Progettare attraverso
il fare 2 - Seduti ! ma non troppo - Homepage per i naviganti
- Cronache territoriali Roma, 13 febbraio 1997 - Parole vane - Il pus negli
occhi
Appuntamenti per il
mese
Progettare attraverso il fare
2
Non ho tempo. Una
delle affermazioni - o delle risposte -, più diffuse degli ultimi
anni. Dietro quel non ho c'è un intero mondo fatto di equivoci,
rinunce, banalità, alibi, organizzato in una forma complessa tant'è
che subito dopo aver detto non ho tempo, a qualsiasi sollecitazione che
mette in dubbio il non la maggior parte delle persone si barrica dietro
il solito ma è vero! esclamazione in tono grave che precede una
lunga e noiosa lista di impegni tutti reali e inderogabili, tutti all'interno
di una stessa giornata. Una supergiornata che, compresi i sempre presenti
contrattempi, corre via sempre più veloce. L'unica libertà
concessa consiste nel poter anticipare, spostare, sostituire, i vari impegni.
Spesso non ci sono buchi e paradossalmente quando ci sono costituiscono
un problema: che faccio tra le diciotto e zero tre e le diciotto e quarantadue?
Il modello di sviluppo capitalista sfrutta il concetto di supergiornata,
che è più insidioso di quello di superuomo e meno riconoscibile
perché condiviso da gran parte degli individui delle società
di cultura occidentale. Ci si sta addirittura abituando all'idea che per
avere un po' di tempo per decidere cosa fare, per giocare con i propri
sogni, per annoiarsi o per pensare bisogna ammalarsi. Poi - illuminazione
folgorante -, si scopre che chi ha tempo sono i soggetti ai margini della
società e così va a finire che gli emarginati sono gli esseri
più liberi nella società. Fortunatamente un minimo senso
di pudore impedisce ai più di dirlo ad alta voce. La supergiornata
rende simili gli avvenimenti inseriti al suo interno. Non ci sono più
differenze, è l'unita di misura temporale che omologa: per cui che
sia Silvia Baraldini o piscina, sono sempre due ore. E questo non è
vero e non è giusto. Occorre saper riconoscere la diversità
che alcuni fatti assumono nel quotidiano e cominciare a pensare a sottrarre
valore ai ritmi imposti sabotando le sequenze predefinite della supergiornata.
Rubare tempo ovunque e redistribuirlo ignorando i luoghi comuni.
Seduti! Ma non troppo per favore
La posizione seduta
è la postura non solo di chi fa lavori sedentari, ma anche di chi
va a scuola, di chi gioca o naviga con il pc o di chi vorrebbe riposare
quando è in casa.
Questa posizione, mantenuta costantemente, provoca l'accorciamento di alcuni
muscoli e questo impedisce un buon bilancio delle forze, sovraccaricando
la zona lombosacrale. Mantenere a lungo una posizione non fisiologica provoca
delle «contratture» muscolari - fastidiose e con il passare
del tempo dolorose – causate da un insufficiente rilasciamento muscolare.
Le contratture sono dei mezzi di difesa del nostro corpo che evitano alle
strutture sottostanti di danneggiarsi. Una buona soluzione per evitare
l'insorgere delle contratture è quella di cambiare frequentemente
posizione. All'inizio occorre pensarci poi viene automaticamente. C'è
anche la necessità di «stirare» i muscoli contratti
per mezzo di esercizi terapeutici. I consigli in questo caso sono molto
semplici ma se fatti con regolarità possono aiutare i nostri muscoli
nel loro lavoro quotidiano (vedi figure). Occorre per prima cosa mantenere
la posizione seduta corretta, poi cambiare regolarmente o interrompere
la posizione seduta, regolare correttamente l'altezza di sedie e tavoli.
Con queste piccole attenzioni si potrà giungere a ristabilire una
postura fisiologica senza sovraccaricare le strutture attive e passive.
Consigli per il mese:
Bentornati all'appuntamento
con la pagina della navigazione.
