Il testo, nel modo riportato di seguito, è già stato pubblicato all'interno del libro:
HAPPENING DIGITALI INTERATTIVI
di Tommaso Tozzi, Firenze, 1992





"Rete Informatica Alternativa"
di Raf Valvola (della rivista DECODER) - (1991)

Questo testo viene riportato così come è stato inserito, sotto forma di messaggio, da UVLSI all'interno dell'area telematica Cyberpunk.
Una sua versione è stata pubblicata anche sul numero 5 di Decoder.



Message #: 2262
To: Tutti
From: UVLSI
Submitted: 25 Mar 91 12:26:00
Subject: 1) CONTRIBUTO SULLA RETE
Group: CYBER_PUNK (131)
RE: 1) CONTRIBUTO SULLA RETE INFORMATICA ALTERNATIVA

PARTE PRIMA ---
Quattro ordini di considerazioni sottostanno all'ormai sempre più emergente dibattito nazionale dei centri sociali intorno alla comunicazione. In primo luogo la necessità, chiaramente avvertita da tutti i centri sociali, di dover contare su un'informazione di movimento affidabile chiara, esaustiva e tempestiva.
Informazione questa che non deve essere quindi più oggetto di continui '"'disturbi'"' di trasmissione comunicativa, e né al tempo stesso essere espressione di facile egemonia di gruppi '"'più o meno simpatici'"'.
E' del resto proprio della natura dei centri sociali per come essi sono sorti e per la storia stessa dei rapporti interrelazionati da questi col territorio, un'impossibilità reale ad esprimere non solo una presunta ideologia comune ma addirittura a praticare e a definire insieme tattiche di medio periodo. Al contempo, però, è plausibile pensare in un prossimo futuro il naturale allargamento dell'area dei centri sociali, un po' per imitazione e un po' per reale bisogno, soprattutto in zone di provincia del centro-nord e nelle grandi metropoli del sud. Non è detto però che questi '"'nuovi'"' centri assumano come discriminante della propria esistenza una dichiarazione di conflitto nei confronti delle istituzioni (questo anche per una minore evidenza della sofferenza e per l'onnipresenza sociale della famiglia). Nondimeno è pensando sia alla rete dei centri sociali comunque esistente che al suo possibile allargamento - perlomeno quantitativo - che assume senso il parlare di costruire efficaci strumenti di informazione di movimento. La seconda questione sulla quale si sta riflettendo nei/trai centri sociali è sicuramente quella della distribuzione.
Come è noto oggi più o meno in ogni realtà c'è '"'qualcuno'"' che si occupa di mantenere i contatti, tenere i conti e vendere i materiali. Spesso e volentieri, però, i pagamenti non avvengono, oppure quando avvengono accade con tempi lentissimi che, oggettivamente, rappresentano una reale strozzatura (economica e di tempo) nel poter riprogettare nuovi materiali e nuove produzioni.
Del resto chi produce materiale autoprodotto/antagonista sa bene l'evidente dato che quasi mai i propri materiali arrivano in tutti i centri sociali, luoghi interessanti/ti. Oggi come oggi la distribuzione dei materiali rimane affidata principalmente ai contatti interpersonali allacciati nel corso dell'ultimo decennio e al nomadismo '"'soggettivo'"' dei singoli compagni che saltuariamente, per ragioni perlopiù proprie e personali, vanno a visitare le singole realtà.
Fermo restando la presente situazione è evidente come risulti estremamente difficile anche il solo sapere dell'uscita di nuovi materiali, i quali poi riescono ad avere una diffusione limitatamente regionale. La terza constatazione fa forza sulla individuazione di un nuovo soggetto: il cyber-punk.
In effetti questo termine oggi è stato probabilmente già troppo caricato di sensi e significati strabordanti l'originario senso.
La storia del termine fin qui è nota: è difatti un termine proveniente dalla fantascienza americana dell'inizio degli anni Ottanta. Autori principali: Gibson e Sterling.
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* Origin: UVLSI - Cyber Punk (RAX 2:331/302.29)
Message #: 2263
To: Tutti
From: UVLSI
Submitted: 25 Mar 91 12:27:00
Subject: 2) CONTRIBUTO SULLA RETE
Group: CYBER_PUNK (131)
RE: 2) CONTRIBUTO SULLA RETE INFORMATICA ALTERNATIVA

