Iniziativa nazionale in difesa della telematica amatoriale
19 febbraio 95
Convegno organizzato da Strano Network al
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato
Intervento di:
Sarò brevissimo anche se si poteva aver cominciato ad essre brevi un po' prima e scusate se la brevità determina che il mio intervento sia un po' schematico.
Prima di tutto i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse sono due. Cioè : lo Stato e la proprietà privata.
Noi stiamo guardando troppo in una sola direzione, a mio parere. Stiamo guardando a attività repressive da parte dello stato e trascurando un altro nemico che abbiamo alle spalle che è la proprietà privata e che è tanto liberticida quanto la prima, come lo dimostra il contemporaneo esempio della televisione.
La telematica non è immune a misura liberticida anche quando queste misure liberticide vengono non dallo Stato se non dai privati.
- In primo luogo non c'è niente all'interno delle reti che impedisca una colonizzazione di tipo pubblicitario. Cioè, la pubblicità può essere inserita nelle reti, può essere commercializzata nelle forme tradizionali utilizzate nei mass-media, può essere vincolata ai messaggi. La pubblicità non è altro che un messaggio, e quindi è molto difficile differenziare un messaggio dall'altro. Ossia io non posso fare un "kill-file" specializzato in pubblicità, perché dovrebbe entrare nei contenuti, sarebbe intelligentissimo questo.
- Secondo: l'interattività non è garantita nel mezzo telematico. La telematica non è più interattiva della radio. La radio è nata anche come interattiva. Aveva uno che trasmetteva e un altro che riceveva. Se a un certo punto c'è stato un ingigantimento del trasmettitore che si è trasformato in broadcasting, che si è trasformato in rete e un rimpicciolimento del ricettore che si è trasformato in consumatore, questo è successo per ragioni sociali e non è successo per ragioni tecniche. Non c'è niente di intrinseco alla radio che lo differenzi dalla telematica. Quindi quello che è successo alla radio può succedere anche alla telematica. Per impedirlo servono delle misure, delle attività di tipo politico, non basta con una difesa, non abbiamo nessuno scudo tecnico che ci protegga in questo. Poi il parallelo con la radio puo essere molto interessante, perché dobbiamo ricordare che alla radio è stata applicata una doppia medicina; da una parte c'è stato il selvaggio privatismo dei settori massicci, permettendo lo sviluppo dei grossi broadcasting che hanno monopolizzato il mercato. Dall'altra parte c'è stato la riduzione dei radioamatori a una specie di specie in gabbia. Con ad esempio misure di militarizzazione che provengono dalla guerra mondiale, quindi sono ben vecchie. Tutte le persone nel mondo sembrano accettare come logica normale il fatto che ad esempio gli eserciti di tutti i paesi controllino chi sono i radioamatori, il loro diritto di parlare e perfino che cosa possono dire attraverso le reti. Quindi questo è un rischio reale per la telematica. Questo doppio binario, un binario commerciale gigantesco, creativo, libero, etc. però nello stesso tempo senza possibilità di risposta, non interattivo, e dall'altra parte uno interattivo però ridotto a gabbia di matti, nei quali si mettono quelli che si vogliono tenere sotto controllo.
- Terzo elemento: non sono monopolizzabili i cyberspazi in quanto tali.
Si, sono monopolizzabili gli accessi e le connettività di tipo diverso. E' perfettamente immaginabile pensare che ci siano dei signori che in questo momento stiano rastrellando accessi e connettività in Italia. Anzi c'è un certo vento dalla Sardegna che probabilmente bisogna prestargli attenzione. Quindi direi di fronte a questo molti settori democratici dicono: ci vuole una legge, ci vuole l'intervento dello Stato per regolare questo settore, il settore telematico, perché in caso contrario quì succede come con le televisioni private. Berlusconi, probabilmente la stessa persona per altro, si mangerà la telematica. Questo è vero, però la risposta non è quella giusta. Ossia a mio parere ci vuole lo sviluppare una politica che permetta di far fronte simultaneamente ai due nemici cioé al controllo statale e allo sviluppo di soggetti privati che sono in grado di monopolizzare e di censurare il sistema. Per poter fare questa battaglia a doppio fronte, a mio parere non ci si può limitare alla telematica. Si deve fare una battaglia di libertà. Una battaglia di libertà che riprenda la radio, che riprenda la televisione, che si riferisca a tutti i mezzi di espressione e di comunicazione. In caso contrario ci si muore nel ghetto, nella gabbia di matti che dicevo prima.