USTICA

PRIMI ATTORI, COMPRIMARI E COMPARSE

Guglielmo Sinigaglia indica nel generale Franco Ferri, vice capo di Stato Maggiore e braccio destro del generale Bartolucci l'"eminenza grigia", colui che coordina i depistaggi e gestisce il Generale Tascio.

Il generale Zeno Tascio (che nel 1979 assume il comando del SIOS) sarebbe stato il braccio operativo dei Generale Bartolucci.

Sinigaglia afferma che egli ebbe un ruolo di primo piano nella vicenda del Mig precipitato sulla Sila. Tascio sapeva che il Mig di Yuri Grecko era arrivato in gennaio, eppure, una volta designato a condurre la commissione militare d'inchiesta giunse alla seguente conclusione: ®Il velivolo libico non era armato e non era dotato di serbatoi supplementari. Se il Mig fosse veramente partito dalla Libia e fosse stato privo dei serbatoi supplementari non avrebbe poi potuto far ritorno alla base, dal momento che il Mig 23 ha un difetto poco noto: nello sganciare i serbatoi supplementari, cadono anche i traversini di sostegno, fatto che causa l'incendio del velivolo. Il SIOS per contrastare ogni eventuale ipotesi di collegamento tra Mig e DC9 si procuró alcune testimonianze di pastori che dichiararono di avere visto cadere il Mig il 18 Luglio. Tascio, secondo questa versione, depistó le indagini secondo le direttive impartite dalla CIA in sintonia con i suoi colleghi superiori: Bartolucci, Ferri, Melillo, Pisano, Rana.

Il generale Lamberto Bartolucci fu sin dal primo momento in sintonia con l'ipotesi di cedimento strutturale formulata dai generali Rana, Mangani e Torrisi. E' necessario chiarire che secondo i documenti ufficiali le manutenzioni ordinarie e straordinarie erano state sempre eseguite dall'Itavia nel pieno rispetto delle norme che fissano i parametri gestionali di un'aeromobile. Al momento del decollo il velivolo, siglato I-TIGI presentava soltanto due anomalie: la scaletta di bordo posteriore non era in grado di rientrare elettricamente e il vetro di copertura del cronometro del copilota era rotto. Danni di questo tipo non sono in grado di incidere sulla sicurezza in volo di un'aereo. Lamberto Bartolucci gest il caso Ustica senza esporsi in prima persona, basandosi sulle relazioni dei suoi collaboratori.

Sinigaglia ritrae il generale Rana come colui che, nell'incapacità di prendere una decisione ebbe un ruolo importantissimo nell'alterazione dei tracciati radar, ricevendo l'appoggio della CIA, nella persona di Howard Stone. Poco dopo la tragedia di Ustica il Generale Rana si sarebbe recato negli Stati Uniti portando con sè i tracciati di almeno cinque centri radar da manipolare, senza avere alcuna autoritá per farlo. Rana avrebbe collaborato attivamente con il Generale Ferri e la CIA concertando il depistaggio che il Generale Tascio avrebbe poi effettuato.

Il Generale Franco Pisano avrebbe invece avuto un ruolo rilevantissimo nell'operazione "Eagle Run to Run", e fu in seguito nominato presidente della commissione d'inchiesta dal Ministero della Difesa. Tale commisione operò per circa 9 anni e concluse le proprie indagini dichiarando: L'aeronautica Militare non ha svolto nessun attivitá nella sera del 27 Giugno 1980 e pertanto non ha avuto nessun ruolo e nessuna colpa nella sciagura aerea del DC 9 Itavia. Pisano si sment da solo in seguto, una volta interrogato, affermando che l'aeronautica aveva fatto tutto ciò che poteva fare, consegnando i materiali a sua disposizione, senza averli visionati o interpretati. Franco Pisano ha denunciato Guglielmo Sinigaglia per calunnia e diffamazione, affermando di essere comandante di una scuola di volo, per cui non poteva avere niente a che fare con Ustica. Sinigaglia dimostró invece che era a Cagliari da cinque giorni, che c'erano le prove del suo ingresso alla base di Decimomannu e che c'era la prova tangibile che lui, nel momento in cui scattó l'operazione "Eagle Run to Run" era nella sala operativa. In seguito fu accusato, in buona e numerosa compagnia, di alto tradimento.

Il Generale Giuseppe Santovito, capo del SISMI, sarebbe stato perfettamente a conoscenza di tutta l'operazione. Nel 1977 diede un nuovo impulso a "Stay Be-Hind", intensificandone la specializzazione e l'operativitá portando la struttura da 260 uomini a 1400 (divisi in squadrette che variavano da 6 a 12 elementi). A capo di queste squadrette vennero selezionati 200 uomini non "bruciati", appartenenti alla struttura preesistente.

Il Generale Paolo Inzerilli, vice del Generale Santovito e capo di "Stay Be-Hind", secondo Sinigaglia avrebbe designato le squadrette che avrebbero preso parte all'operazione. Con il comando diretto di "Stay Be-Hind" ottenuto nel 1979, il Generale Inzerilli diede nuove configurazioni alla struttura, amplió il programma addestrativo, e fece ottenere armi migliori.

Anche il generale Romolo Mangani sarebbe stato a conoscenza di "Eagle Run To Run". Fu del resto il primo ad allinearsi al Generale Rana difendendo 3 ipotesi: il cedimento strutturale, l'effetto devastante di correnti a getto in quota e la bomba a bordo.

Sinigaglia dipinge l'ammiraglio Fulvio Martini come uno degli strateghi dell'organizzazione dell'insurrezione in Libia e dell'operazione "Eagle Run to Run". Voci mai confermate e mai smentite dissero che Martini spinse affinché venisse diffusa la notizia che l'incidente si era verificato in seguito ad un errore di gestione dell'esercitazione "Sinadex". Il CESIS sarebbe intervenuto ricordando che il segreto militare è il segreto di Stato.

Stando a quanto afferma Sinigaglia il capitano di vascello Sergio Bonifacio infranse per primo il segreto militare, recandosi dal procuratore e scavalcando la procedura gerarchica. In seguito il capitano Bonifacio modificò la sua prima versione e pose fine alla carriera militare.

Howard Stone, capo della CIA in Italia, consegnò al settimanale "Time" le foto in esclusiva del massacro compiuto a Tobruk in seguito al fallito tentativo di insurrezione. Fu un atto di forza incruento: gli americani segnalavano in questo modo che per compiere qualsiasi tipo di azione è necessario il loro benestare. Ingaggi• un braccio di ferro con il generale Santovito che portò alla caduta di quest'ultimo nell'ambito del SISMI.

Alessandro De Marenches, capo dello SDECE, nel dicembre del 1987 affermò in un'intervista che se avesse voluto parlare avrebbe potuto dire tutto riguardo ad Ustica ed altre operazioni attuate in collaborazione con l'Italia.

Il colonnello De Marol dell'SSE (Service de Securité Etrangere) fu il vero pianificatore dell'operazione Tobruk. Quando al piano di destabilizzazione venne apportata la variante del Mig, non si dimostró molto propenso a sostenere l'ipotesi ma dovette allinearsi agli ordini. Fu il primo ed unico a pagare per la mancata riuscita dell'operazione, e fu "dimissionato". Per primo dichiarerá che sospendere l'operazione Tobruk avrebbe aggiunto strage a strage, cosa che del resto si verificó, se si considera il massacro avvenuto.


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