PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI ABITAZIONI POPOLARI AUTORGANIZZATE
OSTIA, GENNAIO 1996

PREMESSA Alle porte del III° millennio, mentre l'uomo si supera nel confronto con la tecnologia e con il sapere scientifico, la "tele-societa'" in cui viviamo non riesce a superare alcune drammatiche contraddizioni; tra emarginazione, miseria, mancanza di servizi, razzismi, disoccupazione, disagio sociale, emerge il problema della casa, diritto primario che troppo spesso viene negato.
Appare evidente che di fronte a questo problema la nostra amministrazione non e' stata capace di intervenire globalmente, ne' tantomeno di proporre soluzioni anche quando necessità impellenti lo richiedevano (vedi la questione dell'emergenza abitativa, famiglie "parcheggiate" nei residence o nelle scuole). Viviamo in un'epoca nella quale la forte crisi di rappresentatività della classe politica decentra violentemente le amministrazioni locali, "cedendo" sempre più spazi all'iniziativa dei cittadini. Se da un lato questo ha portato con troppa frequenza un potentato economico quale quello dei commercianti a sostituire al vuoto di potere i loro interessi, non esattamente sociali o democratici, ma di profitto ed immagine (è il loro lavoro!), da un altro punto di vista lascia aperte delle enormi potenzialità legate ad esempi di DEMOCRAZIA DIRETTA ed impegno sociale.
La centralita' secondo noi non è certo il profitto ma la qualità della vita.
Le esperienze del volontariato, dell'associazionismo, della cooperazione sociale, dell' autogestione, troppo spesso si trovano ad affrontare da sole le problematiche del territorio. Quando poi si tratta non di colmare le lacune della nostra amministrazione, bensì di risolvere un BISOGNO REALE dal quale non si può prescindere, la questione assume un tono ancora più rilevante.
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CHI SIAMO... Da circa 5 mesi 12 famiglie e giovani "senza tetto" hanno deciso di occupare ad Ostia i locali dell' ex istituto G.Zappa, da anni abbandonato. E' il tentativo di risolvere un BISOGNO reale che la nostra società nega con troppa facilità; mancano le case popolari, e gli affitti sono veramente assurdi (1.000.000 al mese per 60mq, questo è il vero terrorismo, il vero abuso di potere!). Una cosa in particolare ci preme di sottolineare: Quando una famiglia con due figli, un solo stipendio basso, sfrattata, decide di andare a vivere in un'aula scolastica è solo perchè è arrivata al limite massimo di sopportazione...
Non si tratta di un passatempo divertente..., non abbiamo acqua calda, non abbiamo riscaldamenti, le fognature straripano, ci piove in casa... e se abbiamo deciso di occupare in queste condizioni è solo perchè ne avevamo realmente bisogno.
Ci stiamo battendo, con ogni mezzo necessario, per un DIRITTO sacrosanto, quello della casa, specialmente e sopratutto per chi ha dei figli, per chi non ha niente e nemmeno famiglia, per chi vuole ricominciare da capo, per i nostri bambini...
Tornando indietro nel tempo di cinque mesi...
Non potete immaginare lo SCHIFO che abbiamo trovato quando abbiamo occupato: siringhe, sporco, abbandono, degrado, abbiamo anche cacciato degli spacciatori, assumendoci una responsabilità (e dei rischi) che nessuno (forze dell'ordine incluse) si è mai preso, abbiamo pulito e ora li stiamo rendendo vivibili. Crediamo che l'occupazione sia l'unica azione possibile per "far svegliare" le istituzioni su un problema così grave come quello della casa, per questo non abbiamo paura di dialogare con nessuno, perchè forti di un bisogno reale.
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IL SIGNIFICATO DEL PROGETTO Crediamo che la ricchezza di un popolo sia quella di impegnarsi per migliorare la qualità della vita, e laddove nascono percorsi di democrazia diretta ci sembra necessario che le istituzioni favoriscano queste iniziative patrocinando, aiutando, comprendendo fino in fondo il valore dell'esperienza che andiamo a proporre.
Ostia inoltre per alcune caratteristiche si presta ad un ruolo di osservatorio privilegiato sulle dinamiche di una grande metropoli, anche se su scala ridotta. C'è la possibilità, secondo noi, di trasformare la risoluzione di un bisogno reale in un laboratorio sociale per intervenire sui problemi delle nostre città

