INTERVENTI DI APRILE-MAGGIO 1997
Pensieri ergonomici
Piedi (in)
Uno degli aspetti caratteristici dell’animale umano, è la posizione «in piedi». Questa posizione però potrebbe essere solo di passaggio, essendo l’uomo, un animale in continua evoluzione. Infatti a detta degli antropologi il nostro piede si modificherà fino a diventare un moncone, saranno le dita a farne le spese, non avendo più una funzione prensile, come quella dei primati da cui l’uomo deriva. In parte queste modifiche sono dovute all’uso delle scarpe e soprattutto di scarpe poco appropriate alle funzioni del piede e in parte alla cultura (soprattutto occidentale) che vede il piede come il prolungamento di due assi (le gambe) il cui utilizzo è atto solamente a spostare il corpo centrale (tronco, testa, arti superiori) in varie direzioni. Questa visione in realtà ci porta a sopprimere le vere funzioni del piede che sono quelle di organo di senso, che ha le capacità di rivolgersi verso il suolo da cui prende le informazioni che manda al cervello che, a sua volta, adatta al meglio lo schema del passo.
consigli: utilizzare calzature che non costringano i piedi,
l’altezza ideale per un tacco è di 4-5 cm,
camminare (quando è possibile) a piedi nudi,
camminare sui sassi e sulla spiaggia,
andare a piedi nudi in bicicletta.
BIO-LOGICAMENTE (parlando)
Di alimentazione naturale, si parla ormai dappertutto, ma difficilmente se ne riesce a parlare con qualcuno in grado di soddisfare le domande e i dubbi che affollano questa materia. Claudio Scarponi, chimico e docente, è venuto a parlarcene al Cpi Zona Rischio, il pomeriggio del 20 marzo scorso. Una lezione, una chiacchierata, dei consigli, scambi di idee, smentite e conferme, su ciò che riguarda l’alimento in particolare e il mangiare in generale; un argomento su cui è molto difficile muoversi, soprattutto in un’epoca piena di contrasti come questa: la ricerca estenuante del benessere e la forte spinta indotta da prodotti e luoghi malsani. Come muoversi in questa bolgia di informazioni? Più semplice di quanto sembra: ricercare le esperienze delle generazioni che ci hanno preceduto e che hanno sviluppato nel corso di secoli un’alimentazione in base alle tipiche culture agricole delle specifiche aree geografiche. Frutta e verdura solo di stagione, uso di prodotti integrali non trattati chimicamente, non abbondare mai a tavola. Queste sono le tre regole generali, ma fondamentali che vengono estrapolate dalla lunga discussione. Con Claudio siamo rimasti impegnati per altri incontri su tematiche più specifiche che costituiranno insieme un inizio di discorso.
ARTE , MEDIA & NUOVA CONFIGURAZIONE DELLA COMUNICAZIONE .
Nuove Frontiere Elettroniche:
Pensiero artificiale, computer grafica, realta’ artificiale, realta’ virtuale.
Questo, forse, il capitolo che di più, nella serata della presentazione del libro di Lorenzo. Taiuti intitolato Arte e Media, edito da Costa & Nolan, svoltasi il 28 marzo 1997 al C.P.I. Zona Rischio, ha lasciato aperto il dibattito e la riflessione del pubblico su temi quali:
il rapporto tra arte e tecnologia e il rapporto tra uomo e macchina.
Uno degli argomenti su cui si è focalizzata l’ attenzione è stato, appunto, l’utilizzo dei mezzi che usano una tecnologia avanzata come il Pc e il suo possibile sfruttamento in senso positivo (per le facilitazioni che può’ apportare nello svolgere dei compiti tipo: banche dati, applicazioni nel campo artistico, strumenti musicali e centraline video, telematica nel Chiapas, etc.) e in senso negativo (fattore legato molto all’utilizzo che l’utente ne può fare di uno strumento come questo: internet e la pubblicità dei pedofili o dei mercenari, i Crackers (differenti dagli Hackers), il possibile dominio della macchina sull’uomo, etc.)
Lorenzo, parlandoci di ciò che descrive nel libro e aiutandosi con il supporto di molti videos, riportando con accuratezza tutti i passaggi dell’uso della tecnologia a partire dagli anni 20, con la macchina fotografica ed il giornale, fino ai giorni d’oggi con la realtà virtuale e le sue applicazioni penso abbia fatto luce su cose che qui in Italia ancora non vengono sperimentate e, forse, non vengono, ancora, proprio pensate oppure volutamente non pensate.
