Il quartiere di San Salvario è il luogo reale e simbolico dell'incontro/scontro
con la diversità, il laboratorio della nuova società multietnica,
delle sue contraddizioni, un luogo nel quale prendono forme le paure, le
speranze, le strumentalizzazioni interessate nei confronti di una realtà
in profonda trasformazione.
Da sempre quartiere di prima immigrazione e attraversato da flussi
dell'economia criminale, ma mai come oggi militarizzato e mediatizzato,
vero laboratorio delle nuove forme del controllo urbano poi esportate negli
altri quartieri.
Vecchie e nuove forme di sfruttamento si incontrano con i pregiudizi
di chi vede negli immigrati un capro espiatorio per i problemi di precarietà,
frammentazione e insicurezza che questa società e queste città
producono.
Questo mentre l'immigrazione e i diritti degli immigrati sono questioni
che sempre più assumono un posto centrale in tutta Europa. Riaprire
una discussione su queste tematiche è necessario proprio a partire
dalla scuola, per battere una destra volgare, violenta e arrogante che
fa leva proprio sulle paure, sul disagio, sulla miseria.
A parlarne con noi:
L'irruzione delle nuove tecnologie ha trasformato radicalmente tutti
gli ambiti della vita sociale, imponendo nuovi diritti che una forma arretrata
come quella dello Stato-Nazione fatica a riconoscere. No-copyright, diritto
alla privacy, democratizzazione dell'accesso alle reti di comunicazione,
il problema dell'esclusione/inclusione determinato dall'alfabetizzazione
informatica, l'accesso ai sistemi radio-televisivi e di visibilità
nella società dello spettacolo. Insomma oggi la libertà di
espressione edi comunicazione è sempre più al centro di un
dibattito stretto tra la logica del mercato e del profitto e la necessità
dello Stato di regolamentare e ingabbiare le nuove forme di espressione.
I nuovi media rappresentano in potenza uno spazio pubblico da conquistare,
diventando così terreno di conflitto e di affermazione dei nuovi
diritti: dalla lotta per ottenere il diritto all'accesso a Internet all'atto
dell'iscrizione degli studenti a scuola e all'Università, a quello
di riprodurre liberamente testi fotocopiati, alla difesa della libertà
e della visibilità in rete.
A discuterne saranno:
Da un secolo la letteratura fantastica e fantascientifica offre all'uomo la possibilità di immaginare mondi nuovi, diversi dalla realtà che lo circonda. A partire dalla fine degli anni '70 anche in Italia si incominciano a mettere in crisi i codici dominanti di questo genere letterario, imprigionato dai cliché stereotipati della fantascienza classica, fatta di invasioni di alieni e di imperialismo intergalattico che rifletteva le paure e le tensioni della guerra fredda. Da allora è emersa a ondate successive una FS più ricca e articolata, che trova nei fenomeni del cyberpunk e dello steampunk un momento centrale, le metropoli e le società del futuro non sono attraversate da marziani verdi, ma ancora una volta dal conflitto sociale. L'hacker in lotta contro le multinazionali e mafie politiche ne è stato il simbolo nelle opere di Bruce Sterling e di William Gibson. Oggi questo rapporto tra fantascienza e conflitto rappresenta un intero filone del cinema, da Strange Days a Johnny Mnemonic all'Esercito delle 12 scimmie. Come scrive Valerio Evangelisti, il più rappresentativo tra i nuovi scrittori italiani di letteratura fantastica e fantascientifica: <Resta prerogativa del fantastico rendere concepibili alternative al presente. Qualità preziosa, in un tempo in cui sembra che allo squallore non esistano alternativa>
A parlarne con noi:
Riduzione del numero degli appelli, aumento delle tasse, caro-libri, esami di sbarramento e numero chiuso, ecco i problemi che si trovano ad affrontare gli studenti da subito all'Università. I diritti alla cultura sono la nuova realtà dello stato della terza dimensione: i massimi costituzionalisti europei li ritengono essenziali perché siano effettivamente garantiti i diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino. Eppure, ancora oggi, il sapere non è per tutti. Ma gli studenti hanno cominciato a far valere i propri diritti; e partono i primi ricorsi...
A discuterne:
Luther Blissett è una creatura multipla. Un non personaggio.
Un nome che chiunque può usare per firmare azioni di guerra psichica,
sabotaggio culturale e guerriglia mediatica. E' una sigla collettiva che
da qualche tempo sta perseguitando giornali e media. Il suo obiettivo è
sabotare i centri del controllo e di potere seminando il panico nei media
di ogni ordine e grado.
Scrive Luther Blissett nel "Manifesto del Luther Blissett Teatre":
<Il teatro deve essere atto politico, mettere in discussione le coordinate
architettoniche e urbanistiche, il sistema dei trasporti, la circolazione
delle merci e quant'altro persista nello spazio in quanto tale... Il Luther
Blissett Teatre proclama la teatrabilità di tutti gli spazi pubblici
e di tutti gli spazi privati: chiunque può andare in un luogo e
compiervi senza preavviso un'azione scenica>