Lettera anonima....grazie dagli occupanti.


Da dove iniziare, un bel problema quando si hanno tante cose da dire, e magari portarle su carta risulta molto piu' difficile di quanto si credesse.

Il punto e' che neanche io so esattamente di che cosa voglio parlare, so soltanto che qualcosa dentro di me c'e' ed e' questo il modo piu' semplice che ho per tentare di esprimerlo.

Veniamo al dunque: sono arrivato tardi, ho capito in ritardo, ma ora sono con voi, pienamente. Riguardo a cosa? riguardo al fatto di credere fermamente che con la forma di lotta che stiamo portando avanti si possono ottenere dei risultati concreti. Riguardo al fatto di avere la consapevolezza che le nostre rivendicazioni, i nostri sogni sono incontestabilmente giusti, perche' si rifanno ad un ideale di tolleranza, di fratellanza, perche' condannano la sopraffazione dei deboli da parte di chi detiene la forza, il potere, e ne abusa continuamente, potendo fare cio' per il semplice motivo che loro stessi controllano le forze che sarebbero destinate alla repressione di tali abusi.

La storia e' costellata di ingiustizia, e la lotta che ora stiamo conducendo non e' una novita', ma una trasformazione delle proteste, delle rivendicazioni del passato, che di diverso avevano forse solo i motivi, o i metodi.

Lo sfondo rimane sempre il medesimo, quello che noi stiamo vivendo. E purtroppo mai, tranne in qualche occasione, gli obiettivi di partenza sono stati raggiunti nella loro completezza, e comunque mai senza che coloro che si ribellavano dovessero vivere in uno stato di angoscia, di terrore, costretti a sacrifici di qualunque sorta.

Noi siamo nel giusto, questo e' fondamentale, ed altrettanto vitale comprenderlo a fondo. Se magari lo capissero anche coloro che nonostante subiscano i nostri stessi torti si lavano le mani da qualsiasi intervento, si che sarebbe bello.

Le parole in questo caso non servono poi a molto, pur forti che siano. Potrei chiedere a questi individui con quale coraggio non riescano ad odiare profondamente, per esempio, il nostro disponibilissimo preside Statera, un uomo che e' stato capace di pronunciare una frase, "per me potete anche morire tutti", che ha del riprovevole, che fa inorridire.

Ma c'e' di piu': in questi giorni sono stato a contatto con delle persone speciali, credo. Vi ho dedicato anche una poesia su questo: siete, o meglio potrei dire siamo, speciali perche' non abbiamo paura di prenderci grosse responsabilita', perche' tra noi possono esserci anche discussioni accese (il che tra l'altro e' fondamentale per non rendere il dialogo tra di noi un inutile pensiero statico),ma non vi e' mai intolleranza, non vi e' mai egoismo, e questa e' una gran cosa.

E, cosa fondamentale, noi formiamo un gruppo saldo, uniti da una forza piu' grande di noi, la forza che muove le azioni umane alla ricerca della giustizia. Noi proponiamo a noi stessi un'azione attiva per avere la possibilita' di costruirci da noi il nostro futuro, o almeno di partecipare alla sua formazione. Non subiamo il presente, ci ribelliamo ad esso e ci ribelleremo al futuro, se non sara' come lo abbiamo sognato.

Vi dico tutto questo mentre ascolto si Radio Onda Rossa l'allucinante cronaca di quella che doveva essere una pacifica manifestazione di protesta, con finale sit-in davanti all'ambasciata messicana, ed e' invece sfociata in caos, grazie alle non motivate cariche delle forze dell'ordine che hanno intrapreso una vera e propria caccia all'uomo contro i manifestanti: vi dico tutto cio' mentre le lacrime mi stanno salendo agli occhi copiose, e l'ultima volta che ho pianto cosi' e' stato dopo avere saputo che in Germania migliaia di persone avevano partecipato ad una manifestazione antisemita.

E mentre scrivo sale la mia rabbia, ma anche cresce la consapevolezza che bisogna gridare al mondo quanto accade, perche' il mondo sembra sempre ignorare questi eventi gravissimi, o comunque gli dedica un'attenzione vincolata al momento, e poi dimentica.



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