Gli ideatori e gli
autogestori militanti delle due BBs appena citate della nostra giungla
metropolitana sono oggi un team che prepara soggetti per un cosciente e
critico utilizzo della telematica sotto ogni suo aspetto organizzando anche
corsi di formazione e dibattiti. La gestione di una BBs è complessa.
In questo momento il rapporto con i naviganti, per il tipo di servizi offerti,
si trova in una fase difficile a causa del Web. Una rete mondiale globale
gode di un'utenza maggiore e riesce a offrire servizi, pubblicare annunci,
notizie tecnico-scientifiche, consigli, dati sul lavoro in quantità
di molto superiore rispetto – e a svantaggio - delle BBs. Per questo Internet
suscita naturalmente maggiore interesse e lascia pensare che il WWW sia
migliore, ma non è proprio così. Se volete collegarvi con
AV.A.NA. BBs potete farlo gratuitamente (e questa è una caratteristica
esclusiva delle BBs) e controllare da soli il contenuto delle aree dibattito
presenti. Oppure lasciargli messaggi di commento.
In conclusione, vi
lascio a riflettere su questo brano tratto da Cybernauti. Tecnologia, comunicazione,
informazione: Internet e il futuro della comunicazione, di Franco Berardi
(Bifo) - Edizioni Castelvecchi, pagg. 21/24 (Virtual Communities); «La
rete è un virtuale che opera sul reale investendolo di senso; può
diventare un mezzo di comunicazione orizzontale che combatte i mezzi verticali
della destra (ovvero il sistema); è un mezzo di massa che va aperto
alle masse, gratuitamente; è il mezzo della controrivoluzione. La
rete deve uscire dall'ambito informatico e dal ghetto accademico, entrare
in tutti gli ambiti sociali e appartenere alle persone».
Cronache territoriali Roma, 13 febbraio
1997:
Centocelle. Ore 16.00:
la destinazione è la sede del Comitato di quartiere, in via delle
Resede, n. 5, il posto è piccolo ma accogliente. L'assemblea conterà,
nel suo momento maggiore, circa 60 persone, con età media tra i
30 e i 40 anni venute a discutere delle attività per il 1997. Colpisce
il divieto assoluto di fumare. Nella discussione si riconosce il riconquistato
valore dell'assemblea dentro un percorso progettuale «altro»..
Una compagna pone la necessità di costruire un foglio che sviluppi
l'informazione e costruisca un indirizzario più vasto; un'altra
parla del vissuto delle donne dentro lo spazio e la loro capacità
di costruire partecipazione; alcuni parlano delle difficoltà a farsi
riconoscere in un posto occupato (da tre anni), il rapporto tra spazio,
tempo (quotidiano), e territorio. Centocelle è un quartiere che
si è sviluppato intorno agli anni Sessanta nel periodo di massima
espansione edilizia a Roma e si porta dietro tutti gli effetti di una crescita
devastante. Nel quartiere cresce la necessità di un monitoraggio
sulla vivibilità, sugli interessi comuni agli abitanti della zona,
sulle domande che provengono dalla gente che ci vive. E qui la critica
al modello di sviluppo non si è fatta attendere ma è emersa
anche la difficoltà nel rapporto con le istituzioni decentrate e
non. Dopo una prima fase ricognitiva si è passati alla spiegazione
di una linea progettuale di intervento. Interessante èla costituzione
di un osservatorio permanente sul territorio, la creazione di una banca
dati che informi sulle associazioni di base, sull'ambiente, sulle aree
abitative a scopo sociale (cortile sociale?). Nei passaggi successivi la
proposta del Comitato prevede: a) corsi su unanuova visione dell'uomo (olistica);
b) un convegno sui servizi sanitari del territorio (18-19-20 febbraio);
c) un uso sociale del cinema Broadway legato a un progetto per la scuola;
d) riuso del casale Folchetti dentro un percorso associativo; e) parco
della primavera e il suo vincolo a verde. Il dibattito, dopo gli spunti
interessanti iniziali si è smarrito, complice il progressivo svuotamento
della sala, e l'assemblea ha smarrito l'attenzione perdendosi in un vociare
molteplice. Ma l'impressione rimane positiva tanto che viene da dire che
c'è da esserne sicuri: quei piccoli progetti cresceranno.