PARTE SECONDA ---
Nella nostra accezione il termine in questione sta a denotare un reale cambiamento che è in corso oggi in Italia. Le due metà della parola ben denotano difatti le due diverse facce della medaglia. Da una parte con cyber s'intende la capacità dei nuovi soggetti di saper usare, dopo esserne stati irretiti per decenni, la più alta tecnologia. Dall'altra con punk, non tanto il punk storico per come esso si è dato, ma si intende indicare qualsiasi fenomeno sociale (esistenziale e di resistenza) che riesce a mantenere la propria alterità sociale, sapendosi peraltro radicare perlomeno a livello esistenziale, e a confrontarsi in termini di non mediazione nei confronti del resto della società.
Una sorta di junk-modernity (modernità di scarto), la quale pur di scarto è al contempo modernissima quanto i grattacieli di Tokio.
Fino adesso difatti l'immagine che si è avuta dei brandelli di opposizione sociale espressi dai centri sociali appare degna dell'immagine televisiva delle periferie di Panama-City, e nulla più: una sorta di opposizione che nasce dall'essere i dannati della terra, e il cui massimo di tecnologia può essere
simbolizzato solamente dal povero machete.
Le cose oggi però stanno cambiando rapidamente. In Italia i centri sociali sono frequentati sia da molti soggetti degni della cosiddetta junk-modernity, sia da soggetti che traggono il proprio reddito da lavori di punta. Nei centri sociali difatti non è più difficile trovarsi a parlare di computer con progettisti di sistema e simili. Una quarta questione riguarda la necessità di doversi collegare al più presto con le diverse situazioni antagoniste internazionali.
Questo innanzitutto perché nessuno di noi può ritenersi soddisfatto della quantità e della qualità di informazione che i media ufficiali ci stanno propinando.
E' anche vero del resto che buona parte dei movimenti di opposizione si stanno, o addirittura sono già collegati in rete. Pensiamo in questo caso alla rete ecologista di opposizione presente in Germania dell'Est, o in Bulgaria o in Iugoslavia.
Per non parlare poi delle diverse reti presenti già nei Paesi Baschi, in Germania del Nord, in Olanda, in Danimarca o in Inghilterra. Infine la Francia, il paese più telematizzato del mondo, con gli oltre sette milioni di abbonati al minitel.
E' necessario quindi predisporsi al più presto, come entità nazionale, per comunicare e far affluire dati che permettano così, in questa maniera, automaticamente un salto di qualità nella riflessione politica di tutta la nostra area.
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-- XRS! 4.00
* Origin: UVLSI - Cyber Punk (RAX 2:331/302.29)

Message #: 2264
To: Tutti
From: UVLSI
Submitted: 25 Mar 91 12:28:00
Subject: 3) CONTRIBUTO SULLA RETE
Group: CYBER_PUNK (131)
RE: 3) CONTRIBUTO SULLA RETE INFORMATICA ALTERNATIVA

