Alfredo Bonanno intervistato da Radio Onda Rossa

il 20 novembre 1997 sul Processo ROS-Marini contro gli anarchici

trascrizione a cura di R.O.R.


Radio Onda Rossa - Abbiamo raggiunto telefonicamente Alfredo
Bonanno uno dei due compagni scarcerati in seguito di un ricorso
in Corte di Cassazione il 30/10/97 dopo 13 mesi di reclusione.
Entriamo nel merito del processo specificatamente per i due capi
di imputazione: banda armata ed associazione sovversiva, visto
anche che secondo gli inquirenti ci sarebbe questa O.R.A.I.
(organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionalista)
capeggiata da Alfredo Bonanno.

Alfredo vogliamo entrare un attimo nel merito riguardo a gruppi
d'affinita' e nuclei di base visto che gli inquirenti puntano il
dito su questi punti estrapolandoli da una serie di interventi?

Alfredo Maria Bonanno - Dunque, per cercare di capire meglio
questo problema, occorre dire che si tratta di teorie che hanno
un aspetto organizzativo e che hanno anche un aspetto pratico, un
modo in cui gli anarchici pensano di organizzare, non soltanto i
propri gruppi, ma anche l'attivita' rivoluzionaria che svolgono
sul territorio insieme alla gente che anarchica non e'. Questo
rapporto viene naturalmente visto in modo diverso a secondo degli
scopi che si vogliono raggiungere, cioe' non e' che tutti gli
anarchici si organizzano in gruppi d'affinita' o nuclei di base;
per esempio alcuni anarchici che presuppongono una considerazione
diversa dell'organizzazione, per esempio la F.A.I. (Federazione
Anarchica Italiana) persegue uno scopo organizzativo diverso,
cioe' un'organizzazione fissa che duri nel tempo e cosi' via,
che si prefigge un rapporto con le persone diviso nei differenti
settori d'intervento: scuola, lavoro e cosi' via. Noi altri
pensiamo da piu' di 10 anni che invece l'organizzazione dei
gruppi anarchici dovrebbe partire dal concetto d'affinita', cioe'
i compagni che si conoscono personalmente e che hanno alle spalle
un passato comune, che approfondiscono teoricamente e
praticamente e che si dedicano quindi ad un'attivita' di
informazione e di diffusione delle idee in un determinato
territorio, perche' ovviamente queste conoscenze sono quasi
sempre circoscritte da un punto di vista territoriale, quindi il
gruppo d'affinita' e' un gruppo che possiamo definire di
conoscenza comune e di attivita' comune, come prospettiva un
progetto di intervento nella realta', per esempio le lotte
possono essere diverse nella realta' ad esempio nelle scuole,
nelle fabbriche, nei quartieri, nei centri sociali e questo e' il
gruppo d'affinita' costituito esclusivamente da anarchici. Ora
nel momento in cui una determinata situazione nel territorio,
come ad esempio e' stato, in modo clamoroso, nel 1983 a Comiso,
la lotta contro la base missilistica americana che volevano
costituire e che dopo hanno costruito come potrebbe essere adesso
una lotta contro la diffusione delle linee ferroviarie ad alta
velocita' .
E' chiaro che questi problemi riguardano interessi specifici di
determinate persone che si trovano in determinate zone, in un
determinato territorio, ora queste persone sono tutt'altro che
anarchiche e hanno pochissimo interesse ad approfondire il
discorso ideologico e teorico sull'anarchia, pero' hanno
l'interesse a cercare di risolvere il problema dell'attacco che
lo stato rivolge contro di loro, imponendo la costruzione o la
realizzazione di determinate scelte statali, sociali e produttive
che loro non condividono, allora in questo caso puo' anche darsi
che diversi gruppi d'affinita' entrando in contatto con queste
persone, approfondendo insieme, lavorando insieme, lottando
insieme, quindi manifestando insieme all'esterno il desiderio di
evitare quello che lo stato sta cercando di realizzare a loro
carico, come le linee ad alta velocita', quindi si solidarizza
insieme , anarchici e non anarchici, creando nuovi gruppi di
natura territoriale che hanno esclusivamente lo scopo di
raggiungere l'obiettivo di impedire, in questo caso, le linee ad
alta velocita', come a Comiso avevano l'obiettivo di impedire la
costruzione della base. Allora questa unione tra anarchici e non
anarchici, non avviene all'interno del gruppo d'affinita', ma
avviene all'interno di un nucleo nuovo che si sviluppa nel
territorio come un organizzazione di lotta e questi sono i nuclei
di base, nuclei che sono strutture organizzate sul territorio,
quando questi nuclei sono parecchi bisogna collegarli tra di loro
tramite un coordinamento, come e' stato nel caso di Comiso e come
potrebbe essere in qualsiasi altra situazione. Quando
all'interferire ci si trova di fronte ad un territorio piuttosto
vasto con paesi diversi con zone diverse e quindi ci sono piu'
nuclei, occorre che il lavoro, diciamo di lotta, di
manifestazioni delle idee, diffusione dei problemi e alla fine
anche di intervento violento contro quello che lo stato vuole
realizzare, venga fatto in modo coordinato ed ecco che in questo
caso si crea un coordinamento dei nuclei di base, il quale e' una
struttura permanente, come e' accaduto a Comiso dove c'era una
sede con il telefono e tutto il resto, dove ci siamo rimasti due
anni per coordinare l'intervento dei vari nuclei di base. Questo
non ha nulla a che vedere con un organizzazione di carattere
clandestino.

