ÛLotta

L'USI in varie parti d'Italia, da sola o con altre Associazioni, si sta mobilitando per solidarizzare con gli zapatisti. Ci vengono segnalate varie iniziative: tra queste pubblichiamo il volantino dei compagni marchigiani diffuso alla manifestazione regionale tenutasi ad Ancona.
IL 24 GENNAIO L'USI-AIT A ROMA PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI SOLIDARIETA' CON GLI INDIOS DEL CHIAPAS

Contro il neoliberismo
SIAMO TUTTI ZAPATISTI

La strage di Acteal del 22 dicembre scorso è solo l'ultimo atto di un gioco sporco portato avanti dallo stato messicano dopo la violazione di ogni accordo fatto in passato con gli zapatisti, dopo la progressiva militarizzazione del Chiapas, l'espulsione di volontari stranieri e l'appoggio agli squadroni della morte locali. Tutto è iniziato 4 anni fa, il 1° gennaio, con l'insurrezione zapatista. Tutto è iniziato 500 anni fa, con la conquista dell'America ed il genocidio degli indios e lo sfruttamento incontrollato e distruttivo del continente da parte degli europei; del nascente capitalismo europeo avido, come sempre di risorse umane e materiali, per poter crescere.
Una fame che da allora è sempre più diventata grande portando allo sterminio milioni di uomini in Messico, come in tutto il mondo. Una logica di dominio, quella capitalista, che rende uguali fra loro gli zapatisti e i curdi, gli albanesi ed i disoccupati, i poveri del Nord e quelli del Sud del mondo, vittime, tutti, del neoliberismo imperante.
Il Chiapas è, quindi, ovunque e l'atto di ribellione degli zapatisti è un esempio per la lotta della comunità degli sfruttati e un monito contro ogni forma di potere, politico ed economico. Compagni della stessa schiavitù, compagni della stessa lotta, la solidarietà che possiamo e dobbiamo esprimere verso gli indios del Chiapas è quella che da sempre unisce nell'azione tutti gli sfruttati: la solidarietà di classe.
Ed in questo quindi la nostra controparte non è solo un'ambasciata o un consolato messicano, ma ogni istituzione italiana, locale o nazionale, che dietro una malcelata maschera di democrazia e di solidarietà pietista, nasconde la stessa logica di dominio di classe, quella borghese, di ogni stato. Del resto cosa possiamo aspettarci da un governo, quello italiano, che butta a mare gli Albanesi, che tratta i Kurdi come merce di scambio con la Germania, che chiude le frontiere ai disperati del Sud del mondo, che rende sempre più precarie le condizioni di vita dei lavoratori italiani?
Come può il governo solidarizzare con gli zapatisti che aprono ospedali mentre questi li fa chiudere.
Come può il governo italiano solidarizzare con chi denuncia una politica economica, quella della NAFTA, che è la stessa del trattato di Maastricht.
Quella zapatista è una speranza che dobbiamo difendere e far crescere contro quanti la vogliono annientare. le incursioni e le stragi servono ad isolare le opposizioni e le speranze: anche in Italia la strategia della tensione è servita a far arretrare le lotte e le conquiste dei lavoratori. Ecco perché non ci appelliamo ad istituzioni o governi, ma ai lavoratori, ai disoccupati, agli emarginati, fuori dal quadro istituzionale, rilanciando la validità, la freschezza e la consapevolezza della concezione e della pratica libertaria del movimento zapatista e delle loro avanzate forme di autogestione e di democrazia diretta.
Tutti con il Chiapas.

UNIONE SINDACALE ITALIANA - MARCHE
ed altre associazioni