PARTE TERZA ---
Questi quattro ordini di considerazioni ci spingono a promuovere un'iniziativa che cerchi di risolvere e portare a sintesi queste esigenze. Cioè il bisogno di informazione, non mediato da alcun organismo '"'verticistico'"' o '"'partitico'"', la necessità di informazione e di coordinamento conoscitivo delle autoproduzioni, il tener conto di nuove realtà esistenziali e politiche che della modernità sono direttamente soggetti trainanti, e la necessità di collegamento informativo internazionale. Il progetto che appare maturo, perlomeno sul piano teorico, è quello della progettazione di una rete informatica che colleghi in tempi reali tutte le realtà antagoniste/autoproduttive ruotanti nell'area del movimento.
Quali le caratteristiche che questo progetto deve avere?
Innanzitutto esso dovrebbe essere concepito come il più aperto possibile, senza preclusioni di carattere ideologico sul maggiore o minore '"'grado rivoluzionario'"' dei singoli aderenti alla rete. La rete dovrebbe configurarsi al più come struttura di servizio, dove sia possibile dare/avere tutte le informazioni necessarie e non. L'uso di queste sul territorio verrà poi deciso dai singoli collettivi, i quali a loro volta decideranno autonomamente quali informazioni siano necessarie al proprio intervento politico e quali non.
Questa esigenza di massima apertura possibile della rete coincide del resto con l'osservazione, crediamo condivisa da ogni realtà nazionale, che questa in cui siamo entrati è una fase caratterizzata dal massimo della visibilità possibile di tutti i soggetti politici operanti. Il massimo dell'invisibilità politica dei soggetti rivoluzionari dell'inizio degli anni Ottanta non a caso difatti coincise col periodo della minima influenza della nostra area nel campo dell'allargamento dell'area della coscienza.
Probabilmente crediamo questa una consapevolezza penetrata nei luoghi comuni dei più.
Quindi la rete deve essere pensata non solo il più aperta possibile, ma anche la più democratica possibile. Senza cioè luoghi privilegiati di trattamento dell'informazione, e quindi il più decentrata possibile.
Quindi non una struttura pensata sul modello del sistema nervoso centrale, ma al contrario concepita a serie di stelle territoriali, dove ogni nucleo si fa e si deve far carico della corretta distribuzione del materiale informativo a tutti gli altri centri collegati in rete.
Democratica anche perché aperta a moduli di espansione futura, sia nei confronti di nuove soggettività che entreranno a far parte della rete (e sulla cui adesione decideranno tutte le componenti in riunione nazionale) e sia sulla complessificazione delle funzioni a cui si potrà pensare di procedere.
Sulla maggior parte di questi temi in realtà è già avvenuto un proficuo dibattito, in più occasioni, che ha coinvolto, perlomeno in fase preliminare, almeno 25 realtà differenti. Si ricordano a questo proposito i tre incontri avvenuti a Livorno l'anno scorso, quello a Milano durante la tre giorni in settembre, a Pisa a fine ottobre, e a Bologna all'inizio di dicembre. Tutto
ciò per testimoniare perlomeno della serietà di intenti con la quale si sta procedendo intorno alla questione.
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-- XRS! 4.00
* Origin: UVLSI - Cyber Punk (RAX 2:331/302.29)
Message #: 2265
To: Tutti
From: UVLSI
Submitted: 25 Mar 91 12:29:00
Subject: 4) CONTRIBUTO SULLA RETE
Group: CYBER_PUNK (131)
RE: 4) CONTRIBUTO SULLA RETE INFORMATICA ALTERNATIVA

PARTE QUARTA ---
Innanzitutto la questione dei costi. Da un punto di vista tecnico è di estrema facilità e abbordabilità. Fermo restando l'acquisizione di una macchina con un hard-disk, IBM compatibile, ad un primo livello è sufficiente munirsi di un modem (con una serie di caratteristiche tecniche, che vengono specificate in sede tecnica), del costo massimo di 300-500 mila lire. Per il software operativo, dopo una prima fase sperimentale di utilizzo e di verifica di programmi commerciali preesistenti, l'intendimento è quello di procedere in proprio alla progettazione di software appositamente predisposti.
Le altre due questioni sono, diversamente, più politiche. La prima può essere sintetizzata intorno al nodo controllo politico/controllo specialistico e tecnico. Come fare per sfuggire ad una potenziale egemonia dei tecnici sull'intero progetto? La risposta, data durante l'incontro di Pisa, è stata a nostro avviso particolarmente lucida. E' stata difatti richiamata una esperienza passata di distribuzione libraria degli anni Settanta.
Questa coinvolse attivamente non solo centinaia di punti di distribuzione, ma anche gli stessi produttori dei materiali e i coordinatori di gestione dei magazzini nazionali, nei quali venivano depositati tutti i materiali in attesa di distribuzione.
Periodicamente (trimestralmente) avvenivano riunioni regionali, che coinvolgevano tutte e tre le componenti legate all'iniziativa (produttori, librai, distributori e in alcune situazioni anche i semplici lettori), che verificavano la correttezza dell'operare distributivo e prendevano le relative decisioni.
Annualmente, o in tempi più brevi a seconda delle necessità, erano inoltre convocate altre assemblee, questa volta nazionali, che coordinavano gli impegni presi a livello più periferico.
Questo tipo di struttura, apparentemente farraginosa, ma in realtà estremamente democratica e di base, permise a tutte le componenti un reale controllo sulla struttura distributiva, fino a che cause esogene (in particolare la dura repressione della fine degli anni Settanta) non ne provocarono una prematura fine.
Nel caso di questa esperienza il ruolo tecnico di alcuni non sopravanzò le esigenze di tutto il movimento, e viceversa furono queste competenze tecniche ad essere utilizzate, per di più senza alcuno screzio. Rimane riaffermato, quindi, il primato della politica, senza alcun dubbio di sorta!!! Questo del controllo dei tecnici, o il problema della tecnica, è d'altronde un problema che ogni movimento, nelle sue fasi storiche, si trova costretto a dover pensare e gestire. Non fu forse, per certi versi, analoga l'esperienza di uso delle radio, a metà degli anni Settanta? Non lo è stato forse - per assurdo ma neanche più di tanto - l'uso della fotocopiatrice, proprio dell'esperienza delle fanzines della fine degli anni Settanta, inizio anni Ottanta? La seconda questione politica riguarda, in maniera abbastanza similare, il rapporto tra centri di aggregazione, mezzi tecnici e gestori informatici. Si dice: come poter installare ad esempio un computer, quando in realtà i centri sociali sono addirittura privi per la gran parte e di telefono e di mezzi tecnologici in generale? Come può avvenire un uso collettivo di questi? Fermo restando che questo è un problema particolarmente spinoso: i centri sociali in Italia in realtà sono difatti i luoghi più '"'trash'"' dell'intera Europa; bisogna comunque affrontare i termini della questione.
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Message #: 2266
To: Tutti
From: UVLSI
Submitted: 25 Mar 91 12:29:00
Subject: 5) CONTRIBUTO SULLA RETE
Group: CYBER_PUNK (131)
RE: 5) CONTRIBUTO SULLA RETE INFORMATICA ALTERNATIVA

