IL SUPERLAVORO DEI POSTINI E LA SCONFITTA GIURIDICA IN PRETURA A CERVIGNANO

Lavorare gratis per i padroni può essere un dovere alle poste. I postini hanno l'obbligo di evadere in giornata tutta la posta :1.000 o 10.000 lettere non fa differenza...

In riferimento alla sentenza di rigetto del ricorso presentato nel 1994 da alcuni portalettere di Cervignano, l'USI Postel, nel rivendicare la paternità del ricorso e assumendo tutte le responsabilità di natura sindacale e politica, intende precisare quanto segue. La grave decisione del Pretore del lavoro (il terzo che ha trattato il caso dal '94) scaturisce presumibilmente da una incomprensione giuridica in merito alla natura della materia contrattuale che è politica. Sostanzialmente un pretore del lavoro non si reputa competente nel giudizio della natura dei contratti. Tale atteggiamento giurisdizionale sancisce l'affermazione ci un principio aberrante secondo cui se una norma contrattuale prevede che un lavoratore debba lavorare parte del suo tempo gratis per il datore di lavoro, tale norma ha valore giuridico e il lavoratore deve assoggettarsi altrimenti può essere colpito disciplinarmente o giuridicamente. Nello specifico, con la recente contrattazione vigente alle poste, sono stati inseriti, con l'avallo delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, norme che prevedono proprio questo. L'eliminazione delle rese giornaliere, cioè il numero di pezzi che mediamente un portalettere deve evadere sulla base delle caratteristiche ambientali oltre le quali veniva riconosciuto lo straordinario, ha trasformato lo stesso in una figura contrattuale ibrida di lavoratore pagato a ore (le sei previste per legge), mentre è costretto a lavorare a cottimo (o a quantità illimitata). Ordinare e recapitare 1.000 lettere al giorno o 10.000 a 10.000 utenti per la norma contrattuale ha lo stesso significato temporale. Di questo possono dare amara testimonianza tutti quei lavoratori con contratto a termine che, anche a causa di una carente professionalizzazione (imparare le utenze di un quartiere di recapito non è cosa molto facile), spesso lavorano dalle 8 magari fino alle 19 senza che loro sia riconosciuto alcun regime di straordinario. Lo stesso accade per i lavoratori in ruolo che, nei casi di grande afflusso di corrispondenza (spesso giacente nei centri di smistamento ed eliminata con prestazioni straordinarie), sono costretti ad evaderla totalmente, indipendentemente dall'orario ordinario di servizio, spesso senza il riconoscimento dello straordinario che viene effettuato e incorrendo in sanzioni disciplinari per inottemperanza a tali norme contrattuali. Questa situazione decisamente antisociale, che, tra le altre, crea un grave pregiudizio al sacrosanto diritto di un lavoratore (se un postino è ancora considerato dalla giurisprudenza come tale) ad avere una vita privata postlavorativa incondizionata, attualmente è mascherata con l'esigenza di un recupero di produttività. E' sotto gli occhi di tutti che a tale 'recupero della produttività' non è seguito alcun recupero dell'efficienza aziendale, per cui le scelte contrattuali non hanno altra finalità se non di natura politica per un arretramento contrattuale senza precedenti, che va contro ogni principio sociale contrario allo sfruttamento dell' uomo sull'uomo. La sconfitta giuridica di Cervignano, se come tale può essere concepita, è una sconfitta della civiltà del lavoro per la cui affermazione molti lavoratori si sono sacrificati e sono morti, lottando in una strenua battaglia contro la prepotenza del potere che intende imporre le logiche del profitto sui valori dell'esistenza umana e che ha trovato un nuovo alleato nel sindacalismo confederale riformista. Preme inoltre ribadire l'esigenza sociale di smantellamento della magistratura, spesso antioperaia, filopadronale e classista, sostituibile con l'idea bakuniniana del giudice eletto dal popolo, del cui operato deve rispondere al popolo. Ai lavoratori delle poste e della società civile ogni valutazione in merito alla vicenda e alla necessità di una trasformazione sociale antiautoritaria, solidaristica e autogestionaria.

Dino Ariis (Segretario Nazionale)

USI Postel Udine