Diritto alla comunicazione nello scenario di fine millennio

Iniziativa nazionale in difesa della telematica amatoriale

19 febbraio 95

Convegno organizzato da Strano Network al

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato


Intervento di:

  • Roberto Terrosi


    Il mio intervento sara' brevissimo ed e' incentrato su alcune considerazioni rispetto ai rapporti tra il movimento situazionista e il discorso delle reti.
    Quando Bruce Sterling venne ultimamente qui' in Italia a Roma, capito' proprio nel periodo in cui era morto Guy Debord e lui fece una considerazione per ricordare la morte di Guy Debord, dicendo che a suo avviso Debord aveva fatto un'analisi molto puntuale e molto intelligente della societa' attuale nella "Societa' dello Spettacolo" il suo testo fondamentale, dicendo che, secondo appunto Sterling, Debord aveva capito una direzione fondamentale perche' le reti telematiche, Internet in particolare, e' il compimentodi questa societa' dello spettacolo perche' sarebbe semplicemente composta di vuoti simulacri. Adesso Sterling sbagliava quando credeva che Debord si augurasse una situazione del genere, nel senso che pensava che Debord si augurasse una situazione comunicativa composta esclusivamente da elementi simulacrali, mentre invece Debord la criticava molto duramente. Diversamente pero' e' molto interessante e fa riflettere il fatto che la riflessione di Sterling sul discorso che la rete si presenta comu un grandissimo cumulo di simulacri e' una lettura del tutto diversa da quella che finora sono state date per esempio di Internet che invece e' stata sempre vista come una chance grandemente ed esclusivamente direi positiva di comunicazione e di rinnovo proprio di apertura dei giochi comunicativi. Allora, questo dubbio involontario che Sterling ha fatto sorgere, effettivamente viene riconfermato adesso specialmente dal tipo di situazione che si sta anche un po' provocando qua in Italia al seguito della grandissima pubblicizzazione che c'e' stata di Internet. Molte strutture dicono per darsi un tono per farsi vedere a la page di essere in Internet. Allora c'e' un'altra dimensione che si sta configurando di Internet. Non solo questo grande territorio di comunicazioni e di materiali, ma anche una sorta di discorso molto simile a quello che per certi versi fa la televisione, cioe' io esisto se sono in questa struttura comunicativa. Io esisto se sono in televisione, io sono importante se sono in televisione, io esisto e sono importante se sono in Internet, io ho gia la capacita' di esserci e via dicendo. Quindi diventa un luogo non quindi di crisi dei soggetti a favore dei discorsi, ma un'altra volta di ridondandanza dei soggetti a scapito dei discorsi. E questo diciamo e' il rischio che metterebbe in luce quella che era questa osservazione, diciamo cosi', di Sterling del fatto che, allora si, si presenterebbe come accumulo di vuoti simulacri dove semplicemente le soggettivita' ridondano e rispecchiano se stesse. Allora da questo punto di vista che succede, che c'e' un tipo di atteggiamento quindi da parte del situazionismo che occorre a mio avviso recuperare anche nei confronti di situazioni come Internet. Nel senso che i situazionisti predicavano l'esplosione della comunicazione. Proprio per cercare di forzare tutte le strutture possibili, per cercare di mettere in crisi la struttura del potere e per cercare invece di creare proprio un tipo di comunicazione molto forte ma basato appunto sulle tematiche e non su quello che dovevano essere gli status simbol connessi agli elementi della comunicazione. E quindi e' anche sintomatico per esempio che i situazionisti che sono coloro che hanno dato l'avvio al discorso sul no-copyright spesso vengano dimenticati ora, in questo momento in cui il discorso sul no-copyright e' molto forte, per esempio negli Stati Uniti, ecco perche' il discorso dei situazionisti e' ancora una volta un discorso diciamo cosi' di parte cioe' e' interesse di una certa parte portare un determinato poi portato culturale e non semplicemente richiedere dei diritti universali. I situazionisti cominciano non a caso il loro discorso sul no-copyright con una delle pubblicazioni una loro prima rivista che si chiama "Potlach" e sapete voi che il Potlach e' un tipo di scambio che esiste tra le varie popolazioni, i cosidetti popoli primitivi, in cui ci si dona delle cose invece di guerreggiare proprio per confrontarsi. Ecco, questo donarsi della comunicazione e' fatto proprio in funzione del portato della comunicazione, cioe' di che cosa voglio dire al momento in cui io pongo al centro la tematica io posso donare la comunicazione; al momento in cui io invece pongo al centro invece la struttura della comunicazione io non dono piu' la comunicazione e pongo delle gabelle. Quindi per esempio oggi, da poco tempo e' uscito un bellissimo libro di Raf Valvola, che tra l'altro e' qua' dietro, sul no-copyright pero' ecco io vorrei insistere su questo fatto anche li un pochino trascurato del discorso invece situazionista che pone piu' l'accento appunto su un carattere di uso politico dell'informazione, perche', e qui concludo, le strutture di comunicazione lasciate a se stesse tengono a retroagire, a conformarsi su una situazione di stasi che e' una situazione di stasi che e' compatibile con la struttura del potere, mentre invece il discorso democratico si apre solamente sulla rottura di questa stasi e nell'inserire dei dinamismi comunicativi. grazie.