R.O.R. - Infatti gli inquirenti, in particolare i R.O.S.,
estrapolano alcune frasi, alcuni concetti da ipotizzare per
conseguirne un doppio livello, uno palese e uno occulto,
un'attivita' quindi diciamo clandestina e una che invece si
svolge attraverso un lavoro su periodici settimanali e centri
sociali e cosi' via e questi concetti sono stati espressi
attraverso conferenze fatte in Grecia cosi' a noi ci risulta. Ci
puoi spiegare meglio?

A.M.B. - Il problema e' un po’ piu' complesso. Queste
teorizzazioni sono state fatte da 10 anni all'interno del
movimento anarchico, in diversi libri, opuscoli e conferenze, ma
sono state anche realizzate e questo e' importante perche' non e'
soltanto una teoria che si sviluppa su carta o a parole. Nel
periodo dell'occupazione della base missilistica di Comiso, per
due anni si e' verificato nei fatti quello che e' accaduto e
anche nel 75' si e' costituito a Torino un'organizzazione del
genere, di gruppi d'affinita' da un lato e di nuclei di base da
un altro lato nella realta' delle lotte delle ferrovie di Torino,
per sviluppare una lotta di tipo sindacale, si e' capaci di
ricorrere all'utilizzo di strumenti diversi, ad esempio lo
strumento del sabotaggio e quindi non soltanto quello del
semplice sciopero; ora questo tipo di realizzazioni non hanno
nulla a che vedere con la concezione che cercano di accreditare
gli inquirenti di una banda armata che abbia la capacita' di
agire su un doppio livello, cioe' di pubblicazioni teoriche e un
livello di realizzazioni clandestine, perche' le realizzazioni
che abbiamo fatto noi e le pubblicazioni che abbiamo fatto, sono
tutte alla luce del sole, in quanto si tratta di realizzazioni
che abbiamo fatto in passato, realizzazioni concrete che abbiamo
fatto con la gente, quindi interventi di massa nel territorio e
teorizzazioni che illustrano questo modello di intervento.
La questione del doppio livello in un certo senso e' necessaria
come concetto per gli inquirenti perche' senza questo concetto
non potrebbero parlare di banda armata in quanto, se loro
esaminano gli scritti le teorie riguardante quello che loro
pensano sia la banda armata, leggendo le singole formulazioni i
singoli scritti, ecco che si vede che si sta parlando di un
organizzazione di massa, cioe' di una organizzazione alla luce
del sole, fatta dai nuclei di base e dai gruppi d'affinita' che
realizzano interventi molto ampi, che necessitano di un
coordinamento, ora questo e' chiaro nelle cose scritte ed e'
chiaro anche nelle cose fatte, pero' siccome loro vogliono
condannarci per un'accusa di banda armata, ecco che quello che
leggono viene stravolto, non come analisi delle singole parole
che questo non puo' esser fatto, ma viene stravolto come
conclusione, nel senso straordinario che, leggendo l'accusa si
leggono delle cose dove si parla di un organizzazione di massa e
la conclusione dell'accusa, come dire letto quello riportato
esattamente, quello che parla di un organizzazione di massa e la
conclusione e' questa, e' la teoria di una organizzazione
clandestina.
Tant'e' vero che hanno come testo privilegiato, da parte loro
considerato come testo particolarmente significativo, un mio
articolo pubblicato su anarchismo, dal titolo: "Nuove svolte del
capitalismo". Gia' il titolo stesso lascia perplessi, se ci fosse
stato, come dicono i carabinieri, un testo che parla di
un'organizzazione clandestina e di una banda armata doveva essere
abbastanza stringato, cioe' parlare di strutture clandestine
invece il testo e' una scaletta di conferenze che io ho fatto in
due universita' greche una a Santorino e l'altra a Salonicco, ora
questa scaletta veniva usata da me per fare la conferenza e
contiene i punti in cui viene sviluppato questo discorso fatto in
pubblico davanti a centinaia di persone, ora e' ovvio che se si
fosse trattato di un testo, come sostiene l'accusa, di una
teorizzazione di banda armata clandestina, non potevo andarne a
discuterne davanti a centinaia di persone. Ecco perche' gli
inquirenti si sono trovati davanti a questo bivio, a questo
dilemma, o il testo e' relativo ad un'organizzazione di massa,
come infatti e', quindi leggendolo ci si rende conto che Bonanno
e' andato in Grecia a fare queste conferenze; oppure il testo lo
dobbiamo per forza far diventare la teoria di una banda armata ed
ecco che Bonanno non puo' essere andato in Grecia a fare queste
conferenze conclusione Bonanno non e' andato in Grecia a fare
queste conferenze, invece io ho presentato al G.I.P. (D'Angelo)
la documentazione di queste conferenze, in quanto ho rilasciato
un'intervista sul piu' grosso giornale greco, con fotografie e
tutto quanto, quindi c'e' una documentazione oggettiva.

