Premettiamo che come Coordinamento cittadino, struttura che prevede l'ampia
partecipazione dei proletari delle varie zone nella gestione, non ne abbiamo discusso; il
nostro di conseguenza è un giudizio a livello soggettivo.
Intervento del 1° compagno:
la radio, ritengo, che sia ancora uno strumento fondamentale come mezzo di
comunicazione e penetrazione del messaggio. Ritengo che adesso se radio onda rossa
continui ad esistere o meno, non faccia grande differenza. Il problema fondamentale è che
la radio non si sente. Altro problema è rappresentato dalla inadeguatezza del linguaggio
usato. Il terzo ordine di problemi è costituito dal fatto che i/le compagni/e di R.O.R. non
sono agganciati alle dinamiche delle realtà sociali e i soggetti reali dello scontro in atto non
parlano attraverso la radio, generando in tal modo una discrepanza costituita dalla
mancanza di " continuità culturale".
Attualmente R.O.R. è solo una radio di compagnie. Come è possibile uscire da ciò. Bisogna
trovare le coordinate per costruire una nuova radio mettendosi a tavolino e nel contesto
dell'odierna capacità autonoma di iniziative territoriali. Una proposta praticabile potrebbe
essere quella di costruire relazioni territoriali ( indubbiamente una strada difficile ma l'unica
che potrebbe far superare l'empasse del momento).
Un inciso: in passato la redazione di R.O.R. ripose scarsa attenzione all'esperienza di radio
occupazione di spinaceto e nel documento odierno R.O.R. non è stata citata nemmeno
l'esistenza di quella radio che ha rappresentato un tentativo evoluto di modo diverso di fare
radio partecipato e gestita da un buon numero di proletari del quartiere, anche 30-40
persone.
Si registrò una grossa crescita partecipativa con l'adozione di un linguaggio comprensibile a
tutti. Successivamente si costituì il collettivo autonomo di spinaceto che condizionò
sostanzialmente la gestione della radio: fu questo uno tra i motivi per cui la gente si
allontanò. La radio dei/delle compagni/e non ha futuro... tanto varrebbe allora allestire una
rete computerizzata centrale in cui tutti possono acquisire e immettere dati.
Altra considerazione: da circa 5 anni a questa parte internamente alla redazione di R.O.R. si
è manifestata la tendenza ad acquisire professionalità e non viceversa la capacità di far
esprimere le realtà in lotta.
In caso prevalesse la prima ipotesi R.O.R. , secondo me , dovrebbe cambiar nome. I problemi della comunicazione sono indubbiamente vari e complessi. Da un punto di vista pratico comunque ogni "situazione" dovrebbe disporre di un/a compagno/a che tenga un contatto costante e vivo con la redazione di R.O.R. Vi è d'altra parte la necessità di impostare una battaglia politica contro la legge Mammì considerando almeno come tema di dibattito la possibilità di istituire emittenti locali. Interventi di altri compagni: La radio tuttora ha poco ascolto, quando per noi è d'interesse prominente il dato dell'ascolto diffuso. Dal punto di vista pratico dovrebbe essere presente, internamente al collettivo redazionale un/a compagno/a che partecipi alle riunioni , alle edizioni di trasmissioni con la necessaria compresenza dei proletari e che infine curi rassegne stampa .
Intervento di un altro compagno :
credo che da questo giro di consultazioni non si
riuscirà ad uscirne con le idee chiare poiché le difficoltà odierne della Radio siano lo
specchio della situazione attuale che vede un trascinamento negativo o uno snaturamento
delle vicende del corpo sociale a livello complessivo .
Osservo che un eventuale trasmissione sulla questione casa avrebbe un ascolto limitato
.Inoltre sarebbe necessario diversificare le trasmissioni per temi nonché diversificare i generi
musicali proposti .
Radio Città Aperta , ad esempio , sa cogliere gli aspetti generali della realtà ma anche le
questioni particolari ; viceversa i/le redattori/trici di R.O.R. sono stati/e estranei/e alle vicende
della lotta della casa .D'altra parte la Radio è sconosciuta ai settori popolari (anche se a
questo scopo il problema sostanziale è dovuto al vaticano ).
Imporre una linea non è stato nemmeno in tempi passati auspicabile , un'intuizione ancor
più valida al presente .
R.O.R. dovrebbe al contrario vedere un ampia partecipazione collettiva ed affrontare le
questioni con grande spirito .Bisogna a mio avviso recuperare le diversità all'interno dell'area
politica di riferimento per valorizzarle come elementi di ricchezza politica .
Non esistono al momento forze organizzate nelle quali riconoscersi , non c'è al momento
capacità interpretativa e la possibilità per la Radio di essere megafono di punti di vista
diversi.
Per curare il nostro impegno , il servizio da "cronisti" fornito dalle varie situazioni alla Radio è
di difficile realizzazione pratica per mancanza di tempo.
Comunque potremmo gestire uno spazio settimanale dove affrontare le questioni territoriali
cogliendo gli aspetti che toccano più da vicino la vita quotidiana di centinaia di persone,
questo anche come tentativo di allargare le fasce di ascolto , proposta del resto inoltrata da
noi circa 1 anno fa e da voi non recepita . Ciò riflette il fatto della separazione della
composizione attuale dei/delle compagni/e con alcune problematiche . Altro esempio nel
mese e mezzo dell'occupazione della regione Lazio da parte del movimento di lotta per la
casa non si è mai visto qualcuno della Radio .
Il problema a monte è anche quello di cercare battaglie reali da riattivare , bisogna in questo
senso affrontare le questioni territoriali . La formazione di redazioni presuppone la
costituzione dei Comitati territoriali e l' impostazione dell'intervento territoriale riconduce di
conseguenza alla costruzione di strutture informative . L'obbiettivo ,alfine , è quello di
mettere in rapporto le contraddizioni esistenti .
Ritornando ancora su Città Aperta : quest'emittente oggi riflette l'impostazione dell'intervento
della convenzione ed è riuscita in questo intento avendo un ascolto esterno diffuso . Il
problema per noi è quello di una scelta politica di fondo e organizzativa volendo la redazione
di R.O.R. ' chiedendo magari dei prestiti potrebbe funzionalizzarsi sul modello di R.Città
Aperta .....sarebbe oltretutto legittimo . Ribadiamo comunque che come priorità R.O.R.
dovrebbe ospitare e stimolare all'intervento realtà e lotte , i settori sociali , i proletari che non
parlano ( ad esempio le maestre comunali che fanno lo sciopero , chi occupa le case ).
Ultima osservazione , bisognerebbe dare priorità ad alcune tematiche , acquistare in
tempestività ed essere meno rigidi sulla stesura del palinsesto settimanale .
PUBBLICITA'-FINANZIAMENTO-INDIPENDENZA
Secondo un compagno intervenuto il problema finanziario viene dopo una costruzione di
legami organizzativi e politici con le realtà territoriali e non costituirebbe di conseguenza una
difficoltà insormontabile . Altri compagni hanno espresso disaccordo sulla proposta
dell'azionariato diffuso rilevando che i contributi devono essere richiesti nella cerchia delle
strutture operanti . Per ultimo si è notato che per quanto riguardo la questione dei pagamenti
ai/alle redattori/trici avanzare questioni di principio non porta da nessuna parte .