(Comitato di quartiere
Centocelle: tel. 06/2426503
segreteria martedì
e giovedì 16,30 - 19,30
Parole vane
Quando ancora le fronde
ondeggiavano già ebbi nostalgia di quel vento che spazzò
via i miei dolori e suonò lattine e fili della luce un uccello cercava
correnti ascenzionali c'era ancora un gatto sempre diverso che sembrava
aspettarmi si fumava per dare una forma al respiro ma il vento le ha dissolte
quelle anime azzurre che ora si inorgoglivano in spirali contorte sarebbe
passato il tempo della tenerezza e lacrime cadendo avrebbero provocato
dele piccole esplosioni di polvere finirono i presentimenti la memoria
fallì date e nomi le fronde sono immobili Smarriva e gli occhi sempre
più neri non sapevano se guardare o rimbalzare tra le molliche e
l’etichetta del vino appassita dalla condensa non si capiva il vuoto di
generazioni e postazioni ascoltare era già difficile ma sarebbe
stata forse l’ultima volta di loro in quella formazione e la causalità
nella scelta delle vivande lo avrebbe esasperato era di moda il parricidio
e fra tante espressioni scelse quella feroce del sorridente più
tardi in strada il fruscio dell’auto che lo evitava gli ricordò
l’inizio di quella canzone
Il pus negli occhi
(parte uno di due)
La voglia di disintossicarsi
(per poi intossicarsi di nuovo, a gambe larghe) dal regime del malcostume
è melodrammaticamente una questione subdola, che nasconde come sintomo
spazio-temporale l'illusione di un protagonismo autoconfusionale. Il malsano
è già insito in questa reproba smania di vedersi-vederein
immagine la propria celebrazione, più chic che mélange, sublimando
così tutti gli istinti ludìbri che sembravano accattivarsi
i movimenti del corpo e della testa in performance asciutte. Il velo di
pus che oscura gli occhi ha prmesso già da tempi non sospetti queste
forme di celebrativismo autoconfusionale, e la commercializzazione dilagante
ha causato il resto, peraltro melmoso come caratteristica e non come effetto.
Siamo andati a scoprire come si soffocano le idee-spettacolo proprio in
uno di quei luoghi malaticci che viene denominato spazio-cinema-silos.
C'erano proprio tutti alla grande festa della riappropriazione. Il cavallo
spruzzava goccioline su tutto lo spazio a disposizione, rallegrandosi della
sua rinnovata spigliatezza. Gesticolava con il ventre in bella vista e
la protesi come compimento estremo di forza, vicino qualche tossico balzellante.
Lo stato era quello comatoso. Né più né meno. Mancava
invece Witz, con il fiato incastrato tra due polmoni corrosi da un tabacco
troppo disgraziato. Al suo magazzino discount la gente comprava senza più
riflettere, soltanto per il perverso desiderio di possessione. Nient'altro
faceva quella gente, da Witz. Entriamo, dunque, dopo qualche mese di registrazioni
e di riprese folli su treni deviati e fumate nere di barocco astratto,
varcando il cancello, sul quale leggiamo spudoratamente: per entrare, mangiare
e guardare lo spettacolo cinquattotto milioni di lire. Così inseriamo
i cinquattotto milioni nella cassaforte ed entriamo.
Laboratorio Contaminazione
(tra venti giorni il gran finale)
BIO-LOGICAMENTE chiacchierando
giovedì 20 marzo 1997 ore 17,30 dibattito su alimentazione naturale
e produzione biologica
BIO-LOGICAMENTE mangiando 23 marzo 1997 dalle ore 11 in poi al Centro produzioni
indipendenti Zona Rischio Via D. De Dominicis, n. 4 a Casalbertone
PROGETTO CONTAMINAZIONE presenta, il 28 marzo 1997 dalle ore 19,00 in poi,
"La scrittura ai confini dell’immagine: rapporto tra l’essere umano
e la macchina, l’arte e la tecnologia" presentazione del libro di
LORENZO TAIUTI : "Arte & Media".
Inoltre proiezioni di VIDEO ARTE.