ÛLotta

DA PORZUS A GLADIO, APPUNTI DI ANTIFASCISMO MILITANTE

Nella presente fase storica, in cui alcuni partiti politici, tali anche per un pregnante sentimento antifascista della loro base, per opportunismo politico tacciono di fronte all'infame speculazione politica intrapresa dai più abbietti ambienti della destra fascisteggiante e finalizzata a una delegittimazione revisionistica della Resistenza, quindi dei suoi valori, noi dell' Unione Sindacale Italiana, che di quei valori sentiamo il richiamo perpetuo, riteniamo di esprimere alcune considerazioni circa la vicenda di Porzùs (località riesumata e celebrata recentemente dalla propaganda fascistoide che, in prossimità del confine orientale, ha sempre operato con la copertura del potere statale, vedi Peteano). Episodio tragico della resistenza ma che continuamente viene demagogicamente estraniato dal contesto di pianificazione omicida intrapresa dal nazifascismo e dai suoi conniventi (peraltro iniziata quasi trent'anni prima con il violento attacco alla classe operaia, sostenuto dalle classi sociali dominanti e dal clero che nella vicenda si ripresentarono prepotentemente con altrettanti intenti di odio classista) oltre che dalla nascente concezione del mondo diviso in due blocchi contrapposti, che condizionò non poco lo sviluppo in termini sociali e democratici di molti paesi. Non a caso con la caduta del muro di Berlino, cadde anche il vero partito bolscevico italiano e cioè la DC.
Và precisato che la costituzione della brigata Osoppo, rimasta coinvolta nella triste ma inevitabile vicenda, fu ideata tra le mura della curia arcivescovile di Udine (dagli stessi ambienti borghesi che sostennero la presa del potere da parte del fascismo), con chiare finalità anticomuniste che, nel suo operare, produssero molteplici "zone d'ombra" di connivenza con i fascisti, alcune dichiarate, altre opportunamente occultate anche per volontà alleata (non a caso molti criminali nazifascisti operanti nelle zone furono salvati dai salvacondotti alleati o vaticani e questo al fine di poterli utilizzare successivamente per finalità anticomuniste).
Va inoltre detto che la brigata fu, a detta di molti storici indipendenti e anche da personaggi politici notoriamente anticomunisti, la generatrice di quella che successivamente sarà gladio, dalla quale poi certamente si ingenerò molta parte della strategia della tensione, le stragi e le coperture statali, che solo per la presenza di un forte movimento operaio non si concluse in un colpo di stato fascista.
Movimento operaio il quale, reduce dalla resistenza, rafforzò quel partito politico della sinistra che ora, raggiunto il potere, ha sepolto alle sue spalle la resistenza e tutti i suoi morti e, attraverso alcuni suoi esponenti, vergognosamente riconosce pari dignità tra i combattenti e i caduti partigiani e i criminali fascisti repubblichini.
Il fascismo é e resta un nemico sociale da combattere senza tregua anche nelle sue manifestazioni stataliste pseudodemocratiche.

Dino Ariis
(Segretario Nazionale USI - AIT)