R.O.R. - Un altro degli argomenti che viene stravolto dagli
inquirenti, e' quello dell'insurrezionalismo anarchico come
teorizzazione e come concetto. Volevamo sapere da te: come viene
usato dagli inquirenti per poi delineare questa "O.R.A.I." ?

A.M.B.- Anche qua il problema e' piuttosto ampio, sono due
discorsi differenti.
1) l'insurrezionalismo anarchico
2) come e' stato strumentalizzato dagli inquirenti.

La prima cosa da capire e' che noi siamo anarchici, ma siamo
anche insurrezionalisti e riteniamo che oggi non si puo'
ripartire dalle vecchie concezioni dell'anarchismo, cioe' l'idea
di un impostazione di lotta rivoluzionaria la quale tiene conto
di interventi mirati ad organizzare le masse, nel senso
tradizionale del termine, cioe' l'anarchismo tradizionale, come
puo' essere stato quello che era molto vicino
all'anarco-sindacalismo, come oggi sono molte pratiche dei Cobas.
L'anarchismo tradizionale pensava di poter avvicinarsi alla
distruzione del potere attraverso un intervento di penetrazione
nelle masse, noi pensiamo che la struttura attuale del capitale e
dello stato, visto che e' preminente la formazione di questa
societa' basata su uno sviluppo tecnologico irreversibile, come
e' quello fondato sulle tecniche della telematica e cosi' via,
questa struttura non puo' essere altro che distrutta, non puo'
essere utilizzata, trasformata, migliorata, non puo' essere su
questa struttura fondata una societa' libera, una societa' dove
l'uomo puo' essere veramente quello che e' ora, quindi questa
necessita' della distruzione noi pensiamo che debba essere
realizzata parzialmente a partire da oggi, perche' il concetto di
societa' che possa essere modificato in modo rivoluzionario,
appartiene al bagaglio del passato. Hanno formato la societa' in
modo tale che non puo' essere piu' modificata, non puo' essere
piu' salvata, non puo' essere piu' fatta propria dai
rivoluzionari e dagli anarchici e trasformarla in qualcosa di
meglio; quindi il concetto di insurrezione parte anche dal
concetto di attacco immediato contro quelle che sono le strutture
dello stato oggi. Oggi bisogna intendere cosa significa questa
concezione di attacco. Innanzi tutto occorre che, a realizzare
questi attacchi siano gli anarchici, ma non da soli, che siano
gli anarchici, ma con la gente e torniamo al discorso del
rapporto fra la minoranza che e' costituita dai gruppi
d'affinita' e le varie situazioni oggettive che nel territorio si
vengono a realizzare, che sono costituite dalla possibilita' di
creare dei gruppi di base, delle persone che cercano di
realizzare i propri obiettivi, cioe' impedire che si realizzino
determinati progetti distruttivi da parte dello stato. Quindi,
innanzi tutto, l'insurrezionalismo e' un fatto personale, ognuno
deve compiere prima di tutto la propria insurrezione con se
stesso, quindi modificare le proprie idee, trasformare la propria
realta' a partire dalla famiglia, dalla scuola, da quelle che
sono le concezioni che invece tengono prigioniero ognuno di noi
all'interno di un modello che non riusciamo a spezzare.
Queste parole piuttosto confuse e un po' anche superficiali da
parte mia, cercano di far capire un po' qual'e' la concezione
dell'anarchismo insurrezionalista.
Invece la strumentalizzazione di questo concetto da parte degli
inquirenti ha portato addirittura alla creazione di una sigla,
che e' stata creata dagli inquirenti stessi nei loro documenti,
nelle relazioni, nelle requisitorie del pubblico ministero.
I primi ha parlare di questa O.R.A.I. sono soltanto loro,
tant'e' vero che ogni tanto si confondono una volta la chiamano
in un modo, una volta in un altro, non c'e' mai un modo univoco
di chiamare questa fantomatica organizzazione, perche' in effetti
e' stato provato che questa organizzazione non esiste, ma e' un
idea di un organizzazione non clandestina, ma di massa, una volta
invece la riducono alla struttura mentale di una organizzazione
clandestina specifica che ha attraversato le esperienze negative
o positive, ma non stiamo qui ha giudicare, degli ultimi 20 anni
di attacchi rivoluzionari contro lo stato, una volta si riduce al
modello classico che potrebbe essere quello delle Brigate Rosse.
Se loro continuano ad avere in mente questo modello classico di
organizzazione clandestina, chiaramente, non capiscono quello che
noi vogliamo fare e cercano di cucirci addosso un vestito che non
puo' che starci stretto, perche' quel tipo di azioni a noi non
interessa.

R.O.R. - Un altro degli elementi che portava ad un senso
strumentale, di questo processo strumentale, perche' volto a
colpire dei nemici di questo stato, che in qualche modo non sono
ricomponibili nelle istituzioni cosiddette democratiche. Oltre a
una serie di violazioni commesse in questo procedimento
sicuramente un elemento su cui ragionare, e' l'informativa dei
R.O.S. che e' giunta ad alcune radio di movimento proprio durante
l'udienza preliminare a luglio. In questa informativa si
delineava come riuscire ad incastrare questi pericolosi nemici
dello stato, a prescindere che ci sia un pericolo concreto e
quindi da intendere come un'azione di controrivoluzione
preventiva, cioe' di un tentativo di bloccare sul nascere, di
impedire uno svilupparsi di alcune pratiche, di alcune teorie,
che sono incompatibili con questo sistema. Volevamo sapere da te
cosa avevate pensato quando giunse questa informativa?

