In anni di esperienza e di lavoro con le lotte dei prigionieri politici, abbiamo imparato che riportare le circostanze concrete è fondamentale per intraprendere le iniziative politiche o la sua vincita . Per questo motivo, vorrei brevemente descrivere la situazione del mio arresto avvenuto il 1° maggio 1997.
L' umore era molto aggressivo e turbolento sin dall' inizio. Entrambe le unità della polizia (Stapo e Kapo) erano in disaccordo una con l'altra su chi doveva essere in carica e chi si sarebbe presa l' accreditamento per il " successo ". Ancora oggi, sono entrambe coinvolte.
Durante l' incursione nella mia casa, hanno combattuto tra chi avrebbe utilizzato la maggior parte del loro stuff con e chi avrebbe posseduto il monopolio sulla violenza in questo paese.
La casa ed il giardino " erano piantonate " da poliziotti in uniforme della polizia di Kapo.
Sia le mie mani che i piedi mi sono stati legati e sono stata tenuta a terra con le pistole spianate su di me.
Mi spingevano come per impedirmi di proteggermi fin quando non hanno fatto le loro cose. Malgrado la loro superiorità opprimente, solo parzialmente sono riusciti nel oro intento!!!Polizziotti armati mi tenevano giù la testa, ma sono entrata in prigione con il pugno alzato !
Sono stata accusata di essere " un 'importante istigatrice di rivolte ", che, secondo la polizia, doveva" essere messa fuori azione ".
Due guardie dovevano essere sempre presenti quando la mia cella era aperta; quando uscivo dalla cella, le mie mani erano sempre legate dietro; l'ora d'aria sempre sola, tranne i poliziotti che mi controllavano; mi controllavano anche mentre facevo la doccia e durante il colloquio con il mio avvocato. Mi perquisivano completamente prima e dopo ogni colloquio.
Per 5 giorni, non c'è stato un avvocato locale che ha voluto prendere il caso.
Non sto descrivendo questa situazione perché sono arrabbiata, ma piuttosto perchè da una esperienza concreta si può imparare e rafforzare la coscenza per lottare.

La lotta continua!