Sin.Cobas-Ufficio Internazionale

TURCHIA:
FERMIAMO LA REPRESSIONE CONTRO IL POPOLO KURDO
LIBERTA’ PER DINO FRISULLO


Sabato 21 marzo, come tutti gli anni, il popolo kurdo ha festeggiato il Newroz (capodanno kurdo), dando vita a numerose manifestazioni. Ma come tutti gli anni le forze armate e di polizia del regime turco hanno represso con brutalità ogni atto che potesse ricordare anche la sola esistenza del popolo kurdo, il quale rappresenta un quarto della popolazione totale della Turchia. Due persone, tra cui un bambino, sono state uccise dalla polizia turca a Van, mentre il corteo pacifico di decine di migliaia di persone svoltosi a Diyarbakir è stato ripetutamente caricato e infine disperso con violenza. Almeno 200 sono le persone fermate e 60 i feriti, tra cui anche il fotografo italiano Paolo Pellegrin dell’agenzia Grazia Neri.
Anche le numerose delegazioni di osservatori internazionali presenti a Diyarbakir sono state colpite dalla repressione. Quella italiana, organizzata dall’Associazione Azad per la liberta' del popolo kurdo e sostenuta da diverse forze, tra cui il Sin.Cobas presente nella persona di Carmine Malinconico del nostro coordinamento napoletano e dell’Ufficio Internazionale, ha subito il fermo di tre persone: Dino Frisullo, Marcello Musto e Giulia Chiarini. I tre osservatori italiani sono stati accusati di “istigazione alla violenza” in quanto avrebbero distribuito materiale propagandistico del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Nel frattempo l’intera delegazione italiana era stata confinata dalla polizia in albergo.
Secondo notizie provenienti direttamente dalla delegazione italiana, alla quale si sono aggiunti anche i deputati del PRC on. De Cesaris e on. Cangemi, stamattina 24 marzo la polizia turca ha iniziato le procedure di espulsione dei componenti della delegazione, “accompagnandoli” alla frontiera. Degli espulsi farebbero parte anche Marcello Musto e Giulia Chiarini, rilasciati nella giornata di ieri, mentre Dino Frisullo permane in carcere. La situazione in cui si trova Dino Frisullo dell’associazione “Senzaconfine” è assai grave: oltre alle farneticanti accuse di questi giorni pesa su di lui un processo che lo vede imputato insieme ad altri osservatori internazionali a causa delle vicende del settembre scorso, allorquando la polizia turca represse con brutalità l’iniziativa del “Treno della pace”. Forse il governo turco non vuole colpire soltanto il prezioso lavoro svolto dagli osservatori internazionali, ma anche la persona di Dino, il quale ha ripetutamente denunciato i traffici e le relazioni tra governo e organizzazioni criminali turchi, facendo anche i nomi.

Il Sin.Cobas ESPRIME la propria solidarietà al movimento dei lavoratori della Turchia, al popolo kurdo e alle sue organizzazioni, impegnandosi nuovamente a sostenere tutte le iniziative in favore della democrazia e della giustizia in Turchia e contro le politiche antidemocratiche e genocide del regime turco che ha provocato negli ultimi 20 anni decine di migliaia di vittime, in gran parte civili.
INVITA le forze sociali e politiche democratiche a mobilitarsi per la liberazione immediata di Dino Frisullo e per una politica diversa nei confronti del regime turco da parte del governo italiano.
CHIEDE al governo italiano e in particolare al Ministero degli Esteri di attivarsi per la liberazione di Dino Frisullo, rompendo finalmente l’ inaccettabile silenzio sulla natura antidemocratica e repressiva del governo turco.

Milano, 24-3-1998 Sindacato Intercategoriale dei Comitati di Base (Sin.Cobas)

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