Radio Blackout 105.250 FM - Turin

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La redazione di Radio 2000 Blackout ha deciso di confermare la linea seguita nelle ultime settimane di non considerare i professionisti dell'informazione interlocutori privilegiati rispetto al nostro impegno di redattori, dj's e collaboratori.

Noi non siamo professionisti stipendiati da nessuno, né la radio gode di sovvenzionamenti che ne garantiscano la sopravvivenza, ciononostante in quest'ultimo periodo ci appare evidente che la garanzia di imparzialità e correttezza nel proprio ruolo di giornalista non è peculiarità del mondo dell'informazione commerciale o pubblica.

Non saremo certo noi a rivendicare un ruolo di imparzialità, tutt'altro: noi abbiamo sempre riconosciuto la nostra posizione di radio estranea ai meccanismi di mercato e di potere politico grazie ai quali sopravvivono tutti gli altri; quindi noi siamo di parte e lo riconosciamo apertamente, ma due particolarità ci distinguono dagli altri media.

La prima è quello che, come dimostra il taglio informativo (redazionale) che abbiamo dato rispetto alla vicenda dell'indagine sui sabotaggi in Valsusa e alla morte di Edoardo Massari, abbiamo cercato di essere più obiettivi possibile (compatibilmente con i mezzi a nostra disposizione) nel fornire i dati in nostro possesso - operazione che certo non possono rivendicare giornali e televisioni, tutti alla rincorsa della 'notizia' più forte.

La seconda è che noi non abbiamo mai attuato né attueremo mai in casi così gravi, forme di censura o di mistificazione come abbiamo visto fare in numerosi reportages televisivi, specchietti informativi e interviste costruite a tavolino.

Riteniamo quindi grave l'atteggiamento dei professionisti che, pur trovandosi di fronte ad un caso di estrema gravità, di fronte all'innegabile dissenso popolare che hanno incontrato nell'operare in tal senso, mai hanno accennato ad un minimo gesto di autocritica o di relativizzazione del proprio operato.

Pensiamo che siano i cittadini, gli utenti e i clienti dei media a doversi sentiore insultati (oltre che le persone tragicamente coinvolte in questa storia) quando, come noi, vengono cercati con grande disponibilità solo quando esiste la necessità di arricchire la cronaca con particolari morbosi e mai quando esiste la possbilità o la necessità di approfondire le notizie.

Per il prossimo futuro Radio 2000 Black Out non rilascerà quindi interviste o altro a qualsivoglia struttura informativa escluse quelle autogestite, sperando in un minimo ma significativo segnale di revisione da parte dei professionisti.

La redazione di Radio 2000 Blackout


Per legge ogni radio deve avere un direttore responsabile, iscritto all'ordine dei giornalisti e registrato in tribunale. Anche Radio Blackout ha un direttore responsabile, una figura professionale che ha accettato di ricoprire un ruolo puramente "formale" per garantire uno spazio alla nostra voce.

Dopo i recenti avvenimenti di Torino, l'ordine dei giornalisti del Piemonte e della Valle D'Aosta ha richiamato il nostro direttore con l'intenzione di sospenderlo a meno che la radio non faccia pubblica abiura di quanto detto nei giorni antecedenti la manifestazione del 4 aprile.

Se il nostro direttore responsabile venisse sospeso dall'ordine dei giornalisti la radio non potrebbe piu' trasmettere e rischierebbe la chiusura.

L'aforisma della settimana e': riflettiamo sulla potenza della lobby dei giornalisti (non riescono polizia, comune, regione e provincia a chiudere la radio. Ma forse i giornalisti si'). E riflettiamo sulla legge Mammi', che obbliga ogni voce ad avere un direttore responsabile, elegibile solo fra quelli iscritti alla suddetta lobby.

Piu' notizie in seguito


A proposito del caso Genco, il giornalista picchiato.

"Realizzando il desiderio perverso di milioni di italiani, a meta' settimana gli squatter hanno mandato all'ospedale un giornalista. Alcuni anni fa un collega della stessa agenzia (l'Ansa) fu preso a testate da Antonio di Pietro, al quale nessuno all'epoca diede dello squatter. Identica e molto popolare, la giustificazione del gesto: i giornalisti sono 'sciacalli', 'avvoltoi', 'pennivedoli' che invadono l'intimita' altrui senza alcun rispetto."

L'articoletto e' comparso giorni fa nelle pagine culturali di Repubblica. Di Pietro che picchia un giornalista non fa notizia, gli squatter si' - e da prima pagina.

A buon rendere.