« . . . . Il gruppo Knowbotik Research utilizza la varietà conoscitiva dei partecipanti, in parte scienziati e in parte mediartisti, per definire uno spazio di interattività basata sul suono. . . . . . » tratto dal libro (pag. 192).
La domanda sui rapporti diretti tra arte e tecnologia è improponibile, perché se è vero che non abbiamo mai saputo cosa è l’arte oggi lo sappiamo ancora di meno.
Se ci si chiede cosa cambierà nelle vene dell’arte allora diciamo che non cambierà nulla.
La nostra epoca — pende sull’abisso, è il tempo della miseria... di cui possiamo cogliere solo tracce evanescenti — caos informatico comunicazione brusio.
Un fatto è vero: il rapporto fra arte e scienza è un rapporto analogico nel senso che anche la scienza si basa su un’intuizione immaginifica, prima di arrivare ad una formulazione effettivamente scientifica.
In questo senso la scienza è creativa come creativa è l’operazione artistica. Nell’arte come nella scienza assistiamo ad un susseguirsi di trasformazioni inedite, che molto spesso mettono in crisi le precedenti. 30 -40 anni fa le correnti artistiche riuscivano a durare decenni , oggi durano solo il tempo di una rappresentazione, questo si può mettere in sincronia alle esperienze analoghe in campo dell’elletronica, realtà virtuale ecc.
Quindi tutto ciò non ha più appigli e si diverte scivolando dolcemente sugli specchi (lì dove ci sono).
La vera violazione è liberarsi delle reti tecniciste e lasciare ai tecnici saperi e i loro susseguenti dati e riprendere il concetto di teorema artistico, nelle spoglie della poesia.
Ma a prescindere da questo rapporto, quei princìpi, quelle norme che hanno guidato l’arte nel passato sono scomparse. Ogni artista deve crearsi norme nuove senza tenere conto delle tradizioni.
Davanti al rigoroso determinismo del computer l’arte trova un senso di claustrofobia, uno dei modi di sfuggire all’effetto ipnotico, che sprofonda nella contemplazione autocelebrativa delle proprie ansie... è di forzare i limiti della tecnologia, fino al momento che essa arrivi a sorprenderti....
(Lorenzo Taiuti è docente di Teoria e Metodo dei Mass Media all’Accademia di Belle Arti di Torino. Svolge attività di pubblicista nel campo delle arti elettroniche, lavora sui linguaggi video e collabora con musicisti della area sperimentale per audiovisivi e installazioni.)
Kein Castor
Castor indica il contenitore dei rifiuti radioattivi e il movimento antinucleare tedesco usa lo slogan Kein Castor (no/niente/ nessun Castor) in questa fase di lotta al trasporto di scorie radioattive.
Il silenzio è calato, come era prevedibile, subito dopo che si era spento l’eco spettacolare della battaglia che ha visto 40 feriti seriamente e decine di altri in modo leggero e più di 700 persone fermate dalla polizia Ma ci sono migliaia di persone che ancora sono disposte a lottare contro la minaccia nucleare sotto qualsiasi forma si presenti. Così in Germania oggi si lotta contro i trasporti di scorie nucleari, autentiche bombe atomiche trasportate su camion.
Il movimento antinucleare, in quella che era la Repubblica federale tedesca, nasce negli anni Cinquanta contro la rimilitarizzazione della Germania con lo slogan No alla morte nucleare (Gegen den Adomtod). Negli anni Settanta il movimento si sviluppò nella lotta contro la costruzione delle centrali nucleari: a Whil (Baden) nel ‘73, a Grohnde nel ‘76, a Kalkar nel ‘77, a Brokdorf (Hamburg) nel ‘79-’80. La battaglia è proseguita negli anni. Nel 1986 è stata la volta di Wachersdorf, centrale dove si arricchisce l’uranio. Il fronte antinucleare è vasto e con il passare degli anni ha costruito una conferenza federale che si riunisce una volta l’anno. Le iniziative hanno caratteristiche locali (Bürgerinitiativen) organizzate da gruppi autogestiti (giovani, anziani, pacifisti, autonomen, contadini). Non esiste una linea politica precisa ma l’idea antinucleare unisce molto. Ora l’interesse è intorno all’area di Lüchow-Dannenberg , la regione dove è situato il deposito intermedio per i rifiuti nucleari vicino al paese Gorleben. L’obiettivo della campagna antinucleare è quello di far alzare il prezzo reale e politico dei trasporti a tal punto che non siano più convenienti per le autorità. Le azioni di disturbo sono molteplici e riguardano tutto il tragitto del carico. Sono escluse le azioni contro le persone o quelle in cui si può mettere in pericolo l’incolumità personale. Solitamente nel raggio di azione degli antinucleari si creano dei campi con cucina, servizi, pronto soccorso, tende per dormire. Nell’ultimo trasporto, quello di marzo che era il terzo, nonostante la temperatura bassa, sono stati più di diecimila gli «ospiti antinucleari» dei camping.