A.M.B. - Mi trovo pienamente d'accordo con quello che hai detto
tu, perche' in effetti gli anarchici insurrezionalisti
costituiscono un elemento di grossa preoccupazione per gli stati,
in quanto e' un punto di riferimento per un'eventuale possibile
aggregazione di tutti quegli elementi irriducibili, che non
condividono la sanatoria che e' stata pronunciata nell'ambito del
concetto della classica lotta di classe, quindi sono sempre
disponibili per una realizzazione e una messa in pratica di un
attacco contro lo stato e conto le sue realizzazioni, quindi
anche contro i suoi progetti, quando parlo di attacco, parlo di
una denuncia contro lo stato, contro quelli che sono i suoi
programmi e i suoi progetti, nello stesso tempo anche la
realizzazione, ad esempio quando noi abbiamo detto i grandi
obiettivi del passato ad esempio anche la stessa struttura, che
in passato portava molti compagni alle cosiddette grandi
manifestazioni, ormai ha poca importanza adesso, perche' bisogna
cercare di capire che lo stato si sta organizzando all'interno di
una realta' sociale la quale avra' una forma sempre piu'
irrigidita e sempre piu' irreversibile, contro la quale sara'
sempre piu' difficile combattere.
Quando noi abbiamo detto che praticamente ci stanno
controllando, ci stanno chiudendo all'interno di un circuito
telematico assoluto, dentro il quale un individuo sara' soltanto
un numero, sara' in qualunque momento reperibile e controllabile,
dentro il quale circuito le sue azioni saranno controllate e
verificate a priori e posteriori, non e' che stavamo parlando di
questioni di fantascienza, perche' in effetti, estromesso quasi
del tutto da quello che era il circuito classico produttivo in
cui lo sfruttamento era come dire, palpabile, si sta andando
avanti verso una realta' produttiva e sociale in genere, in cui
lo sfruttamento esiste lo stesso ed anche piu' radicalizzato, ma
e' meno comprensibile. Ora in questa realta' bisogna fare subito
qualcosa a partire da adesso, non quando saremo chiusi
completamente all'interno di questo progetto di controllo del
capitale e dello stato, quindi questo concetto certamente
disturba, perche' abbiamo detto, facciamo qualcosa subito, io ho
teorizzato e ho scritto queste cose e sono stato anche processato
per aver scritto queste cose, ad esempio sulla questione dei
tralicci, quando ho detto: occorre che si faccia qualcosa per
impedire il grande sviluppo delle multi nazionali telematiche e
in effetti questa voce mia inserita all'interno di discorsi che
su questo argomento si facevano a livello europeo, e' stata
raccolta, perche' in effetti dalle notizie che noi abbiamo, sia
attraverso i giornali, sia attraverso le imputazioni che ci
piovevano addosso da piu' lati, ecco che si e' capito che sono
state fatte parecchie di queste realizzazioni, nel senso che i
compagni sono determinati ad attaccare lo stato. Ora io sono
stato condannato in prima istanza per avere teorizzato questa
tesi, dalle piccole azioni in seconda istanza sono stato assolto,
perche' giustamente la corte di cassazione, ha ritenuto di
assolvermi, perche' una cosa e' la teoria e una cosa e' la
pratica, questi ti devono condannare dopo aver dimostrato che tu
hai fatto una cosa, non perche' l'hai pensata, quindi la
teorizzazione di queste cose, di gia' mette paura, la sua
realizzazione fa altrettanto piu' paura perche' non si riesce ha
