Il 20 febbraio del 1958 il Parlamento italiano approvò la legge n. 75 che ordinava la chiusura delle "case chiuse".
La chiusura legale, inaspettata, di questi posti mise fuori gioco tanti e tanti assatanati di sesso che a quella fonte andavano... a dissetarsi.

Da allora tutte le prostitute "librettate" avrebbero potuto, volendolo, diventare libere esercenti di se stesse. Chi poté diversificò il... luogo a contendere, le altre scelsero il marciapiede. Ritornarono cioè al fornice (da cui fornicazione), ovvero a stazionare sotto le arcate dei ponti.

Molti si opposero alla Legge "Merlin". L'opinione pubblica italiana fu spaccata in due dalla incisiva campagna combattuta dall'uno e dall'altro fronte. E' inutile dire che in quell'Italietta tutta da sprovincializzare la senatrice socialista firmataria della legge fu bersaglio preferito degli oppositori.

Di sicuro, e lo confermano molte delle testimonianze lasciate scritte dalle ragazze, nelle case chiuse c'era solo lo sfruttamento economico, e non solo.. A loro, dell'incasso rimaneva molto poco, "la marchetta", la quale serviva per pagare vitto, alloggio e tassa di soggiorno.
Ma anche lavorare in strada e senza controlli non era peggio?

La storica riforma della Merlin infatti non fu accompagnata né da una adeguata organizzazione sociale né da una rete di assistenza per aiutare, almeno a breve, Ie ragazze delle case chiuse.

A breve, la vendita sessuale divento' un forte commercio in mano non alla singola che decideva di vendersi, bensi in mano a grosse organizzazioni criminali che insieme a droga e armi ne fanno uno dei mercati economici piu' grossi. Molte sono le discussioni parlamentari sull'argomento, anche la stampa e' attenta e tra redenzione e impegno morale, tra detenzione e sesso libero, si discute di ciò che si vuole fare del mestiere più antico del mondo.

Ma se l'offerta e' cosi' massiccia, significa che la domanda e' incessante, ed e' questa in efffetti che la sostiene e la determina.


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