Abbiamo chiamato questo progetto di "Abitazioni Popolari Autorganizzate" per riuscire a sintetizzare due concetti chiave: il primo riguarda la nostra volontà precisa di ribadire la necessità evidente di un intervento serio e strutturato sul problema casa, e sul suo rapporto con la vivibilità di una grande metropoli come Roma; con i suoi tentacolari malesseri, il disagio, l'emarginazione, la disoccupazione. Dobbiamo comprendere che ogni male è legato ad un altro, e che la risoluzione di uno (anche di una parzialità) sia esso un passo essenziale verso un miglioramento generale della qualità della vita. Un esperimento, un tentativo di dare possibili soluzioni, NUOVE, allo sviluppo di una democrazia reale.
Praticare l'obiettivo ci sembra l'unica possibilità per uscire dal circolo vizioso delle promesse rimandate e mai mantenute, pur sempre aperti ad un confronto ed una messa in discussione, consci che "la rivoluzione sociale non può prendere la sua poesia dal passato ma soltanto dal futuro..." (Marx, 18 Brumaio 1836).
Il secondo concetto chiave è racchiuso nella parola autorganizzazione; innanzitutto il nostro tono è sicuramente critico nei confronti della nostra amministrazione (non potrebbe essere altrimenti) ma la nostra critica ha scelto di essere costruttiva.
Abbiamo alcuni punti a nostro favore:
Una conoscenza quotidiana del reale (che non sempre è patrimonio di chi fa il suo lavoro da una scrivania). Una spinta che viene dal basso, dal disagio e dalla forza del bisogno senza il quale non può esistere stato sociale né democrazia né civiltà: la CASA.
Inoltre in questi anni i cittadini hanno imparato a risolvere molte questioni da soli, direttamente, ,ed hanno acquisito conoscenze e saperi che migliorano e costruiscono spaccati dinamici di vissuti sulle miserie di questa società
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IL PROGETTO Gli edifici di Via E.Orrei sono (erano) scuole prefabbricate di proprietà del comune, abbandonate da diversi anni.
Alcune famiglie avevano occupato alcuni locali gia da Dic. '94, fino a che, nel Set. '95, tutti gli edifici sono stati occupati da circa 12 famiglie, giovani coppie, singoli, disoccupati, sfrattati...
Dopo il censimento fatto dal Comando dei Vigili Urbani a Genn. '96 è arrivata, a firma dell'Assessore Canale, l'ordinanza di sgombero.

La nostra proposta è quella di trasformare quegli edifici in Abitazioni Popolari (alleghiamo un progetto tecnico indicativo a cura di un Architetto del comune di Roma) dando la possibilità direttamente agli occupanti (legalmente censiti ed in possesso dei requisiti) di gestire insieme con la Circoscrizione o col Comune l'attuazione del progetto che prevede:

- Lavori di trasformazione delle strutture (specificati nel progetto tecnico allegato). Riguardo l'abitabilità teniamo a precisare che nel territorio ci sono numerose strutture simili abitate (l'abitazione del custode della scuola in Via Mar Rosso, l'abitazione del gestore del Circolo bocciofilo in Via Grimaldi Casta, altri prefabbricati abitati in Via dei Promontori).

- Ristrutturazione dei servizi: impianto fognario
impianto elettrico
Procedere ad un accordo con l'Acea per quanto riguarda la stipulazione di contratti individuali.

- La delibera di un giusto canone d'affitto relativo chiaramente alle condizioni e alla vivibilità delle strutture, da concordare successivamente.

- La regolarizzazione di tutte le questioni amministrative riguardo il domicilio ed i servizi.