capire chi realizza queste cose in tutta l'Europa e questo non
capire da parte dello stato, lo fa intimorire da un lato e da
l'altro lato lo fa andare a ritroso nel passato per cercare quei
modelli organizzativi antistatali e anticapitalistici che hanno
avuto la meglio. Ora il modello che lo stato ha sempre davanti
agli occhi del suo antagonista, e' il modello armato, chiuso,
clandestino, il modello che e' stato realizzato in Germania con
la R.A.F., in Francia con ACTION DIRECT, come realizzano adesso i
Baschi dell'E.T.A., o in Italia con le Brigate Rosse. Questi
modelli, pur non avendo nulla a che vedere con noi, ci vengono
cuciti addosso perche' in queste accuse, leggendo le carte che
sono migliaia di pagine, ci si rende conto che loro hanno in
mente questo tipo di modello, cioe' che non hanno capito che il
nostro scopo rivoluzionario e' andare verso un altro tipo di
attacco verso lo stato, di convincere la gente che bisogna far
qualcosa, anche piccola, a partire da oggi non organizzarsi per
fare uno scontro decisivo definitivo con lo stato, come era nel
modello classico dell'organizzazione tipo le B.R., cioe' lo
scontro, la vittoria, impadronirsi dello stato e gestire lo
stato.
Noi siamo anarchici, non abbiamo nulla a che fare con un
eventuale gestione dello stato, il nostro scopo e' quello di
cercare di distruggere quelli che sono i progetti e le
realizzazioni che in questo momento si stanno portando avanti,
che potrebbero finire per chiuderci all'interno di una struttura
di controllo poi assolutamente insuperabile. L'ultimo argomento
che avevo dimenticato, e' questo dal documento che e' pervenuto
in radio dei R.O.S., riguardo il modo in cui hanno costruito a
tavolino questa pentita, questa ragazzina che e' stata imboccata
in tanti dettagli e in tutte le cose che dice. Leggendo questo
documento si capisce come questa mentalita' resta sempre la
stessa, cioe' la mentalita' golpista degli anni '70, quella che
parti' da piazza Fontana e cosi' via, cioe' quella che un gruppo
di persone appartenente all'autorita' costituita, ha operato come
organizzazione parallela e decide di dare, come dire, una spinta
alla fortuna, perche' le carte del processo non erano molto
buone, non si riusciva ad incastrare i compagni che avevano
provato ha fare una rapina in quel di Trento e gliene volevano
affibbiare altre. Ecco che incominciando da questo, si e' cercato
d'allargare il discorso utilizzando questa ragazzina, facendogli
dire delle cose assolutamente incredibili, come il fatto che lei
ha personalmente partecipato a questa rapina, quando dalle sue
dichiarazioni non si ricorda assolutamente nulla, non si ricorda
ne' il posto, ne' il quando, ne' il come, ne' come erano
vestiti, come si sono svolti i fatti all'interno della banca. Si
vede che questa costruzione e' stata fatta a tavolino e non e'
stata fatta neanche bene, questo prova non soltanto la necessita'
degli organi dello stato di far qualcosa urgentemente contro di
noi, ma anche l'inprontitudine di questa gente che non riesce
neanche ad organizzare bene le loro carte per riuscire a
risolvere il loro problema di cercare di impedire, ad un gruppo
di persone sparse oggi in Europa di anarchici insurrezionalisti,
di realizzare i loro progetti di attacco contro lo stato e contro
il capitale, progetti che fanno paura.