BIO-LOGICAMENTE
Ben 49 persone (compresi i 5 bambini raffigurati nella foto) hanno partecipato al pranzo biologico del 23 marzo scorso. Il gruppo di acquisto di Zona ha cominciato a muovere i suoi primi passi incontrando produttori. È in via di preparazione un’uscita per il 18 di maggio a Nazzano (
dove c’è la cooperativa Nautia per una visita all’azienda. In quella data la cooperativa festeggia il suo compleanno e sono previste diverse iniziative. Passate a Zona il giovedì dalle 18 alle 20 per saperne di più.
LABORATORIO AMBIENTE & ENERGIA
Progettare attraverso il fare 4
L’energia solare rappresenta per il nostro pianeta direttamente o indirettamente l’unica fonte energetica. Il petrolio, il carbone, ed il gas naturale, non sono altro che residui di piante ed animali che sono vissuti alle origini e che traevano la loro energia dal sole. infatti è grazie al sole che queste piante si poterono sviluppare, ed essere allo stesso tempo cibo per gli altri animali erbivori, che a loro volta come insegna la teoria della catena alimentare, furono cibo per predatori carnivori. A causa di terremoti la terra ingoiò animali e piante: elevata pressione, lunghi periodi di tempo, altissime temperature e batteri anaerobici poi hanno trasformato tali organismi vegetali ed animali in quelli che oggi sono detti «combustibili fossili»: carbone, petrolio, gas naturale.
Ma anche la legna che noi oggi utilizziamo non è altro che una forma diversa della stessa energia: l’energia solare. È stato accertato che per esempio, un quintale di legna sprigiona la stessa quantità di energia che l’albero stesso ha assorbito dal sole ed ha sintetizzato. Tutto ciò risponde alla legge che «tutto si trasforma»: l’energia non si crea, l’energia si trasforma.
Riducendo a questi pochi cenni l’argomento energie tradizionali, per poi ritornarci in una mostra completa di costi e danni che tale scelta infligge alla nostra società e quella futura . È nostra intenzione focalizzare la ricerca su quelle che oggi vengono definite «forme di energia alternativa».
Anche le forme di energie alternative come quelle tradizionali sono tutte riconducibili al sole: il sole origina indirettamente le perturbazioni, il vento e le piogge così che anche l’energia ricavata dalle centrali idroelettriche, dai rotori eolici, dalle centrali fotovoltaiche etc. deriva dalla stessa fonte. La tecnologia umana però, spinta spesso da interessi economici, ha trovato il modo di sfruttare «artificialmente» questa immensa e diversificata energia solare per il fabbisogno umano grazie ad apparecchiature atte appunto a trasformare tali fonti.
Riteniamo che sarebbe troppo dispersivo prendere in esame in questa sede tutte le fonti oggi conosciute — o ancora solo studiate — di sfruttamento di tutte le fonti alternative: concentreremo i nostri sforzi, in vista di un risultato ben preciso, su quelle energie che sfruttano energia solare «termica», almeno in un primo momento, per la produzione di acqua calda, confidando nel fatto che gli ottimi risultati che otterremo inciteranno i partecipanti ad organizzare future iniziative per il completamento della formazione culturale e pratica su tutte le possibilità di sfruttamento delle fonti alternative-rinnovabili-pulite.
La prima esperienza che si intende proporre per il laboratorio «ambiente & energia» è la realizzazione di un impianto solare con collettori piani autocostruiti. Questo potrà garantire il fabbisogno di acqua calda sanitaria della palestra del Cpi Zona Rischio diventando al tempo stesso primo impianto dimostrativo funzionante della mostra permanente sulle energie rinnovabili che si realizzerà al Cpi..
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