"Sperimentare senza diffondere è una pratica che ha visto morire su se stesse molte, troppe esperienze" (R.Fiction nov.'95)

Sarebbe inoltre possibile la creazione di alcune iniziative sociali e culturali per diffondere il senso di questo progetto:
A) Un giornale aperto al quartiere (cioè con una forma redazionale aperta) che si occupi essenzialmente delle problematiche del territorio che funga da osservatorio dei bisogni e diritti negati.
B) Dare la possibilità ad un' associazione libera legalmente costituita dagli occupanti di lavorare (reddito sociale) alla pulizia e manutenzione della pineta circostante.
C) Per mettere in comunicazione un'esperienza di democrazia diretta con il territorio che la circonda, in modo da creare un costante rapporto tra confronto+dialogo=ricchezza, si potrebbero costruire dei giochi per bambini, cioè un piccolo parco giochi, e delle attrezzature sportive collettive sul modello di quelle presenti nella pineta di Castelfusano (quella pineta è molto frequentata da atleti e sportivi del quartiere). D) Ultimo e più ambizioso, si potrebbe pensare alla costruzione di impianti per l'energia alternativa seguendo l'esempio delle occupazioni (tutte da anni legalizzate) in Germania e piu' in particolare nella città di Berlino.
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CONCLUSIONI: Premesso che non è nostra intenzione prevaricare nessuno, ma soltanto ribadire alla nostra amministrazione che ad Ostia c'è bisogno di servizi sociali, ma c'è anche un problema grave come quello della casa.
Se è quindi possibile dare risposte concrete a tutte le giustissime esigenze della cittadinanza dobbiamo impegnarci affinchè questo avvenga. Chiediamo alla Circ.ne di fare un censimento degli immobili abbandonati e non utilizzati nel territorio (ce ne sono decine) e sopratutto di rispettare le priorità, quelle della necessità.
E'un nostro obiettivo dare possibili soluzioni ai problemi della nostra città, sfruttare le risorse del nostro territorio, dare la possibilità a chi non ha casa di dormire sotto il proprio tetto.
Queste proposte sono chiaramente idee che vanno sviluppate ed approfondite, ma sono comunque spunti volti a valorizzare un percorso di democrazia diretta non poco ambizioso, ma forte di un bisogno che ha radici profonde nella difficile battaglia quotidiana con la vita.


PER UNA MIGLIORE QUALITA' DELLA VITA PER L'UTILIZZO SOCIALE DEGLI SPAZI PUBBLICI ABBANDONATI PER IL DIRITTO AI SERVIZI SOCIALI PER IL DIRITTO ALLA CASA

gli Occupanti di Via E. Orrei GENNAIO 1996
Via E. Orrei n'89 Abitazioni popolari Autorganizzate
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RELAZIONE TECNICA a riguardo dell'abitabilità delle strutture

Io sottoscritto Arch. Giovanni Spiller nato il 11/05/57 in Ariano Polesine (RO) e residente in Roma Via di Macchia Saponara n152 H iscritto all'albo degli architetti di Roma con numero 7352, per incarico datomi dal COMITATO D'OCCUPAZIONE degli edifici in oggetto,

ASSEVERO :
Le strutture originariamente destinate a scuole per l'infanzia ed in disuso da alcuni anni sono idonee alla trasformazione in alloggi e si allega anche progetto di ristrutturazione interne. Le strutture sono realizzate in prefabbricati in lamiera zincata per quanto riguarda le coperture, i tamponamenti sono in lamiera preverniciata ed in fibra (ma solo per tre edifici) e sono coibentate con fibra di vetro, le tramezzature interne sono in formica e solo due tipologie hanno pannelli di fibra interni. Non è possibile con la semplice indagine visiva stabilire se le fibre contengano amianto. Tutte le tipologie sono adeguatamente coibentate per consentirvi l'abitazione. I pannelli di fibra in attesa di una migliore analisi possono essere protetti con adeguata verniciatura e comunque possono essere agevolmente sostituiti all'interno da cartongesso ed all'esterno da lamiera zincata o preverniciata o con muratura. Attualmente i pannelli di cui sopra sono in buono stato e già protetti da verniciatura e quindi non si pongono problemi all'abitabilità immediata.

Sono presenti servizi igienici funzionanti, vi è allaccio idrico ed elettrico e tutti gli ambienti sono pavimentati.

L'indagine da me eseguita mi permette di dichiarare abitabili le strutture attualmente occupate.

Nella zona è presente in via Mar dei Caraibi una Scuola Media Statale di cui l' alloggio del custode, realizzato con identica tecnologia costruttiva a pannelli di fibra dello stesso periodo di costruzione, è attualmente abitato dagli stessi custodi della scuola.

IN FEDE
Arch. Giovanni Spiller


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