R.O.R. - Ti volevo chiedere, se volevi aggiungere qualcosa
sull'aspetto processuale, che fosse di chiarimento su quello che
sta succedendo da un punto di vista giudiziario .

A.M.B. - Il processo e' ovviamente ancora tutto da vedere, e'
chiaro che l'inprontitudine di cui parlavo prima, si vedeva fin
dalle prime battute. Ad esempio il non rispetto assoluto delle
regole, lo si e' visto fin dall'inizio: arresti di persone le
quali non hanno accuse, a parte le dichiarazioni di una ragazzina
la quale continua a dire che c'e' un organizzazione, ma cos'e'
questa organizzazione non lo sa, questo fantasma e' stato messo
in piedi dall'accusa e poi viene fatto continuamente oggetto di
riferimento, come dire: io dico esiste questa organizzazione,
dopo di che sviluppo un migliaio di pagine dove dico quello che
succede riguardo a quella organizzazione, che per il semplice
fatto di averla messa io P.M. esiste e quindi puo' continuare ad
operare all'interno dell'accusa. Ora questo fatto chiaramente si
vede che non segue nessuna regola logica, nemmeno quello dello
stesso ordine del ragionamento e allora attraverso questo fatto,
si puo' ricavare il modo in cui loro hanno lavorato e
l'improntitudine che hanno applicato e quindi il fatto che non
hanno rispettato le regole. A questo punto si e' ritorto contro
di loro, visto che noi dovevamo essere interrogati entro 5
giorni, mentre il G.I.P. ci ha sentito dopo 10 mesi, cosi' la
cassazione ha ritenuto che io ed Emma venissimo scarcerati. Ora
il 26.11.97 ci sara' un altra seduta della cassazione, penso sia
la quinta sezione, che dovrebbe metter fuori altri compagni,
pero' questo non toglie nulla alla difficolta' del processo, alla
loro intenzione di condannarci, perche' il fatto che si e' a
piede libero non significa niente, puoi agire meglio, puoi
difenderti meglio puoi far capire quali sono le condizioni in cui
il processo e' stato sviluppato e portato avanti, pero'
oggettivamente parlando, siamo di fronte ad accuse gravissime e
tutta l'intenzione da parte loro di condannarci. Questo e' quello
che dobbiamo tenere presente.