguaglianze.
E' ormai inaccettabile il circuito economia-cultura di massa-mantenimento dello status quo.
Il Collettivo, se avrà una spazio autogestito, si proporrà quindi di ragionare sulle questioni ineludibili della volgarizzazione, del conformismo e del consumismo culturale.
I nostri laboratori ed iniziative culturali saranno costituiti sia dall' aspetto di analisi sulla formazione del senso comune e degli orientamenti collettivi, che da quello della divulgazione della cultura in tutte le sue forme.
Risulta estremamente evidente che questo progetto necessitani
di continuità e che non sia sufficiente per la sua realizzazione
la disponibilità saltuaria di locali gestiti dal Comune o da altri
per suo conto, perché ciò non garantirebbe l' esigenza di
costante aggregazione tra giovani e di libera gestione dei tempi e degli
spazi indispensabili per la buona riuscita di questo progetto.