PARTE QUINTA ED ULTIMA ---
Innanzitutto è da osservare che già oggi sono operanti in Italia, nei Centri Sociali, momenti di socializzazione di sapere tecnologico (come a Pisa ad esempio); partiti da esigenze proprie ed autonome, indipendentemente dalla necessità di voler costruire una rete informatica di collegamento. Questa osservazione fa del resto il paio con l'altra precedentemente esposta dell'esistenza, già presente, di numerose soggettività frequentanti i centri sociali, che della modernità sono direttamente attori responsabili e trainanti. Nei centri sociali, cioè, in tutti i centri sociali sono presenti soggetti sia che vivono coscientemente del rifiuto del lavoro (ex: i pony-express) sia che gestiscono direttamente in proprio lo sviluppo tecnologico (gestori di sistema, operatori, progettisti, piccola auto- imprenditoria, esperienze di DTP).
E' presente in sintesi una realtà sociale estremamente diversificata, che è propria del resto di una situazione sociale particolarmente in movimento quale è quella attuale.
Questi soggetti non sono però estranei alle dinamiche dei centri sociali stessi, ma per lo più sono soggetti attivi nella vita quotidiana degli stessi centri, dove addirittura hanno acquisito - nei fatti, concretamente, nella gestione spicciola - la fiducia degli altri frequentatori dei centri stessi.
Si è venuto a stabilire cioè una sorta di rapporto fiduciario tra centro sociale nella sua globalità e soggetti, tra le altre cose portatori di innovazione tecnologica. E questo, sia ben chiaro, in campi che sono al di là, e soprattutto indipendentemente dalla capacità tecnologiche di questi singoli soggetti.
Ebbene se questa riflessione rimane corretta nel suo fondamento e nel suo svolgersi, porta con sé anche la soluzione alla questione precedentemente posta.
I mezzi tecnici, l'hardware, come è noto costano una certa cifra che non tutti i centri sociali sono in grado in breve tempo di affrontare a cuor leggero, ma al contempo sono già presenti nelle singole case/luoghi di autoimprenditoria di singole soggettività.
Fermo restando un rapporto fiduciario esistente tra centro e singole soggettività, crediamo non impossibile che si stabilisca un flusso di esperienze/conoscenze tra centri e singoli soggetti.
Cioè che i singoli soggetti si facciano carico di trasmettere/affiggere nei centri stessi le informazioni arrivate dalle altre realtà e che a loro volta si facciano carico di comunicare quelle informazioni, che il centro stesso vuole trasmettere, a tutti gli altri.
Questo tipo di soluzione permetterebbe in breve tempo di risolvere questioni economiche, altrimenti gravose, e di impostare seppure in maniera sperimentale, un abbozzo di rete informatica.
Di tutte queste cose, comunque, si rimanda più esplicitamente ai prossimi incontri, che verranno tenuti a livello nazionale.
Per chiunque sia interessato a ricevere ulteriori informazioni, o meglio, ad essere invitato ai prossimi incontri, è sufficiente scrivere alla redazione di DECODER o partecipare al dibattito dell'area.
CHE I BYTES SIANO CON TE!
E CON IL TUO SPIRITO!
AMEN
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