Notizie dal comitato difesa anarchici sulle ultime perquisizioni e arresti.

AGGIORNAMENTO DI MERCOLEDI' 30 OTTOBRE

Dalla fine della settimana scorsa un altro dei 18 anarchici rinchiusi a Rebibbia con l’accusa di banda armata, attentati, etc è entrato in sciopero della fame:

Giuseppina Riccobono (compagna di Antonio Budini, anch’esso detenuto) rifiuta il cibo in segno di protesta contro la montatura. Entro pochi giorni dovremmo ricevre un suo comunicato in merito.

Intanto Salvatore Gugliara sta continuando lo sciopero della fame e della sete iniziato lunedì 14 settembre. Le sue condizioni psicofisiche sono pessime.

Altri 9 dei detenuti anarchici ci hanno fatto pervenire un loro comunicato che proponiamo integralmente:

Alla manovra repressiva messa in atto con gli arresti del 17/09/96 contro il movimento anarchico noi sottoscritti detenuti anarchici colpiti da questa montatura poliziesca, ribadiamo il nostro punto di vista. Gli inquisitori Marini e Jonta intendono chiudere la bocca a quei soggetti antagonisti che sulla lotta contro lo stato e il capitale hanno basato la propria esistenza, ognuno con la propria individualità e indissolubile unicità, ognuno con i mezzi che ritiene più appropriati al proprio essere. Nell’epoca della pacificazione e del susseguirsi di dibattiti sulla fine dell’emergenza "terroristica" la presenza di persone refrattarie all’addomesticamento turba la quiete.

Fermare chi rivendica la praticabilità di una vita libera dallo sfruttamento, basata su forme di autogestione e solidarietà reale e sulla libertà dei singoli, diventa indispensabile per uno stato che assiste impotente a fenomeni di rivolta individuale e collettiva più o meno cosciente.

La ragion di stato si erge come unico mezzo per garantire i privilegi e l’ordine, e la macchina giudiziaria si mette in moto contro coloro che storicamente si oppongono a qualsiasi dominio ne tenta di svalorizzare gli intenti sociali come nel caso del movimento anarchico, associandone una organicità organizzativa nel campo criminale e "terroristico". Perciò episodi di rivolta spontanea verificatesi negli ultimi 10 anni, come gli attacchi alla proprietà privata e alle istituzioni dello stato, nei quali in alcuni di essi sono stati coinvolti dei compagni anarchici ma che per la maggior parte sono rimasti irrisolti, vengono apoditticamente e unidirezionalmente considerati il frutto di un disegno unico attribuito alle pubblicazioni anarchiche più refrattarie, confezionando una "banda armata" con militari e redattori. Lo si evince chiaramente dalla ricostruzione apologetica fatta nell’ordine di custodia cautelare, dove tutto si basa sulle conoscenze, vere o presunte, tra i vari coimputati, sulle diverse forme di solidarietà espresse nei confronti di anarchici imprigionati, dai volantinaggi ai manifesti sui muri, dagli opuscoli informativi alle iniziative pubbliche, fino al sostegno economico ed epistolare verso i detenuti.

In quanto soggetti libertari e anarchici non possiamo che ribadire il nostro totale rifiuto ad ingabbiarci in organizzazioni e bande varie che limiterebbero l’individualità del singolo. Il cammino rivoluzionario è la sommatoria dei diversi percorsi individuali per raggiungere la costruzione di una diversa società e ognuno di noi rivendica il proprio e solo proprio percorso di ribelle.

Noi, estensori di questo scritto, rivendichiamo il nostro essere refrattari a qualsiasi forma di dominio, e la nostra determinazione a costruire un mondo senza stato, né eserciti, carceri e tribunali, senza sfruttamento dove il lavoro e l’educazione sono liberi, come rivendichiamo altresì la totale estraneità a strutture compartimentali che riproducono esprienze che non ci appartengono in quanto limitanti l’individualità e la potenzialità del singolo. Ognuno con la propria specificità, con il proprio percorso, con le proprie esperienze affermiamo la nostra unicità che si esprime con la pratica della libertà e della solidarietà rivoluzionaria verso tutti coloro che ogni giorno, in ogni dove, sono colpiti dalla repressione.

Roma, 21/10/96

Budini Antonio
Camenish Marco
Campo Orlando
Gregorian Garagin
Gugliara Salvatore
Porcu Francesco
Ruberto Paolo
Stasi Giuseppe
Tesseri Carlo

 

Molte iniziative si vanno diffondendo per tutto il territorio: il fastidio che polizia e magistratura provano nel vedere rotta la coltre di silenzio che hanno provato a stendere sulla vicenda è testimoniato dall'"attenzione" riservata ai solidali dalle forze di polizia: iniziative e repressione a Torino, Teramo, Bologna, Verona e Foggia (per i resoconti esatti degli avvenimenti vedere Canenero num. 37 in uscita questa settimana).

Ricordiamo inoltre che il 7 novembre a Trento si terrà il processo di appello a Jean Weir, Carlo Tesseri, Christos Stratigopulos, Antonio Budini (tutti in carcere a Rebibbia ora perché coinvolti nell’inchiesta Marini) e Evangelia Tzioutzia (latitante). I 5 sono già stati condannati in primo grado a 5 anni per una rapina avvenuta a Serravalle (TN); questo processo riguarda altre due rapine avvenute a Ravina di Trento per le quali hanno avuto in primo grado 6 anni. Queste ultime accuse sono dovute alle dichiarazioni della "pentita" che accusa 68 anarchici di banda armata e la cui delirante testimonianza in proposito è stata proposta nell’opuscolo "Con ogni mezzo necessario". Invitiamo quindi tutti a presenziare all’udienza.

Per ulteriori contatti: Comitato Difesa Anarchici c/o El Paso Occupato,
Via Passo Buole 47, 10127, Torino, tel. 011-317.41.07.
Solo per contatti urgenti: Mario 0360-554.094
Altre notizie e aggiornamenti si possono trovare per via telematica:
(mailing list A-INFOS@LGLOBAL.COM e CSLIST@ECN.ORG e pagine web http://www.geocities.com/Hollywood/3879/anarchy.htm
oppure
http://www.ecn.org/zero/anarchy.htm)
Ricordiamo inoltre alle radio di movimento che sono disponibili dei servizi radiofonici a Radio Black Out (105.250), TEL. 011-650.34.22
Invitiamo tutte le realtà, le situazioni, collettivi, band, centri sociali, case occupate, radio e pubblicazioni di movimento a diffondere il comunicato.